martedì 30 novembre 2010

Un po' di grafici...

...ad uso e consumo dei nostri lettori. Oggi si lascia qualche grafico pescato qua' e la' sulla grande ragnatela di connettivita' che e' il world wide web.
 
L'Italia, la patria dell'edilizia
40 anni di investimenti edilizi
Dato che non si investe in settori non redditizi, e' evidente che anche da queste parti restano molte nuove case invendute: viene da chiedersi, come mai i prezzi delle case non scendono?

Il costo del lavoro nell'Eurozona
10 anni di variazione del costo del lavoro in Eurolandia
Curioso, in termini di costo del lavoro, questo paese s'e' sempre giocato la leadership con la Spagna nell'ultimo decennio; eppure in termini di crescita economica tra questi 2 paesi v'e' stato un fattore 10 di differenza -come raccontato in 'Un decennio da protagonisti': c'e' qualcosa che non torna anche a voi per caso?

Debito privato: sorprese e conferme
Debiti privati a confronto nelle economie europee: Societari + Proprietari di casa
Da molti considerato il vero livello di galleggiamento delle economie, l'indebitamento privato fornisce conferme e qualche preoccupazione ulteriore per il futuro prossimo -leggi Penisola Iberica- ma un paio di sorprese: la 'grandeur de la France' subisce il distacco dalla 'peninsula Italica', e la locomotiva privata Tedesca arranca, seppure di poco, dietro alla bistrattata Grecia.
Che abbia ragione chi afferma che i Pigs vanno tenuti in coma vigile finche' l'asse Franco-Tedesco non recuperi parte dei propri debiti privati contratti su scommesse speculative assurde?
"Per non creare un danno agli attuali detentori di bond greci, irlandesi, portoghesi ecc. pagheremo noi cittadini un conto salatissimo, enorme e RAVVICINATO. Questo statement è follia pura, e si basa sulla convinzione che il popolo bue non si accorgerà di questo trasferimento di ricchezza, e che supinamente si farà sfilare ogni servizio pubblico e borbottando pagherà le tasse che lo Stato imporrà.
... non posso accettare che per non arrecare danno a chi sta maturando ratei del 6, 7 o anche 9% su dei bond comprati consapevolmente sapendo che erano spazzatura, io mi debba vedere sottratti capacità di reddito e servizi." 

I bond del Debito Pubblico Italico
Evoluzione dei rendimenti dei BTP Italiani decennali nel 2010 [Bloomberg]
Gli esperti di Economia e Finanza dicono che per rendere appetibile un titolo di debito pubblico quando il paese detentore di debito e' considerato poco affidabile, questo e' costretto ad alzare i tassi di interesse, e remunerare al meglio il compratore sul mercato rispetto la concorrenza giudicata piu' stabile.
Chi ne sa di economia dice che l'affidabilita' si basa sul deficit annuo dello stato. E' questo l'oggetto del contendere su cui grava la Spada di Damocle del 2013: nella Banana Republic oggi siamo al 5,5% del PIL, ma da far rientrare entro il 2013 su valori almeno sotto il 3%.
Date un occhio al grafico: mi pare che gli investitori, forse in panico, stiano vedendo anche a rischio l'Italia; e l'ultima asta dei titoli di debito Italico non ha proprio brillato in termini di affollamento di compratori...


Lascio a voi tutte le sagge elocubrazioni del caso, credo di avervi gia' confuso le idee fin troppo, ma state tranquilli, e' tutto sotto controllo!

In fondo siamo un popolo di risparmiatori, e' possibile 1 'una tantum solidale' che ci affratella-fardella prima del salto nel baratro del default.
E non preoccupatevi, che non e' proprio il caso di pianificare maggiori accertamenti per cercare evasori, siamo un popolo di virtuosi noi

giovedì 25 novembre 2010

Esotico ma non Etico

L'ananas, un frutto esotico, dolce e succoso, calorico al punto giusto, ricco di vitamine -una porzione da 150gr fornirebbe la metà dell’apporto giornaliero raccomandato di vitamina C- e con discreto contenuto di Potassio; e' persino un frutto di stagione, con l'unico neo di esser un alimento 'non proprio a KM 0' ;-)

Davvero la distanza e' l'unico aspetto negativo che si alimenta con i nostri acquisti?

Nessuno a mai sentito parlare (male?) di un famoso 'omino', che in tenuta cachi, gironzolava per le piantagioni tropicali a 'dire Si'?

AltroConsumo ha condotto un inchiesta, finanziata dalla Comunità europea, indagando sull’impatto che le politiche dei supermercati hanno su produttori e lavoratori rispetto al commercio dell’ananas.

L’indagine è realizzata sul lavoro nelle piantagioni del Costa Rica, dove si concentra la produzione di ananas destinata al mercato europeo, utilizzando differenti canali. Il succo di cio' emerge e' un dato non certo nuovo nel nostro modello predatorio di sviluppo, ma che ancora 1 volta dovrebbe farci riflettere:
"La grande distribuzione determina una forte pressione per spingere i prezzi al ribasso, abusa del proprio potere contrattuale e spinge i fornitori a spremere la parte più debole del processo: i lavoratori delle piantagioni."
Probabilmente per fare un favore ai consumatori...
Ripartizione dei ricavi sul prezzo di un ananas in un supermercato.
Un chiaro esempio di ripartizione equa dei profitti.

Dando un occhio all'indagine si scopre che, alle condizioni di lavoro durissime
"Il lavoro nei campi è condotto senza pausa 24 ore su 24, organizzato in turni che durano dalle 8 alle 14 ore, su piante basse e spinose per natura e sotto sole cocente senza possibilita' di ripararsi dal sole"
si sommano violazioni e soprusi per quel che riguarda:
  1. Rischi per la salute: uso di agenti chimici come fungicidi, erbicidi, insetticidi, antiparassitari e fertilizzanti; molestie sessuali cui sono sottoposte le donne da parte dei caporali che ne controllano la produttivita';
  2. Forte impatto Ambientale: alcune delle sostanze chimiche impiegate sono vietate in Europa, perché rientrano nella “sporca dozzina” di inquinanti a rischio stilata dalla Pesticide Action Network, o sono considerati nocivi dall’Organizzazione mondiale della sanità;
  3. Violazioni dei Diritti lavorativi: quasi di norma i membri del sindacato subiscono discriminazioni, persecuzioni, e a volte violenza; chi aderisce al sindacato viene incluso in liste condivise dalle aziende che operano nel settore, per poi essere escluso o mobbizzato in qualsiasi piantagione.
Trovo esplicativo questo contributo filmato, riassuntivo dell'inchiesta esaminata e prodotto da AltroConsumo.

Dato che l'ananas e' un frutto assai gradito, ed anche lo scrivente lo apprezza, esiste un modo x non esser complici di queste vessazioni e pratiche produttive?

Certo.
Ad esempio rivolgersi alle 'Botteghe del mondo' del Consorzio Ctm 'Altro Mercato', che aderiscono a 'Fair Trade'; ma eccovi la lista dei marchi e certificati da ricercare sui prodotti immessi nei nostri mercati globali:
 + Biologico: si usano sostanze naturali al posto di quelle chimiche;
 + Rainforest Alliance: l’obiettivo è mantenere la biodiversità attraverso l’adozione di un “sistema di produzione sostenibile” nelle aree delle piantagioni;
 + Fair Trade: la certificazione è volontaria e assicura che l’ananas è coltivato in buone condizioni di lavoro, inclusa una limitazione all’uso di pesticidi. I produttori ricevono un “prezzo minimo garantito”.

Come avra' intuito il lettore, il pretesto dell'ananas come prodotto ci ha permesso di introdurre un concetto di nostro interesse: un consumo equo sostenibile, che fornisca una buona qualita' a chi lo consuma e garantisca un profitto equo a chi lo produce, in condizioni di lavoro ove si rispettano i diritti umani e si tuteli l'ambiente.

Si puo' fare, basta informarsi un poco e volerlo.


Diritto di Replica:
Al link qui indicato, forniamo per completezza di informazione la risposta della multinazionale di cui sopra circa le coltivazioni di Ananas di sua proprieta' in Costa Rica.
Al lettore ogni considerazione del caso.

martedì 23 novembre 2010

Il Furto del 5 x 1000

GOVERNO: GIU' le mani dal 5xmille!!!!
In questi giorni di 'commedia all'italiana' nei palazzi del potere politico -dura o non dura, ce l'ho duro o merito del viagra, quanto vuoi e quanto mi dai se ti voto-, pare che vi sia un'urgenza famelica nel repirire un po' soldi da spendere, vuoi x coprire le voragini del bilancio pubblico, vuoi x elargire qualche 'favore' per qualcuno, casomai il rischio di elezioni divenisse piu' concreto...

Ecco dunque che si arraffa dove si puo', meglio ancora se la scure dei tagli colpisce chi non fa notizia o chi non puo' protestare.

E se non bastasse ecco la novita': rubo le risorse che andrebbero destinate ad altri, meglio se in modo subdolo, per esempio quelle al Terzo Settore, con i fondi del 5 x mille dell'IRPEF.

Come? Con gli emendamenti di governo alla 'legge di stabilita' altrimenti nota come 'la Finanziaria' aggiuntiva di fine anno...
"Il 5 per mille ormai non esiste più, il cittadino italiano può liberamente disporre – al massimo – dell'1,25. Il resto se lo prende il governo. Nella prima bozza della Finanziaria era stata abolita in tronco la possibilità per ogni contribuente di devolvere una piccola parte del gettito fiscale a enti no profit. Ora l'esecutivo ha deciso di reinserire l'opzione ma con un tetto fisso: 100 milioni di euro contro i 400 degli anni passati. Saranno così le associazioni di volontariato, i centri di ricerca e gli enti no profit (oltre 55 mila quelli accreditati) a procurare denaro allo Stato."
Interessante: il 75% di quanto un cittadino liberamente devolve ad enti no profit e di volontariato, il cosiddetto terzo settore appunto, viene 'decuratato' x legge imponendo l'assurdita' pretestuale del tetto di spesa.

Facciamo un esempio banale per capire la scelta che si (im)pone: o tutti i soldi del 2010 andranno ad Airc, Emergency e Medici Senza Frontiere (che di solito incassano rispettivamente 70, 10 e 9 milioni ciascuno) oppure tutti gli enti dovranno ricevere una cifra decurtata del 75 per cento: 17.5, 2.5 e 2.25 milioni soltanto! I 3/4 delle donazioni annualmente ricevute vanno a far cassa alle finanze, magari x salvare le banche!!!!

Come fa notare tra i tanti Medici Senza Frontiere sul proprio sito:
"Tale ulteriore taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che aiutano i paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria.
Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato una professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero."
Eh gia', questa gente 'di' governo, che galleggia tra compravendita di deputati e professioniste x festini privee' fuori bordo, spacciandosi x 'mandati dal popolo' a fare i porci comodi, abile a finanziare 'guerre ad atrocita' con i soldi dei contribuenti, magari x la difesa dei gasdotti in costruzione in Afghanistan mentre taglia sui finanziamenti CHE I CITTADINI LIBERAMENTE DEVOLVONO, con la scelta del 5xmille appunto, ad enti no profit dei settori piu' disparati: dalla ricerca medico ospedaliera, alle ONG aconfessionali che operano nei paesi dimenticati da Dio e dall'homo sapiens, dalla formazione tecnico-scientifica, ad associazioni di volontariato caritatevole magari appartenenti anche a differenti confessioni religiose -dalla cattolicissima ed italianissima Caritas in la'...

Ecco che si levano le voci di protesta dal mondo del Terzo settore.

Il Coordinamento Nazionale dei centri di Servizio x il Volontariato scrive ai (dis?)onorevoli ns rappresentanti parlamentari per chiedere un serio ripensamento sulla folle idea del furto legalizzato del 5xmille; legge che a nostro avviso suona come un'ulteriore limitazione alla nostra liberta': quella di devolvere 1 parte piccola delle nostre TASSE, il 0.5% dell'IRPEF appunto, a chi desideremmo noi aiutare ... e tutto con la scuRE pardon la scuSA della crisi economica -che appare a spot, quando serve x mascherare meschinita' o furberie.
“Chiediamo al Governo e al Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore.
Chiediamo al Parlamento di compiere un atto di grande responsabilità, reintegrando il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali.” 
Se il lettore fosse un socio di un ente no profit, seguendo il link qui proposto, trova il materiale necessario x farsi promotore presso la propria associazione e permettere quest'ultima di aderire alle proteste.

Se invece fosse un semplice cittadino, che tuttavia volesse difendere il proprio diritto di scelta sulla destinazione del proprio 5xmille, puo' aderire all'appello lanciato da Emergency:
"Negli scorsi giorni, i giornali hanno riportato la notizia che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo della nuova "legge per la stabilità". Tale legge limiterebbe a 100 milioni di euro i fondi da destinare al "5 per 1000" con una riduzione del 75% rispetto all'importo dell'anno precedente.
Chiediamo al Parlamento Italiano di intervenire per eliminare, nel testo della legge di prossima discussione, il tetto di 100 milioni di euro da destinare al “5 per 1000” per l'anno 2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.
Per dare più forza alla nostra richiesta serve anche la tua firma. Se sei d'accordo con noi, sottoscrivi l'appello su www.iononcisto.org e aiutaci a diffondere la notizia."

Tu che ne pensi?

PostScriputm:
1 Proposta x il legislatore stipendiato ;-)
Se proprio 'sto branco di (dis?)onerevoli volessero lasciare il segno alla sonnolenta opinione pubblica,  perche' NON riducono il loro stipendio del 75% [ossia stessa quantita' proposta col tetto al 5xmille] per qualche mese?
Ad esempio almeno fino ad Aprile, visto le promesse di un deputato tal M.Lupi -nome omen, avra' una fame da lupi sulle cucuzze spennate agli Italioti?- "di attivarsi presso il ministro Tremonti per far rivivere il 5 per mille il prossimo aprile".
Non basta certo, ma sicuramente aiuterebbe, almeno loro a non perdere completamente la faccia!

mercoledì 17 novembre 2010

Meno scuola x chi piu' ne abbisogna

Su un qualsiasi motore di ricerca, provate a digitare la seguente promessa:
“Abbiamo incrementato gli insegnanti di sostegno di 2700 unità”
Scoprirete che ad inizio settembre del corrente anno l'attuale ministro dell'istruzione rilasciava queste dichiarazioni solenni, rassicurando le famiglie con i figli disabili in vista dell’avvio dell’anno scolastico.

Un'ottima iniziativa: finalmente qualcosa che cerca di seguire i riferimenti della Costituzione Repubblicana sull'istruzione
Art. 34.

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.


Gia', peccato che in meno di 2 mesi le cose non paiono esser andate proprio come la titotalare del MIUR aveva indicato.
“Siamo costretti a tenere i nostri figli a casa, perché la riforma Gelmini ha ridotto drasticamente le ore di sostegno alla disabilità”.
Parte da Milano con questa esplicativa sintesi la prima azione collettiva contro il Ministero dell'Istruzione, accusato di discriminare gli studenti con disabilità.

Colpito da questa notizia, e con una briciola di sensibilita' sull'argomento per esperienze formative di gioventu' ed antichi legami affettivi, ho provato chiedere lumi sull'argomento ad un amico, che con cognizione di causa per esperienza diretta mi ha offerto un significativo riscontro

"In effetti al momento non siamo stati toccati dai tagli al sostegno. Probabilmente è un miracolo che mio figlio abbia 22 ore di sostegno, con un insegnante specializzato e per di più in gamba.
Sappiamo bene però che normalmente le ore di sostegno si vanno riducendo, che gli insegnanti di sostegno sono quelli che hanno preso il sostegno come ripiego per fare punteggio e non sono affatto preparati per gestire bambini con difficoltà. In questi casi va già bene se l'insegnante è volenteroso e fa il meglio che può."
 
Dunque parrebbe esserci un sostegno inadeguato da parte del ministero ai fanciulli con difficolta'; anzi dai genitori il Ministero dell'(a D)istruzione viene accusato di
usare i soldi dei contribuenti per impedire ai ragazzi disabili gravi di ottenere l’insegnante di sostegno in proporzione al loro handicap e quindi di ottenere che sia concretizzato il loro fondamentale diritto all’istruzione.
Questa grave accusa discriminatoria, ha indotto l’Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus ad inviare un appello-denuncia alla Magistratura contabile per i danni partimoniali e di immagine, in modo che vengano individuati e penseguiti i diretti responsabili.

Al riguardo lascio al volenteroso lettore il link all'appello: qui trova il testo integrale dell'appello fatto dall'Osservatorio. Se lo ritiene opportuno puo' sottoscriverlo.

Un altro piccolo tassello del grande puzzle della disattesa attenzione a cui e' sottoposta oggi la famiglia in questo Paese:   " - scuola e sostegno x chi ne ha + bisogno "


PostScriptum
Oggi in concomitanza con la giornata mondiale per il diritto allo studio universitario numerose manifestazioni e cortei in molte citta' italiane hanno suggellato, qualora ne servisse un'ulteriore prova, lo stato di crisi e di d-istruzione in cui versa la scuola italiana, in ogni ordine e grado: e stiamo parlando di quella x i 'piu' fortunati', noi definibili 'normodotati', ...
“Da 20 anni in Italia non si investe in ricerca e non ci si pone il problema della competitività. L’obiettivo di Lisbona era quello di raggiungere entro il 2020 il 3% del Pil destinandolo a formazione e ricerca. In Italia mi pare si faccia il contrario” [di Luigi Frati, rettore de la Sapienza, Roma]
...ma forse spesso deficienti di senso civico e di razionale capacita' critica verso i nostri 'amministratori'.

domenica 14 novembre 2010

Son proprio Rare queste Terre

No, a dispetto di quello che puo' suscitare il titolo del post, oggi non ci occupiamo di consumo di fertile terreno agricolo.

Seppure l'interesse per il suolo ed il suo costante spreco sia uno degli argomenti seguiti con molta attenzione, come sanno i nostri piu' affezionati lettori, si vuole porre l'accento su di un'altro aspetto del mondo minerale: la produzione ed il relativo approvigionamento delle Terre Rare.

Si tratta dei 15 elementi chimici appartenti alla serie dei Lantanidi a cui vanno aggiunti lo scandio e l'ittrio; in natura si trovano in alcuni minerali ubicati in concentrazioni relativamente elevate nella crosta terrestre.
 
Bene, dato che con l'ausilio di Wikipedia s'e' sanato il debito con la scienza, ora e' lecito domandarsi perche' vi rompo con questa notizia?

Intanto, a che servono queste 'rarita' della tabella periodica?
Il loro impiego è molto diversificato; fra le principali applicazioni ricordiamo:
  • Componenti elettronici (catodi, condensatori, semiconduttori, ecc.);
  • Magneti permanenti;
  • Coloranti per vetri e ceramici;
  • Fosfori per televisori a colori;
  • Catalizzatori di combustione, deidrogenazione, idrogenazione e cracking;
  • Componenti per laser.
dunque, impieghi nei settori piu' differenti della produzione industriale e sopratutto largamente diffusi nei campi applicativi delle tecnologie di punta -suona piu' figo se dicessi 'High Tech'?- dall'elettronica, alle telecomunicazioni, alle automobili: come dire, robetta da nulla.

Ora vediamo nel nostro globo dove si trovano i principali giacimenti di questi elementi
Le risorse note sono distribuiti a livello globale nel sottosuolo di 5 paesi, di cui il principale e' la Groenlandia, seguito a ruota dalla Cina.


Proviamo a vedere quali siano i principali produttori:
Produzione mondiale di minerali contenenti Ossidi di Terre Rare, 1950-2000.
Noooo di nuovo i Cinesi!
E secondo alcune fonti oggi la produzione di Terre Rare da estrazione in miniere sul suolo cinese copre il 93% della domanda globale. Interessante vero?

Ricapitolando, esiste una serie di elementi chimici di base per materie prime di largo impiego in settori strategici delle produzioni industriali, comprese quelle piu' in voga oggi quali ad esempio: i motori verdi, o le turbine per pale eoliche, la cui produzione di fatto e' in monopolio ad un Paese, per altro noto per esser in costante ascesa nelle posizioni di vertice dell'economia e della politica mondiale: non trovate anche voi qualcosa che non quadra in questa 'vicenda'?

Come minimo si corre il rischio che fissino prezzi da strozzini.

Ma il peggio non e' certo questo, quanto piuttosto, magari mascherando il tutto dietro un paravento 'ecologico' -la Cina, Sic!-
«L'estrazione massiccia di terre rare nuocerebbe fortemente all'ambiente, è per questo che la Cina ha intensificato i suoi controlli sulla produzione, lo sfruttamento e il commercio di terre rare. Le misure prese dalla Cina rispondono anche ai regolamenti dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc)»
impongano restrizioni alle loro esportazioni, rallentando o bloccando chi di volta in volta stia pestando i piedi al colosso con gli occhi a mandorla in espansione sul nostro piccolo globo.

C'e' chi se ne e' accorto, e pensa con programmi un tantino fantascientifici di tornare sulla luna a recuperare qualche roccia per soddisfare la propria domanda interna -se il gioco valesse la candela ...

Eppure vi son gia' in giro per il globo risorse di questi elementi ancora da sfruttare: il riciclo di molti tra i prodotti contententi questi materiali.

Come dite, pia illusione? Forse, ma i Giapponesi ci credono, e lo fanno:
Secondo i calcoli dell'Istituto Nazionale per le Scienze Materiali, il Giappone possiede 300.000 tonnellate di terre rare sotto forma di apparecchi usati e dismessi, che aiuterebbero a ridurre la dipendenza dalle importazioni
Non sara' molto? A fronte di una produzione mondiale di sole 75.000 tons di terre rare all'anno, ecco che i numeri dei 'Giapo' hanno un senso: solo i loro rifiuti tecnologici contengono l'equivalente di 4 anni di produzione mondiale!

E la vecchia cara Europa? Non e' che tra fantascienza e virtuosismo del riclico, stia ancora 1 volta seduta a guardare?

mercoledì 10 novembre 2010

A proposito di famiglia...

Da tempo vorremmo sottoporre all'arguto lettore un tema che reputiamo necessario su cui meditare: la famiglia, il suo status e cio' che le ruota attorno.

La cronaca di questi giorni con la sporadica attenzione dei media ci ha smosso dal nostro torpore; ammettiamo, piu' o meno come la classe politica, in odore di campagna elettorale, che si lancia in dichiarazioni di vario genere, talvolta pompose e talvolta ridicole, spesso contraddicenti e contraddicendosi...

Si fa presto a dire famiglia, almeno in Italia.

Forse la vicinanza di Vatican City aiuta a dire tante parole, sopratutto se i riflettori son accesi su questo argomento; poi, spente le luci, la famiglia esce dal proscenio, e ahinoi, anche gli interessi scemano con l'avanzare del buio sul tema. Salvo l'odore di elezioni.

Come dite, solito disfattismo?

Forse l'incauto lettore questa volta si sbaglia: infatti, come riportava Famiglia Cristiana nel n.47 del 22 Novembre 2009 ed attualizzandone l'analisi, si scopre che a fronte dell'ultima campagna elettorale impergnata sullo slogan: 

«La famiglia è al centro del nostro programma»,
dopo 2 anni di altre priorita' -es: Norme salvapolitici, ronde, immigrazione, teorico federalismo fiscale, case palazzi e bordelli d'alto bordo...- emerge una realta' ben differente: la Famiglia e' la Grande Assente dall'azione politica e di governo di questo paese.

Proseguendo, l'articolo
citava la giornalista del Corrierone Isabella Bossi Fedrigotti, asserente che
«Il dibattito politico, di là da qualche flebile voce non raramente del tutto formale e superficiale, ignora la famiglia. Ma la ignora anche dal punto di vista economico, nel senso che sono spariti dall’agenda i provvedimenti tesi a sostenerla».
Una prova?

Secondo uno
studio della Cgia di Mestre, pubblicato ad inizio anno, riguardo il maxi carico fiscale che grava sulle famiglie italiane, si leggeva:
Il carico fiscale per le famiglie italiane e' tra i piu' alti d'Europa. Ed e' sconfortante il confronto con altri paesi. In particolare il paragone con la Francia, dove e' applicato il ''quoziente familiare'': con un reddito di 30.000 euro, in Francia il carico fiscale annuo (indipendentemente dal fatto se la famiglia e' mono o bireddito) e' di 348 euro; in Italia se il nucleo e' monoreddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 euro (+4.662 rispetto alla francese).
Davvero interessante: la nazione europea che, spesso tirandosela sopra le righe, fa del laicismo di stato un vanto su cui ergersi a lume planetario, ha un'attenzione reale alle famiglie del proprio paese decisamente superiore ai principali paesi 'cattolici', Italia e Spagna in primis.

E da anni per giunta! Pensate che in 'Gallia' all'arrivo del terzo figlio, una famiglia riceve ulteriori agevolazioni, con un introito fornito dallo Stato [=le solite tasse dei cittadini, qui francesi] che nei casi di famiglie monoreddito arrivano quasi ad esser un secondo stipendio.

Sara' per questo che le 'mamme d'Oltralpe' stanno scalando i vertici di natalita' nella cara vecchia Europa?

Volete un'altra voce sul tema 'fisco e famiglia'? Eccovela,
la fonte ora e' Avvenire:

«Un passo indietro, un sostegno in meno, un altro puntello tolto. Pare incredibile, ma sulla famiglia assistiamo addirittura a un’opera progressiva di sottrazione. Col risultato di togliere risorse ai nuclei con figli, proprio nel momento in cui la crisi sta dispiegando al massimo i suoi frutti negativi su tante, troppe famiglie».
Come dire? Più che costruire, si smonta.

E non addentriamoci su altri temi, coniugati sopratutto sulla figura femminile della famiglia: dalle lettere di dimissioni in bianco fatte firmare all'atto dell'assunzione alle potenziali mamme, pena l'assunzione stessa -alla faccia dell'astensione obbligatoria e TUTELATA dalla legge in caso di maternita'-, all'insufficiente concessione ed applicazione del part-time, visto oggi pure come forma di 'fancazzismo', per non parlare della riduzione dei congedi parentali per assistenza familiare -Codice Brunetta dixit!- al troppo avveniristico per questo arcaico ed arretrato paese sviluppo del Telelavoro, ...

Cosi' solo per citare qualche s-punto su altre tematiche di ambito familiare.

Resta da chiedersi per­ché la famiglia tenda re­golarmente a passare per ultima nella vita pubblica italiana, dimenticata se non svillaneggiata dai mezzi di comunicazione.

I gruppi di studio al Convegno sulla Famiglia chiusosi oggi a Milano hanno provato a fornire alcuni spunti alla classe politica italiana. Sicuramente incompleti, certamente da approfondire e da modificare, per esser realmente rappresentativi, ma comunque a nostro avviso un valido punto di partenza.
Che non significa un'adesione cieca in toto.

La mancanza di un piano reale di politiche familiari che coinvolgano tutti i settori in cui dovrebbe giocare un ruolo da protagonista la famiglia, e' a nostro avviso, il peggior biglietto da visita che la societa' italiana oggi propone ai propri cittadini: una classe politica dedita a salvaguardare gli interessi di casta o financo 'ad personam', una classe imprendiotoriale decisamente predatoria a proprio beneficio e onnivora delle esigue risorse disponibili da parte dello stato, una superficiale o carente proposta di valori ed un basso livello di informazione da parte dei media, stordiscono e inebetiscono ulteriormente cio' che a fatica si puo' chiamare opinione, sicuramente non pubblica.

Non so voi, ma se fosse vero che la pazienza delle famiglie stia scemando, forse sarebbe ora di dimostrarlo.

Concretamente. E per 1 volta almeno, trovare il coraggio di diventare Pubblica Opinione.

Ipse dixit:
Strano, ma anche nella nostra Costituzione vi sono alcune linee guida sulla famiglia; le trovate al 'Titolo II Rapporti Etico-Sociali': buona lettura


Art. 31.

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.

Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

martedì 9 novembre 2010

Buon Compleanno!

Eh gia' anche a noi piace festeggiare il proprio compleanno, sopratutto quando si e' solo al primo anno di vita da blogger!

Ebbene si, ne e' passata di acqua sotto i ponti -ultimamente anche sopra i ponti e oltre gli argini, ma questa e' un'altra storia- dal primo post 'Anniversari di muri che...', giusto un annetto fa, nel ventennale della caduta 'del muro dell'EST', come lo chiamavano i Nomadi.

V'e' stata una discreta produzione, un centinaio di post di cui qualcuno molto speciale e a nostro avviso ben riuscito ['1' e '2' e '3']; abbiamo avuto qualche lettore periodico e qualcuno sporadico, a cui si spera di aver sempre offerto degli spunti e degli stimoli utili a porsi, anche solo occasionalmente, qualche domanda diversa da quelle suscitabili seguendo i media mainstream.

E questa era la nostra idea originale, quella che dal nostro brodo primordiale ci ha fatto 'uscire allo scoperto' e provare a buttar giu' qualche riga.

Il tutto cercando di seguire le linee guida che abbiamo proposto anche ai nostri lettori, che vi invitiamo a rileggere in 'Avviso ai naviganti'

Dunque, con la speranza di restare sull'onda e di seguire la traccia indicata agli inizi, e con la fiducia di continuare ad esser utili a chi capita su queste pagine, rinnoviamo gli auguri al blog e ringraziamo di cuore i nostri affezionati lettori

PostScriptum:
DEDICATO a voi lettori

giovedì 4 novembre 2010

Un decennio da protagonisti

M'e' capitato di imbattermi in un post abbastanza 'inquietante':
Dal 2000, da una ricerca del quotidiano El Pais, su 180 nazioni solo Haiti ha fatto peggio dell'Italia. Tutto il mondo si è sviluppato più di noi tranne Haiti, ...
Andando alla fonte, ho trovato un diagramma un poco stupefacente
Crescita economica nel periodo 2000-2010; elaborazione dati del FMI da parte de 'El Pais'
Le ultime 10 posizioni della classifica sulla crescita economica del decennio scorso non nascondono qualche sorpresa
Crescita economica nella decade 2000-10 in %
E cosi' son andato alla ricerca della fonte originale, alias i dati del Fondo Monetario Internazionale, che vi lascio qui allegati.

Son complessi e lunghi da digerire, e presentano molte ombre e poche luci per il nostro paese; scopro tuttavia che in termini di ricchezza pro-capite, l'Italia si colloca al 28-esimo posto [tra le 10 qui sopra, la migliore e' la Danimarca, al 17esimo, seguita dalla Germania al 20-esimo], e resta pur sempre la 7 potenza economica globale [la migliore nella stessa lista, il Giappone al terzo posto, seguito a ruota dai Tedeschi].

Mi risollevo un po', intuisco che la 'grande crisi' ha lasciato il segno; forse solo un poco piu' pesante per qualcuno, e dalle non rosee prospettive di crescita.

Lascio a voi indovinare di quale Paese stia parlando

lunedì 1 novembre 2010

Un'altra Umanita'?

La cronaca di questi giorni, italica o globale, stride a mio avviso un pochino con la giornata odierna.

Lo spunto mi viene dall'ascolto di un testo letto in un luogo di culto stamane, ma vecchio di duemila anni! E dai relativi pensieri che affollano la mia mente.
 
Oggi e' un giorno festivo, molto particolare oserei dire per la parte di Europa sedicente Cristiana: il giorno in cui si celebra la Santita' di chi ha voluto seguire le orme del Maestro, elevando il proprio spirito alla Sua sequela.

Ma e' pure la giornata in cui si invitano tutti i fedeli a tendere alla santita'.

E le regole sono chiare e semplici: le trovate aprendo un libro, il 'Nuovo Testamento', con questo riferimento: Mt 5,3-12, piu' noto come 'Il discorso della Montagna'.

Ne ho trovato un'interessante commento, ancorche' lungo, di cui vi lascio una rilettura 'attualizzata':
La carta della felicità che ci offre il mondo e che governa la condotta di molti uomini e donne è molto diversa, esattamente tutto il contrario:

Beati quelli che guadagnano molto denaro.
Beati quelli che possono appagare le loro passioni.
Beati quelli che non hanno sofferenze e a cui tutto riesce nella vita.
Beati quelli che arrivano ad imporsi, a dominare gli altri.
Beati quelli che fanno quello che vogliono senza ammettere altra regola che la propria volontà.
Beati quelli che afferrano il più possibile di tutto quanto esiste nel mondo.
Beati quelli che mietono successi e sono ammirati, quelli che fanno carriera e diventano delle celebrità.
Beati...

Calza a pennello, non vi pare?

Eppure, mi domando se non sia attualizzabile il vero messaggio evangelico: c'e chi dice 'si', anche se la cosa non fa notizia; proprio come direbbero quelli del GenRosso in 'Un'altra umanita''
Conosco un'altra umanità
quella che spesso incontro per la strada;
quella che non grida, quella che non schiaccia
per emergere sull'altra gente.
Conosco un'altra umanità
quella che non sa rubare per avere,
ma sarà contenta di guadagnare
il pane con il suo sudore.

Credo, credo in questa umanità
che vive nel silenzio, che ancora sa arrossire
sa abbassare gli occhi e sa scusare.
Questa è l'umanità che mi fa sperare.
Il canto si conclude con un forte ed auspicabile invito:
Credo, credo in questa umanità
che abbatte le frontiere, che paga di persona,
che non usa armi, ma sa usare il cuore.
questa è l'umanità che crede nell'amore.
Perche' non provarci?