lunedì 1 novembre 2010

Un'altra Umanita'?

La cronaca di questi giorni, italica o globale, stride a mio avviso un pochino con la giornata odierna.

Lo spunto mi viene dall'ascolto di un testo letto in un luogo di culto stamane, ma vecchio di duemila anni! E dai relativi pensieri che affollano la mia mente.
 
Oggi e' un giorno festivo, molto particolare oserei dire per la parte di Europa sedicente Cristiana: il giorno in cui si celebra la Santita' di chi ha voluto seguire le orme del Maestro, elevando il proprio spirito alla Sua sequela.

Ma e' pure la giornata in cui si invitano tutti i fedeli a tendere alla santita'.

E le regole sono chiare e semplici: le trovate aprendo un libro, il 'Nuovo Testamento', con questo riferimento: Mt 5,3-12, piu' noto come 'Il discorso della Montagna'.

Ne ho trovato un'interessante commento, ancorche' lungo, di cui vi lascio una rilettura 'attualizzata':
La carta della felicità che ci offre il mondo e che governa la condotta di molti uomini e donne è molto diversa, esattamente tutto il contrario:

Beati quelli che guadagnano molto denaro.
Beati quelli che possono appagare le loro passioni.
Beati quelli che non hanno sofferenze e a cui tutto riesce nella vita.
Beati quelli che arrivano ad imporsi, a dominare gli altri.
Beati quelli che fanno quello che vogliono senza ammettere altra regola che la propria volontà.
Beati quelli che afferrano il più possibile di tutto quanto esiste nel mondo.
Beati quelli che mietono successi e sono ammirati, quelli che fanno carriera e diventano delle celebrità.
Beati...

Calza a pennello, non vi pare?

Eppure, mi domando se non sia attualizzabile il vero messaggio evangelico: c'e chi dice 'si', anche se la cosa non fa notizia; proprio come direbbero quelli del GenRosso in 'Un'altra umanita''
Conosco un'altra umanità
quella che spesso incontro per la strada;
quella che non grida, quella che non schiaccia
per emergere sull'altra gente.
Conosco un'altra umanità
quella che non sa rubare per avere,
ma sarà contenta di guadagnare
il pane con il suo sudore.

Credo, credo in questa umanità
che vive nel silenzio, che ancora sa arrossire
sa abbassare gli occhi e sa scusare.
Questa è l'umanità che mi fa sperare.
Il canto si conclude con un forte ed auspicabile invito:
Credo, credo in questa umanità
che abbatte le frontiere, che paga di persona,
che non usa armi, ma sa usare il cuore.
questa è l'umanità che crede nell'amore.
Perche' non provarci?

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