mercoledì 10 novembre 2010

A proposito di famiglia...

Da tempo vorremmo sottoporre all'arguto lettore un tema che reputiamo necessario su cui meditare: la famiglia, il suo status e cio' che le ruota attorno.

La cronaca di questi giorni con la sporadica attenzione dei media ci ha smosso dal nostro torpore; ammettiamo, piu' o meno come la classe politica, in odore di campagna elettorale, che si lancia in dichiarazioni di vario genere, talvolta pompose e talvolta ridicole, spesso contraddicenti e contraddicendosi...

Si fa presto a dire famiglia, almeno in Italia.

Forse la vicinanza di Vatican City aiuta a dire tante parole, sopratutto se i riflettori son accesi su questo argomento; poi, spente le luci, la famiglia esce dal proscenio, e ahinoi, anche gli interessi scemano con l'avanzare del buio sul tema. Salvo l'odore di elezioni.

Come dite, solito disfattismo?

Forse l'incauto lettore questa volta si sbaglia: infatti, come riportava Famiglia Cristiana nel n.47 del 22 Novembre 2009 ed attualizzandone l'analisi, si scopre che a fronte dell'ultima campagna elettorale impergnata sullo slogan: 

«La famiglia è al centro del nostro programma»,
dopo 2 anni di altre priorita' -es: Norme salvapolitici, ronde, immigrazione, teorico federalismo fiscale, case palazzi e bordelli d'alto bordo...- emerge una realta' ben differente: la Famiglia e' la Grande Assente dall'azione politica e di governo di questo paese.

Proseguendo, l'articolo
citava la giornalista del Corrierone Isabella Bossi Fedrigotti, asserente che
«Il dibattito politico, di là da qualche flebile voce non raramente del tutto formale e superficiale, ignora la famiglia. Ma la ignora anche dal punto di vista economico, nel senso che sono spariti dall’agenda i provvedimenti tesi a sostenerla».
Una prova?

Secondo uno
studio della Cgia di Mestre, pubblicato ad inizio anno, riguardo il maxi carico fiscale che grava sulle famiglie italiane, si leggeva:
Il carico fiscale per le famiglie italiane e' tra i piu' alti d'Europa. Ed e' sconfortante il confronto con altri paesi. In particolare il paragone con la Francia, dove e' applicato il ''quoziente familiare'': con un reddito di 30.000 euro, in Francia il carico fiscale annuo (indipendentemente dal fatto se la famiglia e' mono o bireddito) e' di 348 euro; in Italia se il nucleo e' monoreddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 euro (+4.662 rispetto alla francese).
Davvero interessante: la nazione europea che, spesso tirandosela sopra le righe, fa del laicismo di stato un vanto su cui ergersi a lume planetario, ha un'attenzione reale alle famiglie del proprio paese decisamente superiore ai principali paesi 'cattolici', Italia e Spagna in primis.

E da anni per giunta! Pensate che in 'Gallia' all'arrivo del terzo figlio, una famiglia riceve ulteriori agevolazioni, con un introito fornito dallo Stato [=le solite tasse dei cittadini, qui francesi] che nei casi di famiglie monoreddito arrivano quasi ad esser un secondo stipendio.

Sara' per questo che le 'mamme d'Oltralpe' stanno scalando i vertici di natalita' nella cara vecchia Europa?

Volete un'altra voce sul tema 'fisco e famiglia'? Eccovela,
la fonte ora e' Avvenire:

«Un passo indietro, un sostegno in meno, un altro puntello tolto. Pare incredibile, ma sulla famiglia assistiamo addirittura a un’opera progressiva di sottrazione. Col risultato di togliere risorse ai nuclei con figli, proprio nel momento in cui la crisi sta dispiegando al massimo i suoi frutti negativi su tante, troppe famiglie».
Come dire? Più che costruire, si smonta.

E non addentriamoci su altri temi, coniugati sopratutto sulla figura femminile della famiglia: dalle lettere di dimissioni in bianco fatte firmare all'atto dell'assunzione alle potenziali mamme, pena l'assunzione stessa -alla faccia dell'astensione obbligatoria e TUTELATA dalla legge in caso di maternita'-, all'insufficiente concessione ed applicazione del part-time, visto oggi pure come forma di 'fancazzismo', per non parlare della riduzione dei congedi parentali per assistenza familiare -Codice Brunetta dixit!- al troppo avveniristico per questo arcaico ed arretrato paese sviluppo del Telelavoro, ...

Cosi' solo per citare qualche s-punto su altre tematiche di ambito familiare.

Resta da chiedersi per­ché la famiglia tenda re­golarmente a passare per ultima nella vita pubblica italiana, dimenticata se non svillaneggiata dai mezzi di comunicazione.

I gruppi di studio al Convegno sulla Famiglia chiusosi oggi a Milano hanno provato a fornire alcuni spunti alla classe politica italiana. Sicuramente incompleti, certamente da approfondire e da modificare, per esser realmente rappresentativi, ma comunque a nostro avviso un valido punto di partenza.
Che non significa un'adesione cieca in toto.

La mancanza di un piano reale di politiche familiari che coinvolgano tutti i settori in cui dovrebbe giocare un ruolo da protagonista la famiglia, e' a nostro avviso, il peggior biglietto da visita che la societa' italiana oggi propone ai propri cittadini: una classe politica dedita a salvaguardare gli interessi di casta o financo 'ad personam', una classe imprendiotoriale decisamente predatoria a proprio beneficio e onnivora delle esigue risorse disponibili da parte dello stato, una superficiale o carente proposta di valori ed un basso livello di informazione da parte dei media, stordiscono e inebetiscono ulteriormente cio' che a fatica si puo' chiamare opinione, sicuramente non pubblica.

Non so voi, ma se fosse vero che la pazienza delle famiglie stia scemando, forse sarebbe ora di dimostrarlo.

Concretamente. E per 1 volta almeno, trovare il coraggio di diventare Pubblica Opinione.

Ipse dixit:
Strano, ma anche nella nostra Costituzione vi sono alcune linee guida sulla famiglia; le trovate al 'Titolo II Rapporti Etico-Sociali': buona lettura


Art. 31.

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.

Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

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