martedì 12 gennaio 2010

Il pensiero della Radio

A me piace la radio: intrattiene, fa compagnia nei viaggi o mentre disbrighi le faccende domestiche, solleva lo spirito nei momenti di solitudine e pure sa esser una “di famiglia”.

A mio avviso non e’ irruente o totalmente assorbente per la mente, ed il relativo corpo che la contiene, come la TV; certo e’ incisiva, sa “lasciare il segno”, ma in modo costruttivo.

Si fa sentire eppure lascia spaziare con la fantasia e l’immaginazione. Sa raccontare un fatto, ma ti spinge, quasi ti obbliga a costruirti personalmente il contesto che ci sta intorno. Bada al sodo, va dritta al contenuto -anche perche’ i giri di parole vuote porterebbero l’ascoltatore a perdersi nell’etere.

E’ educativa, nel senso che educa all’ascolto ed alla comprensione del messaggio trasmesso. E spinge al confronto con la realta’ che si conosce, perche’ nostra e quotidiana.

La forza della Radio e’ proprio questa: accattivare, attrarre l’ascolto con la parola; e per esser vincente deve esser immediata, facile, e colpire nel segno subito. Non ci son altri mezzi quali immagini o suoni da sovrapporre o perfino anteporre alle parole. La musica, quando c’e’, e’ alternata ai messaggi vocali; e nei programmi di divulgazione, ne e’ un prezioso alleato.

Ovviamente dipende anche dal canale radiofonico. Fortunatamente ve ne sono per tutti i gusti: dal solo musica, al solo “vaccate”, passando per intrattenimento di vario genere e finendo con i notiziari.

Naturalmente ci sono anche le radio di servizio pubblico. E Radio Rai lo fa(ceva?) egregiamente; mooooolto meglio della sorella piu’ giovane e star di questi anni: la TV.

Bene, anzi non piu’!

Non so se vi sia mai capitato di seguire il palinsesto di RADIO2 negli scorsi anni. E se riuscite sentirlo ancora oggi: sono 2 mondi quasi completamente differenti.

Molti dei programmi che offrivano spunti curiosi e confronti culturali in modo piacevole su cio’ che ci circonda nel nostro quotidiano, quali “L’Altro Lato” op “Sumo”, sono stati rimossi. Non parliamo di programmi che pur tra amenita’ varie, pungolavano tra gli altri, anche un certo modo di fare politica, quale “Condor”; cancellato pure un programma storico sull’Amore, il suo mondo e dintorni quale “F&F e La Trave nell’Occhio”. Altri son stati spostati in orari piu’ improbabili, o troppo presto al mattino “Black-out” o in fasce orarie piu’ affollate di concorrenza, “Vasco De Gama”. Con “Dispenser” gia’ da qualche mese oltre la fascia protetta…

E per molti di questi NON era un problema di ascolto: utenza c’era!

Al loro posto frivolezze a go-go: dal primo “reality” radiofonico, ai surrogati dei programmi precedenti, “Io Chiara e l'Oscuro”; da banalita’ dai vuoti contenuti quali “Traffic”, fino al programma spot per il politico ospite di turno quale “Un giorno da pecora”.
Attenzione: son tutti programmi utilizzati in passato, nei periodi di pubblico ridotto x le vacanze estive o natalizie –reality escluso.

Resistono solo i 2 pilastri storici quali “Caterpillar” ed “Il ruggito del Coniglio”; forse l’introito pubblicitario legato all’enorme seguito di queste 2 trasmissioni e la contemporanea riduzione dei finanziamenti alla radio, hanno conservato loro il posto o meglio la frequenza.

I nuovi dirigenti RAI, secondo me hanno colto l’essenza della radio: per esser seguito devo farmi ascoltare, e per farmi ascoltare devo accattivare la mente di chi mi ascolta stimolandola. Cosi’ facendo si contribuisce ad “allenare” la capacita’ razionale della gente, correndo quindi il rischio che prima o poi nel lungo periodo l’Opinione degli ascoltatori diventi Pubblica e questi aprano gli occhi. Anche sul mondo italico che li circonda.

Meglio stordirli con intrattenimenti di basso contenuto, un po’ sciatti e banali.

Non a caso gira incessantemente lo spot “radio2, tutta un’altra musica”.

Soprattutto, tutta un’altra radio. Decisamente peggiore.

Nessun commento: