sabato 30 ottobre 2010

Le giornate europee contro lo Spreco Alimentare

Ascoltando una trasmissione radiofonica nota come 'L'enologia dell'Etere', sono venuto a conoscenza un progetto già in corso: 'Un anno contro lo spreco'

Incuriosito mi son messo in caccia di qualche riferimento, e cosi' ho scoperto che in questi giorni si celebrano le prime "Giornate Europee contro lo Spreco".

Eccovi gli eventi principali:
  1. Giovedì 28 ottobre, a Bruxelles, nella sede del parlamento europeo, e' stata firmata la dichiarazione congiunta per abbattere a livello globale il 50% degli sprechi alimentari entro il 2025. Inoltre verra' istituita una Rete globale contro gli sprechi alimentari, primo strumento effettivo di coordinamento e lotta internazionale agli sprechi
  2. Sabato 30 ottobre, a Bologna, avvera' la presentazione del 'Libro nero dello spreco alimentare in Italia', a cui seguirà ’assegnazione del premio 'Non sprecare' curato dal giornalista e scrittore Antonio Galdo, terminando con 'Il pranzo contro lo Spreco' per 500 commensali, con cibo ancora edibile di recupero, nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio.
Mi son domandato a che pro queste giornate?

Gironzolando sul web, ho scoperto i confini immensi di questo argomento


Alcune eloquenti cifre:
"Ogni anno in Italia poco meno di 244.000 tonnellate di prodotto ancora perfettamente consumabile viene eliminato dalla vendita delle attivita' commerciali alimentari e gestito come rifiuto; il valore economico di questo scempio ammonta a circa 37 miliardi di euro: il 3% del nostro Pil". 
L'abituale lettore conosce il nostro termine di paragone: la manovra finanziaria estiva (per ora) costa di 'soli' 24 miliardi...

Snoccioliamo altri numeri: se negli Usa viene gettato nei rifiuti o non utilizzato quasi il 50% del cibo prodotto,
"in Europa l'ammontare di cibo sprecato e' non meno allarmante: solo in Italia, ogni anno, prima che il cibo giunga nei nostri piatti, se ne perde una quantita' che potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari di circa 44.500.000 abitanti"
Avete letto bene: ogni anno nel nostro paese perdiamo la quantita' di cibo necessaria a sfamare 3 italiani su 4!
"Si butta via cibo che potrebbe saziare tre miliardi di persone, mentre 952 milioni soffrono la fame"
Come dire, doppio cazzotto in pancia alla fame nel mondo!

Qualche idea al riguardo?

Ve ne propongo una su cui meditare in questo lungo weekend autunnale: I Last minute market, per 'trasformare lo spreco in risorsa'

Come indicato nel sito,eccovi una formula per delle societa' sufficienti:
'+' non e' uguale a meglio: fare meno con meno, la nuova formula per una societa' sufficiente
Non sara' la panacea di tutti i mali del mondo, tuttavia e' una realta' che merita l'attenzione di tutti: imprese, istituzioni, associazioni di volontariato e semplici cittadini.

Diffondiamo queste notizie, lo puoi anche tu!


PostScriptum:
Per chi ne volesse sapere di piu' segnalo il libro 'Elogio dello -spr+eco', di Andrea Segre' ed.EMI, creatore dei Last Minute Market.

martedì 26 ottobre 2010

Agricoltura 2.0: con mucho gusto

S'e' appena chiusa l'VIII edizione del Salone del Gusto di Torino, con annessa la quarta edizione di Terra Madre, la rete globale di tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare per difendere insieme agricoltura, pesca e allevamento sostenibili e per preservare il gusto e la biodiversità del cibo.

Del successo della manifestazione si rimanda alle cronache, l'attento lettore sapra' trovarne a iosa -capitare su questa pagina e' ben piu' complicato.

Molti gli spunti emersi tra i 'Laboratori della Terra', gli incontri tematici sull'educazione al gusto o alla biodiversita' e gli assaggi pratici nei 'Presidi e Mercati (enogastronomici) della Terra': i prodotti tipici dalle campagne e dai mari del pianeta.

Tra i 'grandi' oratori presenti al Salone si erge, per carisma e passione comunicativa, la figura di Carlin Petrini, il presidente di Slow Food International.

Risuonano ancora fresche le parole di saluto rivolte ai giovani delegati mondiali, presenti alla chiusura dei lavori di Terra Madre:
«Voi siete qui perché avete colto l’essenza della felicità, cioè una visione olistica di agricoltura e spiritualità. La politica non ha ancora capito che qui c’è una nuova Woodstock, come quarant’anni fa quando una generazione di giovani si erano trovati nel fango per lanciare una nuova idea della musica. ... Ai miei tempi gli universitari “se la tiravano” e gli agricoltori si vergognavano, invece qui gli universitari di Yale, Harvard e Princeton uniscono le energie con gli agricoltori della Colombia. Le tecnologie moderne insieme ai saperi tradizionali: questa è la vera bomba atomica»
Ecco l'essenza di Agricoltura 2.0!

Un nuovo modo di concepire la Terra e la sua lavorazione, per fornire prodotti di qualita' ad utenti consumatori, che devono esser consapevoli del ciclo produttivo degli alimenti per esserne attenti critici costruttivi; e quindi serve un grande processo educativo per far comprendere le ragioni di un prezzo equo da versare a chi lo produce e a garanzia di qualita' per chi lo consuma.

E pure combattere e curare la 'schizofrenia del cibo' -come definisce Petrini l'enorme squilibrio alimentare che porta oggi 1/3 dell'umanita' ad avere un rapporto sbagliato ed iniquo col cibo stesso: ai 925 milioni di persone sottonutrite nel mondo, fanno da contraltare oltre un miliardo di individui in sovrappeso, di cui circa 300 milioni di obesi nel mondo.

Senza contare le tonnellate di cibo ancora edibile gettato nella spazzatura giornalmente -per incuria, superficialita' nella gestione degli alimenti e compulsivita' degli acquisti.

Sterzando da questi ultimi tremendi dati, messi affinche' lo scrivente, prima ancora del lettore, mediti sul proprio status di onnivoro supernutrito, si vuole offrire un ultimo contributo costruttivo emerso dalle giornate di incontri al Salone Torinese: il lavoro della terra come nuova fonte di lavoro proficuo e certo sopratutto per i giovani.

Infatti nella cerimonia inaugurale, e' sempre Petrini che invitava:
«Dobbiamo fare in modo che una nuova generazione di giovani torni a lavorare la terra.»
E per ottenerlo, indica le due strade da percorrere:
  1. nelle scuole vi sia un'educazione alimentare, affinche' i giovanissimi siano informati sul lavoro della terra e soprattutto da dove arrivino i prodotti che mangiano;
  2. si riduca la burocrazia: dare soldi ai giovani che decidono di tornare al lavoro della terra sia una grande scommessa di profitto anche per gli istituti di credito.
Vi lascio con la speranza conclusiva espressa da Petrini:
«I nuovi posti di lavoro non sono una chimera, sono li' a portata di mano e sono offerti dalla terra. Bisogna fare in modo che la terra sia data ai giovani.»

Certo, non rimpiazzerebbero tutti i posti vuoti lasciati sul 'campo' dall'industria e dai servizi, ma con l'aria che tira oggi ...

In fondo se si vuole vivere, qualche cosa da sgranocchiare servirebbe, non vi pare?

venerdì 22 ottobre 2010

Liberi di scendere

Sebbene alle volte venga qualche pensiero un po' folle, si vuole tranquillizzare il lettore, non siamo ancora al caso da ricovero per intenzioni del tipo: "fermate il mondo, vorrei scendere".

Si voleva segnalare un fatto positivo: alle volte, quando esiste, la libera concorrenza aiuta il raffreddarsi dei prezzi. E stiamo parlando di un settore non proprio secondario: quello farmaceutico.

Addentrandoci nell'autunno, puo' capitare di esser soggetti ai primi raffreddamenti: sono un frutto di stagione, avrebbero detto i miei nonni.

E cosi' la necessita' di ricorrere a medicinali puo' anche capitare.

Fortunatamente, come ci indica l'associazione dei consumatori 'AltroConsumo', La liberalizzazione dei farmaci ha funzionato!

Infatti, provate a dare un occhio al seguente diagramma:
Notare l'andamento del costo dei farmaci rispettivamente x Farmacie, Parafarmacie e Ipermercati, rispetto all'Inflazione.
Appare evidente che grazie alla liberalizzazione introdotta nel corso del 2006, l'ascesa dei prezzi rallenta. Come riporta l'articolo 'Risparmiare sui farmaci',
questa frenata dei prezzi in media vale per molti medicinali, ma l'aumento in generale resta modesto. Segno che la liberalizzazione del mercato ha prodotto i suoi frutti. Le occasioni per spendere meno per pillole e sciroppi non mancano. Di fatto, la concorrenza del mercato ha garantito ai cittadini la possibilità di risparmiare scegliendo il negozio meno caro; non solo farmacie, ormai anche parafarmacie e ipermercati.
L'indagine di AltroConsumo ci dice che
1) effettivamente c'e' una discreta variazione di prezzo a parita' di canale di distribuzione
2) seppure v'e' stato un aumento rispetto lo scorso anno

3) si puo' comunque risparmiare preferendo canali di distribuzione diversi dalle farmacie
Tutte rose e fiori?
Quasi

Infatti, se e' vero che la liberalizzazione sta funzionando, basti pensare che, ad esempio
tra il 2000 e il 2005, quando ancora la liberalizzazione non c’era, i prezzi erano aumentati in media del 19%, mentre negli ultimi cinque anni il prezzo dei farmaci, includendo tutti i tre canali, è cresciuto al massimo del 3,4%.
Questa tutela del consumatore e' oggi a rischio. Pare che le lobby farmaceutiche non abbiano gradito i 'ridotti' guadagni da libero mercato; e stiano spingendo per fermare questo 'andazzo'.
Al punto che e' intervenuta l'Antitrust: a settembre ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme, in una segnalazione a Governo e Parlamento.
Secondo l’Autorità le norme che pongono limiti all’apertura di nuove parafarmacie contenute nel ddl 2079 in discussione al Senato sono restrittive della concorrenza.
Giusto lo scorso anno andava di moda la bufala della H1N1 -ne avevamo parlato nel post 'Vacciantevi che a qualcuno fa bene'.

Oggi, basta limitare la concorrenza.

Troppa fa male, ai colossi del farmaco pero'!

Curioso e' che sia sempre qualche zelante sedicente 'libertario' a proporre queste limitazioni...

PostScriptum
Per un semplice raffreddamento, con forme leggere di infezione alle alte vie respiratorie, il foraggiamento alle multinazionali del farmaco e' evitabilissimo: un po' di riposo, bevande calde con l'aggiunta del principale medicinale naturale, completamente biologico e decisamente buono, il Miele!

venerdì 15 ottobre 2010

La guerra delle valute

Sollecitato da qualche lettore con alcuni spunti di meditazione, ho dato una sbirciatina al mondo economico-finanziario.

Sembra che nelle stanze del potere finanziario globale -che poi sarebbero gli effettivi luoghi che esercitano il potere sui politicanti loro burattini, come sostiene in questo interessante articolo John Perkins[1]- soffino venti di guerra.

Non si tratta di una guerra 'mediatica', con truppe o droni al fronte, ed inviati di guerra embedded al seguito. E non e' neppure una guerra per la conquista di giacimenti di risorse naturali o a difesa di aree geografiche strategiche per l'approvvigionamento delle stesse.

Il nemico da combattere ora si chiama Debito Pubblico[2] degli Stati (sovrani?).
Date una rapida occhiata al contatore debito globale: per ogni singola nazione, ed in aggiornamento in tempo reale.

Questa volta e' per la stessa soppravvivenza del sistema in cui imperano: si tratta della 'Guerra delle Valute'.

Lo strumento principale e' lo stampare denaro cartaceo per ricomprare il debito dell'emittente -dicono che nell'ambiente si indica col termine Quantitative Easing[3]. Forzandone al ribasso il tasso di interesse.

Tra l'altro in una vera e propria escalation, come annota BeatoTrader, "si tratta di soldi stampati dal nulla, sulle fragili spalle di un'economia in difficoltà e di un Debito Pubblico colossale", che vengono
"impiegati nell'acquisto non solo di bond e asset backed securities, come al solito, ma anche per un insieme variegato di prodotti finanziari che includono obbligazioni aziendali, Etf, commercial paper e fondi legati al settore immobiliare."

In pratica creo ulteriore debito, di peggior qualita', per coprire altro debito.

E non e' tutto: si cerca di obbligare i paesi oggi economicamente piu' forti e con buone prospettive di crescita macro economica, a tenere forzatamente lontani da loro gli investitori stranieri mediante la rivalutazione della propria moneta.

Come sintetizza Bimbo Alieno sul suo blog
Mentre i Paesi occidentali chiedono a mezzo mondo di portare capitali [da loro, NdS], in Brasile stanno cercando di disincentivare i capitali esteri perché l’economia Brasiliana cresce troppo alla svelta e il Governo non vuole che si surriscaldi, la mossa fa il paio con l’iniziativa statunitense di porre dazi sulle merci cinesi se lo yuan non verrà rivalutato con maggior decisione. La “guerra della svalutazione competitiva” scopre nuovi fronti e nuovi modi di essere combattuta.
Dunque e' una guerra che si estende su tutto il globo, coinvolgendo tutti gli attori oggi economicamente di maggiore peso, o che pretendono giustamente di esserlo.
Ed i cinesi mica ossequiosamente ubbidiscono...

Quali scenari futuri?
 
A parte che ci vorrebbe nell'ordine: capirne qualcosa di economia e possedere la sfera di cristallo, per rendere l'idea di quanto la situazione sia complicata, si riportano 2 ipotetici scenari a dir poco sconvolgenti:
  1. Secondo il Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz[4], la fine del sistema monetario europeo per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, con l'uscita dalla moneta unica da parte della Germania, principale economia di Eurolandia, ed il salutare abbandono ad una conseguente e provvidenziale svalutazione dell’euro per gli altri Paesi;
  2. Un'unica valuta a livello globale in sostituzione del biglietto verde gestita dal Fondo Monetario Internationale. E' la richiesta da Charles Dallara, il direttore della piu' potente lobby del settore, The Institute of International Finance;  
Scenari da brividi, con preoccupanti riflessi di 'The Matrix' per il secondo... E non cosi' agli antipodi come in prima analisi potrebbero sembrare.
 
Una guerra micidiale e silenziosa e' in atto, con potenziali armi finanziarie di distruzione di umanita' in mano.
 
...
 
E se tornassimo tutti al baratto e allo scambio, dando il giusto valore alle cose concrete, alla terra e rimettendo al centro delle nostre vite e delle nostre attivita' l'essere umanI?
 
Dimostratemi che cio' sia contro il progresso! 
 
 

Note:
[1] John Perkins, economista statunitense, definitosi "il killer dell'economia" nel resoconto autobiografico, scritto dall'interno dello sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo da parte dell'opera congiunta di banche, grandi corporations e il Governo degli Stati Uniti d'America.
[2] Cio' che avviene in questi giorni, l’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilità per gli stati di effettuare pagamenti, era stato indicato dal rapporto GEAB42, del LEAP/E2020 -qui ve ne lascio 1 traduzione da parte degli amici della Capretta.
[3] Il QE è quella azione praticata dalle banche centrali per far fronte alla crisi: stampare denaro per comprare obbligazioni, forzandone al ribasso i rendimenti.
[4] X chi ne volesse sapere di piu' su Joseph Stiglitz, clicca qui.

giovedì 14 ottobre 2010

La Ricerca Scientifica: successi Tagliati?

Nei giorni successivi l'equinozio autunnale in molte piazze italiane s'e' vissuta 'La Notte dei Ricercatori' - si veda ad esempio i link ai siti trentino, emiliano e piemontese.

No, non per celebrare la loro fine, bensi' per cercare di suscitare interesse da parte della gente comune verso le attivita' della ricerca scientifica e dei suoi protagonisti. Carina l'idea e la realizzazione. Se vi capitasse di non saper cosa fare, fateci un salto la prossima edizione.

Alcuni amici fisici particellai erano in attesa di qualcosa di speciale; conoscendoli intuivo che c'era qualcosa di importante che bolliva in pentola...

Qualche giorno dopo uno di loro mi chiama e mi dice: 'Abbiamo fatto poker: l'Italia ha la responsabilita' dei 4 principali esperimenti sul fascio di LHC al CERN'.

Intuivo la sua felicita', anche se pensavo che la chiamata si riferisse a qualcosa scoperto dai rivelatori soggetti al fascio: si parlava di materia del 'Big Bang' solo pochi giorni prima.

Quando mi ha girato la nota del suo istituto di ricerca, l'INFN, ho capito a cosa si riferisse:
"Quattro italiani sui quattro più grandi esperimenti dell'acceleratore Lhc al Cern di Ginevra. Pierluigi Campana, dirigente di ricerca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, è stato eletto al coordinamento internazionale (spokesperson) di Lhcb.
Dopo Fabiola Gianotti (spokesperson di Atlas), Guido Tonelli (Cms) e Paolo Giubellino (Alice) la fisica italiana coglie un altro riconoscimento al suo valore internazionale, confermandosi una delle più importanti scuole del mondo."
E cosi' mi son messo alla ricerca di notizie sui principali media nazionali. In effetti non era roba da tutti i giorni. Indovinate l'esito: avevo trovato solo questo link.
Oggi ho avuto la conferma che non era proprio una notizia di quelle divulgate con solerzia e premura.

Eppure, come dice nell'articolo Marco Cattaneo, direttore responsabile del mensile 'Le Scienze', questa responsabilita' potrebbe avere aspetti molto significativi
“Nel caso si facessero delle scoperte di un certo rilievo, il Nobel andrebbe in primis al coordinatore. Il che significa aver ‘prenotato’ un riconoscimento così importante. Ma soprattutto vuol dire che la comunità scientifica internazionale riconosce alla Fisica italiana in quello specifico campo un livello e una qualità assolutamente fuori dal comune”
Cio' nonostante il sostegno alla ricerca scientifica in questo Paese non pare brillare. A cominciare dalla strombazzata riforma delle universita' e relativi tagli. Cattaneo, non si sottrae dal sostenere una necessaria riforma,
“ma che venga fatta nei termini dettati dalla Gelmini e che i tagli siano fatti in maniera orizzontale è a mio giudizio una cosa folle. Ci vanno di mezzo alcune facoltà che funzionano benissimo, soprattutto quelle scientifiche: qui ci sono piccoli numeri e anche solo quattro soldi in meno fanno la differenza. Mettiamoci anche un po’ di burocrazia in più e si va a soffocare non la parte dell’università ‘baronale’, che vive per conto suo in altro modo, ma quella sana”.
Sull'argomento fa pensare e colpisce per pacatezza, fermezza e preoccupazione, la nota apparsa sul sito del Politecnico di Torino, dove il Rettore, il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione dichiarano che:
"sono consapevoli che le condizioni economiche del Paese, aggravate dalla recente crisi finanziaria, richiedano alle Università di contribuire al contenimento della spesa pubblica, con un modello di governo più efficiente, una razionalizzazione dell'offerta formativa e una maggiore capacità di competere sul piano delle risorse per la ricerca e per la formazione con le migliori Università italiane ed europee.
Non possono però esimersi dall'esprimere la profonda preoccupazione dell'Ateneo perché le persistenti e reiterate politiche di tagli alle risorse destinate al sistema universitario potrebbero non consentire di mantenere gli attuali livelli qualitativi della ricerca e della formazione." 
E si conclude esprimendo condivisione e solidarietà ai molti ricercatori che non hanno accettato la titolarità di insegnamenti nell'attuale anno accademico.

In questo sito ci siamo gia' occupati di ricerca scientifica, nel post 'La RICERCA: costo o investimento', analizzando le ragioni per sostenerne i costi e le attivita' di indagine.

E' davvero singolare, se non addirittura paradossale, che a fronte di elevate qualita' della ricerca scientifica Italiana, riscontrate praticamente ed attestate in campo internazionale, si intervenga 'a gamba tesa' con la scure della riduzione dei costi, senza badare dove cada la mannaia.

Non si venga a raccontare la favola della spesa eccessiva: si noti che la spesa per la ricerca in totale in Italia è poco più dell 1% del Pil. E quella dedicata alla ricerca pubblica Universitaria, nel 2009, è di circa lo 0.3% del prodotto interno lordo.

Se davvero si volesse recuperare dei fondi a favore della ricerca scientifica senza introdurre alcun ulteriore prelievo fiscale, vi e' un modo.

Come indica Pietro Cambi sul blog 'Crisis',

Semplicemente tramite una imposta addizionale del 10% su lotterie e giochi, da utilizzare per i fondi destinati alla ricerca universitaria.
In questo modo, conti alla mano basati sulle entrate delle varie lotterie e grattaportafogli, si verrebbero a creare circa 150-200.000 posti di lavoro nell'Università per giovani ricercatori.

Pensate cosa si potrebbe fare con l'effimero sogno di chi rincorre la dea bendata; e ad esser creativi, ci si potrebbe pure spendere un po' di pubblicita' progresso sopra:  'Se giochi anch'io vinco: 1 lavoro utile pure x te!'

Chissa' se qualche nostro dipendente in Parlamento possa avere un'idea al riguardo?
E magari farsene un vanto alle prossime elezioni...

lunedì 11 ottobre 2010

L'effetto narcotizzante delle parole

Ah la potenza delle parole!

Come dite, oggi viviamo in una societa' basata sulle immagini e su altri aspetti multimediali che colpiscono i nostri sensi, tra questi il suono in tutta la sua banda audio -non solo strettamente quello vocale?

Avete ragione, ma come sanno i miei due lontani lettori, sono un antico affezionato radioascoltatore. E' qui il linguaggio parlato, oltre che stimolante x la capacita' interpretativa, esprime tutta la sua forza.

Ascoltando il GR [Giornale Radio] di primo mattino, mi ha 'colpito' il modo in cui son state enunciate alcune notizie; prendeteli come esempi di 'lavoro', poi vi svelo la 'trama' ;-)
  1. Raccontando della visita in carcere da parte della moglie[1] al Premio Nobel 2010 della Pace Liu Xiaobo e del fatto che nessuna agenzia di stampa o media Cinese potesse divulgare sul territorio la notizia dell'assegnazione del premio, il giornalista RAI Paolo Longo, corrispondende di vecchia data dall'ex-impero Mandarino, afferma "Ancora qualche incertezza nella politica cinese";
  2. Riferendo del risarcimento ai genitori di un ragazzo ferrarese morto a seguito di gravi lesioni traumatiche avvenute durante un 'normale' controllo di polizia nel settembre del 2005, il cronista sintetizza questo fatto di cronaca in "morte del ragazzo durante un controllo di polizia"[2];
  3. Riportando le parole del ministro Tremonti sullo stato di salute del Paese e del Governo di cui e' potente ministro, il fiscalista afferma "per colpa della crisi non siamo riusciti a fare le riforme che avevamo promesso [agli elettori, NdS]";
E la trama?

L'attento lettore e' invitato a cogliere le similitudini e le differenze nei 3 esempi riportati ...

Vi ho sottoposto queste 'news' per evidenziare a mio avviso quello che e' l'effetto NARCOTIZZANTE e DISTORCENTE dell'utilizzo delle parole x raccontare un fatto.

Nei casi citati:
  1. un paese che non ha il coraggio di lasciare divulgare dai media una notizia di dominio 'globale' che lo riguarda e' senza mezzi termini un Paese ove vige un regime dittatoriale, altro che incertezza;
  2. se qualcuno muore mentre e' sotto le mani di qualcun altro e non si tratta di un'operazione chirurgica o di un arresto cardiaco da infarto, questo si chiama omicidio;
  3. se affermo di non esser stato in grado di fare qualcosa, significa che ho SBAGLIATO e nell'ipotesi piu' 'semplice' non sono stato capace di prevedere e di gestire cammin facendo gli imprevisti o le leggerezze commesse -che possono anche capitare a chi lavora;
L'unica differenza tra i primi due esempi ed il terzo sta nel fatto che i cronisti preparando il servizio hanno volutamente utilizzato parole piu' accomondati e a mio avviso fuorvianti la sintesi della notizia; nell'ultimo il ministro in presa diretta, per cercare un appoggio su cui scaricare le colpe girando la frittata, ha invece commesso l'errore di dichiare le proprie colpe senza assumersele.

La conclusione amara di questo gioco e' sconfortante.

E sperate ancora di trovare qualche notizia AUTENTICA sugli organi di informazione nazionale?
"La  Potenza delle Parole e' pari solo all'impotenza del Silenzio"
Buona giornata

Note:
[1] Le agenzie di stampa internazionali hanno appena battuto la notizia degli arresti domiciliari per la donna;
[2] Per altro nel serivizio e' stato omesso che col risarcimento
"In cambio lo Stato chiede alla famiglia di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti."

giovedì 7 ottobre 2010

Un compleanno insanguinato

Anna Stepanovna Politkovskaja vs Vladimir Putin

Quattro anni fa, il 7 ottobre 2006, veniva assassinata Anna Stepanovna Politkovskaja nell'ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando.

Quattro anni fa Putin si fece il regalo di compleanno da solo ordinando l'assassinio di questa grande giornalista che più volte denuncio' il suo regime sanguinario, sopratutto per le repressioni in Cecenia ed i relativi crimini contro l'umanita' commessi dalle truppe russe.

Naturalmente i ceceni son i cattivi indipendentisti armati contro i 'buoni' russi.

Ovviamente la realta' e' differente; gli interessi in gioco in Cecenia, Inguscezia e Daghestan, le 3 regioni del Caucaso Russo hanno un minimo comune denominatore: il controllo del territorio per far passare uno dei principali gasdotti russi atti a portare verso l'Europa il gas naturale estratto dai giacimenti del Mar Caspio: il SouthStream
Cliccare sulla mappa per ingrandire
Sara' un caso che la vicina Georgia ha 'problemi con Mosca'?
E che dire dell'altro confinante Caucasico, l'Azerbaijan, in perenne conflitto conflitto con Armenia?

Bisognava pur trovare una soluzione, x zittire chi aveva coraggiosamente documentato per anni con servizi e dovizia di particolari le repressioni delle truppe russe contro i civili Ceceni.

Il signore del vapore russo, quasi nel senso letterario del termine, ha le mani sempre piu' libere.

Non c'e' che dire, un biglietto di auguri scomodo per Mr. Putin.

lunedì 4 ottobre 2010

Una Buona Notizia

I giovani chiedono di ridisegnare il mondo partendo da loro.
Lo chiedono a uomini e donne di ogni nazione e cultura che credono al bene e alla pace;
lo chiedono ai Grandi della terra, che possono andare sulla Luna e su Marte, ma anche dichiarare guerra ad un Paese e distruggerlo;
lo chiedono ai Grandi della comunicazione, che possono trasformare il vero in falso e il falso in vero;
lo chiedono ai Grandi dell’economia e della finanza, che sono nella tentazione continua di fare del profitto il fine e non il mezzo;
lo chiedono ai Grandi della scienza e della filosofia, che corrono il rischio di strumentalizzare la ricerca e la cultura;
lo chiedono ai responsabili delle Grandi Religioni, che a volte trasformano “Dio” in “Odio”;
lo chiedono ai Grandi persuasori e maestri dell’effimero che possono spegnere nell’umanità la ricerca di significato.
Chiedono a tutti di aprirsi al cuore e all’intelligenza dei giovani.

Che dire di piu'?

E' un invito a chi e' giovane o a chi giovane si sente dentro, nei 2 sensi piu' alti possibili: con la capacita' critica sorretta da forti ideali e con il cuore appoggiato su nervi ben saldi e mente lucidissima.

Ammetto in questo mondo di ladri non e' semplice, ma perche' non provarci?

Ed esserci.

Vi lascio il link al sito del 'Terzo meeting mondiale dei giovani': immediato il filmato; questo e' in Inglese ma trovate pure quello nella lingua italica.

Garantisce il marchio di qualita' del SERMIG: e per chi non lo conoscesse, sara' un occasione per scoprirlo.