giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale, calorosamente scomodo

Buon Natale a chi sopravvive sotto le bombe, e a chi grazie alla costruzione di quelle bombe si godera' un Natale da naBabbo; buon Natale a chi ha perso il lavoro durante questo periodo di ripresa economica, e a chi impunemente sostiene tali affermazioni; buon Natale a chi studia e lavora al servizio dell'uomo e pure a chi sfrutta il povero x servire se stesso ed il proprio egoismo; buon Natale a chi pagando con la carriera o peggio con la vita cerca di difendere la vita umana e quella di Madre Natura ed, un po' a denti stretti, al servile politico vassallo dell'Oligarchia Finanziaria che impera su questo globo disponendo a proprio piacimento delle risorse naturali ed umane; buon Natale a chi annuncia non solo la Luce di Betlemme ma anche denuncia le meschinita' e le violenze sugli umili ed i poveri di questo tempo, e anche a chi si limita alle disquisizioni teologiche con i potenti del globo e della finanza ma sorvola sulle loro colpe ...

Tanti "auguri scomodi" disse quel grande Uomo che fu il vescovo don Tonino Bello.

E qui mi permetto di copiarli, come spunto di meditazione umana e spirituale; ognuno e' libero di meditare nella dimensione che piu' gli e' congeniale.

... buon Natale!
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AUGURI   SCOMODI
 
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali
e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,
vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
                                                                 Tonino Bello
 

mercoledì 23 dicembre 2009

Trasporti: TrenItalia Jones e le avventure sulla Neve

Trenitalia, io preferisco chiamarle FS, in questi giorni han dato prova di esser veramente moderne: prima sopprimono treni persino in anticipo sulle precipitazioni nevose, poi l'amministratore delegato Moretti invita, riuscendo a rimanere serio:
“Chi sale su un Intercity dovrebbe portarsi almeno un paio di panini, dell’acqua e un maglione in più”.
E, come ci hanno detto tutti i media, x evitare disagi ai passeggeri.

Sfortunatamente il ghiaccio ci ha messo lo zampino, anzi, l'artiglio a forma di pantografo, et voila', Milano Centrale KO!!!

Che volete farci, e' stato un evento eccezionale, qui ai tropici della pianura padana non capita mai un evento atmosferico come neve [20 cm a MI] con ghiaccio.
Fossimo in Finlandia, dove i treni x il freddo polare (-20:-30) arrivano al massimo con 5 minuti di ritardo in 5 giorni all'anno...

Tutti tranquilli, comunque siamo un paese moderno, perche' abbiamo la TAV -che pero' si ferma anche lei, stesse cause dei 'regionali' ... [i Finlandesi non lo sanno, loro non sono moderni, nonostante i treni puntuali e, tra le varie aziende che fanno alta tecnologia, ne hanno 1 che si chiama NOKIA]

Povere EffeEsse. E poveri pendolari.

Ai miei pochi lettori interessati all'argomento, faccio un piccolo regalo di Natale: ascoltatelo comodi, e' meglio.

E se avete voglia di un piccolo presente, regalatevi il libro 'Fuori Orario', di Claudio Gatti, inviato del Sole24Ore, residente all'estero.

E volendo un piccolo prefazio, ascoltate il suo promo personale su YouTube


martedì 22 dicembre 2009

Trasporti: le merci non salgono sui treni!

La cronaca di questi giorni narra delle celebrazioni x il collegamento ad alta velocita' [=passeggeri] tra Torino e Roma, rimandando a tempi piu' proficui per il collegamento ad alta capacita' [=merci].

Ma non doveveva esser un TAV/TAC, tutto insieme appassionatamente? Non piu' dunque?!

Gia', chissa' perche'?

Secondo uno studio presentato lo scorso 26 Novembre a Roma, 'La via delle merci', di cui sono autori due docenti del Politecnico di Milano, Giuseppe Russo e Maria Cristina Treu, pare che non convenga!
Infatti alla domanda se sia "meglio il treno per far viaggiare le merci togliendole dalla strada?", la risposta pare esser che 

"Conviene ma solo sopra i mille chilometri di tratta, altrimenti la gomma e' piu' competitiva"
Ma lo studio affronta inoltre il tema delle infrastrutture a sostegno della mobilita' delle merci. E qui son dolori ...
"L'Italia presenta una dotazione obsoleta di reti e nodi."
Dunque tutta colpa della carenza di TAC/TAV?

Non e' cosi', infatti come osserva il presidente di Sitaf (la societa' del traforo del Frejus), Giuseppe Cerutti:
"Dai dati emersi si evince che le grandi infrastrutture da sole non bastano, ma bisogna intervenire sulle singole tratte. Sono necessari piu' progetti specifici rispetto ai diversi contesti regionali, tra cui una gestione piu' aperta dei centri di interscambio e l'integrazione delle diverse modalita' di trasporto merci".

Una rete capillare di trasporto locale? Ma non e' possibile che un 'paese moderno' punti sul traffico locale?

Se si guardasse alla rete di trasporto ferroviario Svizzero ed ai volumi di traffico transitanti la risposta e' scontata: SI, e' possibile e attuabile da anni.
Rammento che la Svizzera e' un tantino montuosa. E senza mastodontiche infrastrutture gli svizzeri col trenino del Bernina arrivano appunto a scalare le montagne -a bassa velocita' per giunta.

Il dato di fatto e' che in Italia, nonostante proclami vari, soldi spesi in passato -ref: lo scalo di Domodossola(NO), 'Domo2000', per gestire le merci verso il Sempione, op l'Autostrada Ferroviaria Alpina, con scalo dedicato x caricare le merci su convogli speciali ad Orbassano(TO), per quelle verso il Frejus,  le Merci non salgono sui treni.

I numeri son impietosi:
"A fronte di una media europea di 17,7% di tonnellate-km (fonte: Eurostat yearbook 2009) movimentata con il ferro - afferma Annita Serìo, direttore di Federmobilità - l`Italia si attesta al 9,9%, mentre la Germania è 21.4%, la Francia al 15.7% e l'Inghilterra all`11.8%. Un risultato lontano dalla media europea che non si può ignorare".
Non e' che le ragioni circa il fatto che le merci non salgano sui treni siano anche altre?
"Occorre una rete di corridoi dedicata esclusivamente al trasporto merci in un sistema intermodale integrato."

Magari senza far passare merci pericolose in centri abitati e su treni obsoleti e senza controlli rigidi sullo stato dei vagoni -e' di oggi la notizia che dopo 6 mesi di agonia s'e' spenta la 32esima vittima del disastro di Viareggio dello scorso Giugno.

Ricapitolando un trasporto in sicurezza di merci sui treni in Italia, al fine unico di togliere traffico pesante dalla strada, e' di fatto una pura fantasia.
Infatti avrebbero senso solo su linee dedicate, piu' capillari e sicure, integrate comunque con altri mezzi di trasporto, ed in ogni caso, a fronte di ingenti investimenti, si avrebbe un ritorno economico solo su spostamenti di lunghissima percorrenza.

Forse forse la TAC, non la Tomografia Assiale Computerizzata, bensi' i Treni ad Alta Capacita', non hanno un'utilita' x il trasporto merci italiano. Ecco perche' non avrebbe senso realizzarli...

Pensateci, per spostare le poche merci da Reggio Calabria al Sempione (> 1000Km) non credo che sia una ragione valida x sperperare soldi pubblici, pescati dalla tasse degli Italiani.

venerdì 18 dicembre 2009

Scherzi da Esubero

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Non e' carnevale, per cui, l'adagio popolare di tal periodo non sembra esser attuale. Eppure sembra che anche gli svizzeri, nel loro piccolo, si vedichino...
"In Svizzera con lo scudo fiscale molti capitali sono rientrati in Italia, e molti bancari svizzeri sono diventati “esuberi”. Uno di questi esuberi, proveniente da HSBC, sembrerebbe abbia consegnato al fisco questa mattina [il 15 dicembre scorso, nds] una lista di 130.000 clienti, per masse stimate tra i 4 e i 6 mld $ che hanno evaso il fisco."
In giro sul web si trova qualche riscontro.

La parte ghiotta della notizia, secondo il blogger economico, e' che
"La realtà di fondo è che queste liste hanno mercato"
Infatti, da parte dei governi dei paesi interessati, c'e' una
"esigenza stringente e reale di rientrare al più presto, prima che l’aumento dei tassi strangoli i paesi indebitati"
Dunque, non solo sventita dei beni confiscati ai mafiosi a prestanome degli stessi, prosecuzione dello scudo fiscale, scippo del TFR, riduzione coefficienti x calcolo pensione et altre "legalizzazioni di reati" in nome del batter cassa, apparentemente ci sarebbero altre strade possibili.

Ma davvero? Personalmente non credo che dopo il salvacondotto x riportare in patria la pecunia nascosta nei paradisi di mezzo mondo, si abbia la voglia di scovare i cattivi grazie ad una "soffiata" ...

Secondo me e' uno scherzo.
Non il fatto in se, ma la caccia ai biricchini evasori condonati. In fondo siamo in Italia, cosa si e' disposto a fare x una manciata di voti?

Piuttosto, prepariamoci a tempi grami, se quelli di LEAP/Europe2020, avessero ragione
"stimiamo che entro la fine del 2010 la maggior parte delle nazioni occidentali dovranno aumentare le tasse in modo significativo per evitare il fallimento delle finanze pubbliche"
Chi volesse avere qualche info di piu' e non e' pratico di English o Francais, si faccia un giretto sul blog "Informazione Scorretta" qui a fianco indicata.

Au revoire, see you soon (?)

martedì 15 dicembre 2009

Vento e Tempesta

Nel titolo si trovano 2 sostantivi con cui spesso si "scontrano" i marinai nel loro girovagare sugli oceani di questo mondo -su quelli degli altri mondi non son aggiornato.
In realta' mi riferivo ad un proverbio in voga dalle mie parti: "Chi semina Vento, raccoglie tempesta".

A scanso di equivoci, non si utilizza x indicare attivita' agronome, ancorche' originali ed avVentate.

Non so voi, ma io ho notato che nella prima decina di giorni di dicembre c'era un po' troppa agitazione in giro, sia verbale, sia manuale. Sopratutto da parte di chi, per ruolo o figura professionale, dovrebbe dare un esempio differente.

Qualche esempio? Davvero ne volete? Eccone alcuni: cariche contro chi protesta o sciopera, ripetuti attacchi contro le istituzioni, chiamata alla rivolta contro attacchi fisici ad personam, strani suicidi, ...

Ed in tutte le sue forme: arroganza e grida, sudditanza servile al potente, cinismo spietato contro i poveri, pestaggi contro i deboli, manipolazione delle informazioni verso il pubblico ignaro, ammiccamenti mafiosi ...

S'e' detto:
"Perche' cosi' tanto odio?"
Gia', davvero, perche'?

Verrebbe anche da chiedersi perche' uno deve sbattere contro un ignobile souvenir volante prima di cogliere questo drammatico aspetto, ma nuovamente, perche' si ricorre cosi' troppo alla violenza?

Al punto che anche Oltre Tevere, alias Santa Sede, interrogandosi sugli ultimi episodi di cronaca di scontri ed impatti violenti, invitano alla riflessione dichiarando
"È un fatto molto grave e preoccupante, che manifesta il rischio reale che dalla violenza delle parole si passi alla violenza nei fatti"
Non e' il livello di violenza su cui filosoficamente disquisire, e' proprio l'essenza stessa dell'uso spropositato della forza, verso chi spesso e' piu' debole o semplicemente ha un conto in sospeso con la giustizia.

Che dire? Restando superficialmente ad un motto sempre verde della Pubblicita', "a Natale si e' sempre piu' buoni" il contrasto con la cronaca di queste settimane in effetti un poco stride.

Lo so', e' volutamente un aggancio superficiale, ma il mondo intorno a me si interroga solo sui segni superficiali e ad alto impatto mediatico. Non si scende dentro il solco di una piaga, e men che mai se non e' visibile o peggio se e' invisa ai potenti -magari anche perche' l'hanno procurata loro stessi.

Ho trovato su di un blog un commento che fa pensare in modo differente:
"... Serve la CONSAPEVOLEZZA CHE LA VITA E' POSSIBILE IN COMUNIONE CON GLI ALTRI, NON IN CONFLITTO. Perche' il CONFLITTO UCCIDE.
Solo questo, bisogna cambiare il nostro atteggiamento nel quotidiano cercando la cooperazione con gli altri per arrivare alla consapevolezza di cosa siamo e cosa facciamo in questa vita. Se non lo facciamo ci puo' solo aspettare il conflitto che vuole dire morte."
Mi sembra uno spunto (pro-)positivo, ad ogni lettore le proprie deduzioni. Et volendo lasciatene qualcuna anche per lo scrivente, grazie.


sabato 12 dicembre 2009

Tutti giu' per Terra

La cronaca globale, nel senso di interesse al globo terreste, ha il suo epicentro a Copenhagen, capitale di uno tra i piu’ piccoli paesi Europei ma tra quelli con la piu’ alta attenzione all’impatto dell’uomo sull’ambiente –es banale: il principale mezzo di trasporto in uso e’ la bici! E non dall’altro giorno.

I media del nostro piccolo mondo, ciascuno a suo modo, sta raccontando la propria versione degli incontri; chi secondo gli interessi del relativo proprietario e chi seguendo la propria coscienza.

Probabilmente qualche cronista subira’ l’influenza della terra di Amleto e cosi’ si trovera’ nel dilemma: “esser professionalmente onesto o non esser infedele agli interessi di chi mi paga lo stipendio”.

Vedremo, leggeremo e giudicheremo.

C’e’ una cosa che mi colpisce: il gioco delle percentuali!

“Ti do il 30% in meno entro il 2050”, che si scontra con chi propone “No, voglio il 15% in meno entro il 2030”, e chi rilancia “meglio il 25% entro il 2040” …

Pare che i “grandi” della terra stiano facendo un gioco di societa’, un cocktail tra un risiko sulle emissioni di anidride carbonica ed un poker d’azioni da intraprendere per contenerle: la posta in gioco sarebbe salvare “nostra sorella madre terra”, eppure sembra che l’obiettivo di ogni partecipante al tavolo sia la riduzione delle misure e dei costi a carico del proprio paese.

Mi ricorda una nave che sta andando dritta contro un Iceberg, mentre coloro che si trovano nella cabina di comando stanno litigando su quando deviare dalla rotta e sulla potenza dei motori perche’ non si vede bene quanto sia grande la massa di ghiaccio che sta andando loro incontro! Ma vogliamo toglierci immediatamente dalla traiettoria con i motori alla massima potenza? A scampato pericolo potrete disquisire sulle dimensioni del ghiaccio, sempre che siate ancora interessati.

Cosi’ qui: non mi interessa sapere se il mare si innalzera’ di 1,5m o di 3m entro 20 o 50 anni a causa dell’Effetto Serra e del surriscaldamento; il dato di fatto, e lo state implicitamente riconoscendo anche voi, e’ che il livello delle acque crescera’, quindi e’ ora di agire, subito: avete speso un sacco di soldi nostri per salvare le banche private nell’ultimo anno, ed ora state tergiversando sul salvare il pianeta.

Provate a pensare in questo modo: prima evitiamo il collasso alla Terra –ahime’ non abbiamo quella di scorta- e prima potrete ritornare a fare le vostre porcate nel mondo economico-finanziario.

Scongiuriamo il pericolo con azioni serie, facilmente misurabili e controllabili da tutti, dando fiducia ai geologi, ai fisici ambientali, ai biologi marini, a tutti gli “scienziati ambientali” e quindi assecondate le loro richieste. Solo dopo potrete valutare se avessero avuto ragione i pessimisti, gli ottimisti o gli economisti

In un “nuovo mondo” basato su di un utilizzo equo delle risorse del pianeta ed un rispetto dell’ambiente, credo che nessun popolo, degno di chiamarsi “Sapiens”, sentira’ la necessita’ di lamentarsi  coi propri governanti per questo.

Non lo credete anche voi?

venerdì 11 dicembre 2009

Balle & Luoghi comuni

Spesso utilizziamo in modo improprio le parole; alle volte siam piu' che giustificati, chi ce le propone -es: i media- lo fa sbagliando gia' all'origine.

Un esempio? Il termine STATO -no, non il participio passato del verbo "Essere", proprio il sostantivo sinonimo di "Nazione". Ecco, appunto, tale vocabolo indica, ad esempio la Repubblica Italiana, quindi il relativo insieme di cittadini <<comunità stanziata permanentemente in un dato territorio, politicamente organizzata sotto un governo sovrano>>.
E non gia' il relativo Governo, ossia l'insieme di ministri, vicemin e sottosegretari, come ahime' troppo spesso ci si riferisce col medesimo termine.

Insomma lo Stato e' composto da: io, tu che leggi, e probabilmente molti di coloro in grado di capire il linguaggio di questo post. Come immagini l'Italiano e' poco diffuso nel mondo, infatti lo parlano in questo territorio + i Longobardi con passaporto Svizzero nel Canton Ticino.
Eccoti una prima balla che scoppia: "l'Italia avra' il suo posto nel mondo, e l'Italiano sara' il suo messagero [B.Mussolini]": se e' vero che la nazione x ora (R)esiste, non occupa di certo un posto molto in alto nel globo in termini di importanza. Nonostante i giornali, i media ed i vari ministri lo affermino un giorno si e l'altro quasi.

Un'altra bufala, freschissima? "Io son stato eletto dalla maggioranza degli Italiani"

Come si puo' verificare con un qualunque presidente di seggio, le percentuali che si utilizzano per assegnare i seggi son sui VOTI VALIDI.
Ossia sulle schede messe nell'urna [= % votanti su totale ELETTORI] va sottratto la somma di quelle BIANCHE+NULLE, essendo voti "inutili" a far capire la preferenza. Questo fornisce il numero di voti validi [= 1 'X' messa su di un simbolo]; quindi e' su questo numero ridotto di elettori che si determinano le percentuali x ogni lista, e quindi il ripartimento dei seggi in base ai meccanismi stabiliti dal legislatore.

Per capirci facciamo un conto. Prendiamo ad esempio i dati delle ultime consultazioni [le Europee di Giugno, fonte Min.Interno].
Su 1000 potenziali elettori, han votato solo in 650.
Determiniano i voti validi espressi dalla gente: 650*[1-(0.03+0.0338)]=~ 608 elettori
Bene, ora domandiamoci, qual'e' stato la reale preferenza ottenuta, per esempio dai 5 partiti/gruppi/club attualmente presenti nell'Italico parlamento?
Facile: applichiamo ai ns 608 elettori le percentuali riportati da ogni raggruppamento, e quindi:
LEGA: 0.102*608 =   62  elettori  su 1000 potenziali
PDL:    0.352*608 =  214  elettori  su 1000 potenziali
UDC:   0.065*608 =   39  elettori  su 1000 potenziali
IV:      0.080*608 =   48  elettori  su 1000 potenziali
PD:     0.261*608 =  159 elettori su 1000 potenziali
naturalmente gli 84 elettori rimanenti hanno espresso altre preferenze...

Dunque, 214 elettori su 1000 non mi pare siano la maggioranza degli Italiani; e non stiamo a disquisire sul fatto che tra i 60 milioni di Italiani c'e' anche chi ha meno di 18anni; beata gioventu', loro non votano ;-)

Naturalmente un'altra "bella balla" fresca di conio riguarda "gli ultimi 3 presidenti della Repubblica di sinistra".

Davvero? Questo e' piu' facile; guardiamo a quale partito appartenevano quando furono eletti:
+ Giorgio Napolitano: eletto nel 2006, comunista --> sinistro [x] VERO;
+ Carlo Azeglio Ciampi: eletto nel 1999, non iscritto ad alcun partito  --> sinistro [ ] FALSO;
+ Oscar Luigi Scalfaro: eletto nel 1992, democristiano --> sinistro [ ] FALSO;

Dunque 2 su 3 ERRATI!

Non e' che 'sto tizio dalla comunicazione facile, spari un po' troppe balle, solo perche' non lo si controlla? Sara' mica perche' va a zonzo per le feste di partito in Europa a dichiarare che lui delle suddette ne ha ben 2, e gli italioti lo amano per questo -forse asseriva alle passioni delle sue dame di compagnia?

Pensiamoci un po' sopra, prima di prendere x oro colato tutte le invettive che scaglia addosso a chiunque cerca di riportarlo sulla strada del buonsenso e lo invita ad attinersi al proprio ruolo, da esercitare per altro nei luoghi adeguati -es: non in TV, bensi' in parlamento.

Se no significa che ha perso il senno. Da come pare furioso, mi sembra l'Orlando di Ariosto: "pazzo io divento, insano e mentecatto"

Un tantino grave per la quarta carica del nostro scalcinato Stato: 'un vorra' di' che e' diventato una carica-tura?

giovedì 10 dicembre 2009

Nulla di cui aver paura o paura del Nulla?

Sara' capitato anche a voi di aver provato l'emozione della paura per una cosa ignota, o piu' semplicemente per una cosa che non ci lasciava tranquilli senza esser in dolo da parte nostra -se era legata ad una piccola marachella e' invece un'altra storia, non rientra nel nostro esempio.

Una mia antica zia amava ripertermi la domanda: "Di cosa e' fatta la paura?", intuendo che la mia risposta sarebbe stata "di .... nulla!"! E quindi rilanciava "Dunque sii sereno, mica vorrai lasciarti intimorire dal nulla" -all'epoca non conoscevo ancora Michael Ende e la sua  La Storia Infinita ;-)

Era molto pedagogica e psicoanalitica si direbbe oggi, ma in sostanza aveva colto nel segno: l'effetto era risolutore della piccola causa del malessere.

Gia'! Ehm, la saggezza popolare....

Roba da bimbi.
Solo "da bimbi"?

La scorsa settimana in radio ho sentito la seguente affermazione: "Le parole che tale persona [il pentito Gaspare Spatuzza, n.d.s.] pronuncera' a mio carico nel processo in cui son coinvolto sono false. Sono completamente estraneo a qualunque riferimento emergerera' dalla testimonianza". Il servizio continuava citando che i legali dell'imputato, tal Marcello Dell'Utri senatore di questa Repubblica, in sede preliminare del processo avevano tentano di eliminare la testimonianza di cui si riferisce qui sopra.
La potenza della Radio: l'ascolto delle parole che veicolavano l'informazione mi ha fatto notare che la saggezza di mia zia non e' cosi' diffusa come credevo.

Se solo l'imputato in questione sapesse che la paura e' fatta di niente, starebbe tranquillo! Lui non ha fatto nulla, non deve aver paura del nulla! E cosi' pure i suoi avvocati non avrebbero dovuto tentare di eliminare un testimone che, dichiarando il falso, non sarebbe poi cosi' scomodo. Vi pare?

Poi oggi ho trovato sul web http://antefatto.ilcannocchiale.it/  un articolo, che riporto qui sotto come spunto odierno x il lettore, dato che a me ha sballato un po' i miei limitati e fanciulleschi pensieri....
"Chi si scandalizza per le dichiarazioni di Spatuzza, chi attende col fiato sospeso quelle eventuali dei fratelli Graviano, chi si domanda "perché proprio ora?", chi invoca "i riscontri" ad accuse tanto "inverosimili", non sa che da 15 anni decine di mafiosi pentiti e di semplici testimoni hanno parlato dei rapporti fra Dell’Utri, Berlusconi e Cosa Nostra.E che le loro parole sono già state riscontrate da indagini accurate e documenti inoppugnabili. Di più: le parole scritte dal Tribunale di Palermo che nel 2004 ha condannato Marcello Dell’Utri a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa fanno impallidire quelle dell’ultimo pentito. Il quale si limita ad aggiungere un paio di tasselli a un mosaico già più che completo."
Dunque il senatore ha gia' subito un grado di giudizio. Sembrava cosi' illibato...
Proseguiamo con articolo
"Purtroppo quel processo nessuno l’ha mai raccontato in tv e nemmeno i mafiologi dei giornali che oggi si svegliano con 15 anni di ritardo. Ci provarono Luttazzi, Biagi e Santoro nel 2001, infatti furono epurati dalla Rai proprio per evitare che informassero i cittadini elettori del processo più importante d’Italia e più oscurato del mondo."
OK, Santoro e' di parte, Biagi fu un grande giornalista; infatti anche il premier attuale lo ammise, solo post mortem, quando non gli faceva piu' paura -un'altro che non conosce la saggezza popolare citata sopra.
Ma Luttazzi, non e' un comico? Abbiamo paura di un comico al punto da mandarlo via? Mah, strano 'sto paese...

Riprendiamo
"Oggi le parole di Spatuzza cadono in quel vuoto informativo accuratamente studiato a tavolino e appaiono come funghi cresciuti nel deserto, calunnie di un pazzo o di un pentito prezzolato che ha deciso di infangare l’immacolata reputazione del premier e del suo braccio destro. Il Fatto ha deciso di riempire quel vuoto pubblicando in due puntate ampi stralci della sentenza Dell’Utri. Nella prima di oggi si raccontano i rapporti fra i fondatori di Forza Italia e Cosa Nostra negli anni Settanta e Ottanta. Domani sarà la volta degli anni Novanta: la "stagione politica", dominata anche secondo i giudici dai fratelli Graviano."

mercoledì 9 dicembre 2009

Un pensiero sul giornalismo


Un po' di relax!
Qualche giorno lontano dalle fonti di informazione ufficiale, cosi' per  evitare di restare sommerso da quel liquame dal colore bruno olezzo che le fonti di (dis)informazione di cui sopra hanno riversato sulla carta e nell'etere in questi giorni -tranquilli, continueranno ad libitum a lungo.

Un assaggio di vassallaggio? Scaricate qui la puntata del 4 dicembre della trasmissione radiofonica condotta dalla signora moglie del EX-man Italiano D.O.C.G.: ex-sindaco-dell'Urbe, ex-cattolicopraticante, ex-Pannelliano, ex-VerdeIridato, ex-Margherito, ex-Ulivista, ... attualmente in attesa di esser Ex di qualcosa d'altro.

Cosi', nella quiete di qualche giorno di (im)meritato riposo, mi son tornate alla mente le parole sulla vocazione missionaria nel ruolo del giornalista, casualmente scovate tempo addietro. Fonte, un grande Giornalista: Tiziano Terzani. Grande sopratutto ad offrire punti di vista differenti.

E cosi' provo ad offrire 1 pensiero positivo e far intendere quello che dovrebbe esser l'azione pulsante del mestiere di giornalista. Anche oggi, anche in Italia.

"Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo".

giovedì 3 dicembre 2009

Liberi di rassegnarsi o di costruire?

Giorni un po' cosi'cosi', non tristi ma che paiono non smetter di fissare il limite del peggio...

Colpa del globo, delle notizie o di come ci son raccontate, colpa del destino o magari anche in parte nostra?

Personalmente ritengo che ognuno di noi non sia privo da (ir)responsabilita': in fondo non e' piu'  facile lamentarsi, a volte indignarsi e comunque sempre seguire la corrente e non uscire dal gregge?

Eugenio Montale, poeta e Giornalista d'altri tempi, invitava a
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Dunque, non chiedere la parola che spiani la via, bensi', come in ogni determinata scelta della nostra semplice vita, mettiamo in campo la grinta necessaria anche contro la statistica avversa.
Se veramente si volesse contribuire a cambiare la parte di territorio che circonda il nostro orticello occorre agire in prima persona, anche senza gesta ecclatanti o rombanti scese in campo -queste ultime abbiamo imparato a nostre spese che son sinomini di "difesa di interessi privati e personali". 
Mai più attuali di adesso sono state le parole di Albert Einstein:
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare."
Pensateci...
A chi ama i grandi classici, ecco Epicuro
Perché il male trionfi basta che gli uomini di buona volontà non facciano nulla.
E dovremmo pensare un pò tutti al discorso di Concetto Marchesi, pronunciate nel 1943, allora Rettore dell’Università di Padova,
"...non lasciate che l’oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla schiavitù e dall’ignoranza,..."

E da allora sono nati molti nuovi schiavi, perchè chi nasce schiavo non conosce la libertà, perchè chi non conosce la libertà non sa di essere schiavo.
Sono parole così attuali da lasciare l'amaro in bocca,  pare proprio che l'appello di Marchesi sia svanito nel tempo...e nelle frequenze della TV!

Concludo, x par condicio, con uno spunto di Leo Longanesi
"Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi".

martedì 1 dicembre 2009

La RICERCA: costo o investimento

30 Novembre’09: prime ore del nuovo di’, a 100m di profondita’ nel sottosuolo dei sobborghi di Ginevra, dentro un anello tubolare lungo 27Km, a temperature piu’ basse di quelle dello spazio profondo [1,9 Kelvin] e’ RECORD del MONDO energetico:1,2 TeV!
E’ stata superata l’energia piu’ alta mai prodotta dall’uomo [1 Tera = 1 miliardo di miliardi, pensate, la carica dell’elettrone moltiplicata x un ‘1’ seguito da 12 zeri]. E, attenzione, e’ un limite che sara’ presto superato; piu’ volte secondo i piani di sviluppo dell’esperimento in corso al CERN, fino a superare i 7TeV.

Dunque in un periodo di crisi energetica si ha finalmente la soluzione al pressante problema della “fame di energia del mondo”?

Ehm, NO! Non e’ proprio cosi’.

Non si tratta di fonti alternative di produzione dell’energia elettrica –anche perche’ come indicato tra le righe gia’ la temperatura necessaria e’ un pochino bassina, e’ stata raggiunta dentro ad un filo di superconduttore del diametro di 1 capello, facendo scontrare 2 fasci di particelle piu’ piccole di un atomo accelerate da campi magnetici un tantino non convenzionali … E qui mi fermo, non avendo ne la conoscenza di base, ne la competenza x fare una corretta divulgazione dell’esperimento, rimando gli interessati al link appropriato.

Questo pseudo-spot era solo un incipit, per introdurre l’argomento della Ricerca Scientifica di base, quella che “ i Paesi interessati al loro sviluppo futuro continuano a sostenere con finanziamenti adeguati” [by Dott. S. Bertolucci, oggi direttore della ricerca al Cern].

Gia’, in un periodo di vacche magre qualcuno dira’: ma e’ proprio il caso di finanziare i giochini dei fisici, o di qualunque altro settore ricerca?

Domanda lecita, risposta, se ci pensate, scontata: certamente SI! E senza se e senza ma.

Ma come, senza avere la certezza di un adeguato ritorno economico? Bhe, ognuno di voi ha di sicuro esempi di ASSOLUTI non ritorni economici, altrimenti detti PERDITE, tra i propri investimenti finanziari. E non solo in questi ultimi 2 anni.

Se al settore finanziario siamo (stati?) disposti a concedere perfino una buona fetta dei nostri risparmi, senza controllare il suo operato e sopratutto senza accertarci che fosse in grado di gestirli in modo sicuro e corretto, ora ci mettiamo a dubitare di chi ha gia’ dimostrato di produrre qualcosa di utile?

Cosa? Al volo, per esempio, cio’ che permette a te di leggere questo testo che ho scritto su di un treno in corsa: il world wide web. Inventato al CERN per permettere lo scambio rapido di info tra persone dislocate in differenti centri di ricerca nel mondo, e’ stato gratuitamente regalato all’umanita’: un buon ritorno su parte delle tasse pagate? Pensate se lo avesse creato invece, per esempio l’azienda di Bill Gates…

Altri esempi? I sistemi di depurazione e potabilizzazione dell’acqua: microbatteri bruciati da neutroni ad alta energia; sullo stesso principio, settore agricoltura, il sistema che impedisce alle patate del supermercato di germogliare; op settore medico, i sistemi di prevenzione e di trattamento di volumi tumorali, …

E solo x restare nel settore della fisica delle particelle, senza parlare della biologia molecolare, la chimica, la medicina soprattutto genetica –il progetto GENOMA!!!!-, et similia.

Eh si, forse dobbiamo rivedere il nostro concetto di cosa sia utile e giusto sostenere con i soldi delle nostre tasse e cosa invece non lo sarebbe.

Che ne dite: meglio un banchiere ingrassato con i nostri (dis)investimenti personali op la ragionevole speranza di avere una qualità della vita comune piu’ alta ed un benessere condiviso?

Oso, citando Indopama dal blog di Informazione Scorretta:
“VI SENTIRESTE PIU' SICURI SE VI DESSI 1 MILIONE DI EURO IN CONTANTI O SE AVESTE LA FIDUCIA CHE TUTTO IL PIANETA E' A VOSTRA DISPOSIZIONE PER AIUTARVI OGNI VOLTA CHE NE AVETE BISOGNO?”
A vous

giovedì 26 novembre 2009

Acqua: un bene per il Comune ed una risorsa per pochi

Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un posto ove l’acqua e’ abbondante; al punto che in alcune periodi dell’anno e’ l’elemento essenziale di “colore” del territorio: dal grigio verde dell’acqua di fusione glaciale al verde intenso della vegetazione che abbeverandosi con gli scrosci celesti, esplode rigogliosa.

Immagine bucolica del pensiero o dichiarazione d’affetto per un luogo fisico? Entrambi.

Solo per indicare che l’acqua non mi e’ proprio estranea. Cosi’ come non mi e’ estraneo il “problema acqua”: o meglio, cio’ che passa da esser un elemento essenziale x la Vita di ogni essere vivente, al divenire fonte di reddito per le amministrazioni comunali. E di lucro per pochi.

Da Bene comune a bene per il Comune.

Ineluttabile conseguenza di un decreto legge scellerato, diranno i miei 5 lettori…

Ma davvero non si puo’ fare piu’ nulla?

“Il decreto è passato? Bene, adesso i comuni si dotino di aziende speciali e si ribellino alla legge”.
Secondo p.Alex Zanotelli, da molti anni in difesa di questa preziosa risorsa, non e’ cosi’ invitabile. Infatti:
“Noi sosteniamo, e con noi lo sostiene una serie di esperti e giuristi, che nonostante questa legge i comuni possono fare un’azienda pubblica e gestire la propria acqua in chiave totalmente pubblica. Ho qui con me un’opinione che è stata approvata dalla sezione ambiente dell’ordine degli avvocati di Napoli. Sto parlando quindi di cose che giuridicamente si possono fare. Le vecchie municipalizzate, per intenderci quelle che noi chiamiamo ‘aziende speciali’, con totale capitale pubblico si possono fare”.
Dunque qualcosa di differente dal seguire l’imposizione legale di un’irrispettosa privatizzazione un’amministrazione pubblica puo’ farlo. Legalmente!
“Noi siamo già partiti e stiamo chiedendo a tutti i comuni, partendo dal basso, di fare consigli comunali pubblici su questo tema e chiediamo che ogni consiglio comunale dichiari l’acqua un bene di non rilevanza economica. Chiediamo che ogni comune percorra la strada dell’azienda speciale”.
Acqua come risorsa economica!!! Per caso c’e’ da tappare un buco nella finanza pubblica –perche’, p.e. e’ sparita la tassa federale, meglio nota come ICI?

Mah… ai posteri il solito fardello di giudizio; ma ora?

Il singolo cittadino, utente dell’acqua nel rubinetto di casa, come puo’ muoversi x difendere un proprio diritto? Se puo’ sollecita i propri amministratori a seguire l’esempio indicato da p.Alex, ed in prima persona sull’acqua pubblica ci puo’ mettere la firma: aderite alla petizione on-line.

A chi vuole seguire questi elementi su altri blog, di carattere economico e di mercato libero non ha che da seguire la scia, lasciata sul web da chi ha la capacita’ ed il coraggio di tracciare la via.

In alto i calici, d’acqua.

lunedì 23 novembre 2009

Trasporti pubblici: La strana alleanza

Il weekend alle volte porta idee e spunti su cosa buttar giu' per iscritto ... alle volte troppi ;-)

Iniziamo oggi uno degli argomenti "classici" di interesse collettivo: i trasporti pubblici, nell'era della crisi e della pubblica disinformazione.

Eccovi il pretesto:
Porta Susa, diffusore acustico: "I signori che hanno preso il treno x Milano son pregati di restituirlo, grazie"

Eh gia' la TAV, opera omnia dei trasporti ferroviari, che unisce il (disunito) paese e sopratutto tutto l'arco parlamentare, che sposta le masse (disoccupate) e le merci -parificandole: valgo + o - di 1 sacco di patate?- ed ingrassa i soliti ig-nobili, pardon, noti ......... [x gioco: completate voi i puntini di sospensione]

Come si sa, quando si compra o si costruisce una casa, si valutano tra le prime cose le necessita' [quante stanze? box si o no?] e le capacita' di finanziamento [compreso la durata del mutuo e la dimensione della rata], giusto x non "andare con le gambe x aria" come avrebbero detto i miei nonni.

Mi aspettavo che la stessa cosa fosse applicata nella definizione di una rete efficiente ed efficace di trasporto pubblico -rammento, pubblico, ossia x tutti i cittadini, p.e.: sia i "tax payer", sia gli evasori. Quindi, che ne so, pensare a chi serve il mezzo di trasporto [uomini o merci], il numero di utenti coinvolti [pendolari op occasionali], una seria Valutazione di Impatto Ambientale fino alla copertura finanziara possibile [visto il periodo, compresi gli eventuali regali di Babbo Natale, dopo il Pantalone Europeo], e roba simile.

Lasciamo per semplicita' ad amministratori e cittadini di paesi piu' evoluti cose quali: integrazione tra mezzi differenti di trasporto, pianificazione sviluppi delle infrastrutture di fronte ad un possibile cambio di scenario delle fonti energetiche e di combustibile, et similia -veramente roba da altro pianeta.

Dunque, dicevamo, necessita'.

Necessaria? Forse si, ci sarebbe qualcosa da FARE nel trasporto ferroviario alpino ... magari appunto iniziando ad analizzare i dati sul flusso di traffico, le capacita' attuali delle linee esistenti e le relative possibilita' di potenziamento ed adeguamento, il bacino di utenza coinvolta e, cosi' x finire in statistische verso il futuro, le previsioni di trasporto sia delle merci, sia dei passeggeri.

Ah, pero' ...

E' altresi' onesto ed importante capire il rapporto dei costi rispetto ai benefici per questo tipo di opere: economico [costo nudo e crudo], finanziario [chi paga e in quale modo si recuperano i debiti], ambientale [non e' che si perda qualche sorgente d'acqua op di demolisca qualche ecosistema unico o delicato, eventuale inquinamento prodotto da scavi o transiti x i lavori], sociale e occupazionale ...

Ecco, l'elenco si allunga; oggi limitiamoci alle considerazioni economiche, rimandando il resto alle prossime puntate.

Cercando di esser equilibrati ed il piu' liberali possibili, sposando quindi le diretteve del modello economico alla base del nostro mondo, vi lascio alla lettura di questo articolo che vi illustra le ragionevoli argomentazioni per una scelta economicamente razionale sull'opera sotto la nostra lente.

Meditate gente, meditate ;-)

PS: Dimenticavo, l'ultima fonte proviene da Istituto Bruno Leoni, un posto non proprio x "figli dei fiori":
« L’Istituto Bruno Leoni promuove una discussione pubblica più consapevole ed informata sui temi dell’ambiente, della concorrenza, dell’energia, delle liberalizzazioni, della fiscalità, delle privatizzazioni e della riforma dello Stato sociale

venerdì 20 novembre 2009

A Roma siamo in vena di regali

No, non e' l'aria consumistica del natale di cui vorrei "narrare", bensi' di un altro genere di regali che i nostri oculati ed attenti legislatori stanno facendo a qualcuno.

Qualche annetto addietro, a seguito di una petizione di oltre un milione di firme per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie -roba che neanche Grillo, oggi con il suo blog, arriva x ora a tanto-, il Parlamento promulgo' con voto unanime la legge 109/96 che ne istitui' il loro utilizzo.

Bene, oggi pare che i legislatori abbiano cambiato idea. Infatti un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi dalla confisca.

Come e' indicato nell'appello apparso sul sito di Libera -la principale rete di associazioni nomi e numeri Contro le Mafie- questo significa, in soldoni, la definitiva perdita di credibilita' delle istituzioni nella lotta alla criminalita' organizzata.
" La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni".
E che se ne fa la societa' civile del confiscato?

In giro sul web si trovano interessanti progetti gia' realizzati. Per esempio, in termini di prodotti per la societa' civile del territorio:
"Il lavoro sui terreni confiscati ha portato alla produzione di olio, vino, pasta, taralli, legumi, conserve alimentari e altri prodotti biologici ...."

Qualcuno di mente aperta potra' sempre obiettare che "tanto laggiu' (?) la gente non la vuole capire"; posto che: a) sia vero; b) sia difficile far capire al "nordico" padano che anche geograficamente tutto e' relativo -"nord sud ovest est" oltre che una vecchia canzone degli 883 son prima di tutto i punti cardinali con cui ci si orienta ovunque nel nostro piccolo globo.
Non essendo tuttavia questo il punto cardine del mio disloquire, si coglie l'occasione per fare presente ove sia il piu' grande bene sequestrato alla Mafia: in Toscana, nella campagna senese. E su questo e' in corso un progetto pubblico di utilizzo x realizzare la "fattoria della legalita'".

Cio' significa a mio avviso che la criminalita' organizzata, geograficamente parlando, ha interessi in ogni luogo italico e oltre i baluardi alpini o le rive del mare Nostrum ...

Allora, che il lettore provi a fare un attimo di pausa e meditare dove orientare il riferimento della propria bussola di legalita', magari scorrendo nuovamente il testo dell'appello di Libera, con cui mi pare onesto chiudere questo messaggio
non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra".
E mai piu' loro!

PS: ...a chi e' cultore di Bacco, si puo' consigliare la lettura sorseggiando un buon rosso di Montalcino, in alternativa un Chianti dei colli Senesi.

mercoledì 18 novembre 2009

La rivoluzione della ‘democrazia viva’

Oggi un eccezionale "Special Guest": p.Alex Zanotelli, con un notevole documento edito gia' nel Dicembre 2003. Ma lasciamo a padre Alex la parola, e come al solito, buona meditazione ;-)

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«Se in Italia l’attuale movimento di base critico dell’imperante sistema economico finanziario militarizzato vuol fare un passo in avanti dovrà seriamente pensare a come minimamente organizzarsi per poter maggiormente incidere.

A questo movimento sono stati dati i nomi più strani: no global, new global… nomi che non rispecchiano la vera natura del movimento. Negli Usa taluni vorrebbero chiamare questo movimento living democracy movement (democrazia viva - attiva). Qualcuno suggerisce anche il nome di democrazia planetaria o cittadinanza planetaria.

Penso sia fondamentale però ritornare a sottolineare l’importanza della società civile, non quella amorfa, ma quella che tenta faticosamente di organizzarsi in realtà viva. Gruppi, gruppuscoli, comunità di base, cooperative, singole persone, critiche dell’attuale sistema economico finanziario che tentano di unirsi, di coordinarsi, di fare rete per avere più visibilità, più valenza politica.

Riteniamo che i sindacati siano parte integrante di una tale realtà (l’evento Seattle 1999 si è verificato perché le forze sindacali americane si unirono insieme al movimento di base presente negli Usa). I sindacati sono forze sociali e quindi parte integrante della società civile.

Ma riteniamo anche che le comunità di base, i gruppi cristiani o di altra inspirazione religiosa, critici del sistema, facciano parte della società civile organizzata. Le chiese e le espressioni religiose, in quanto coscienza critica della realtà, sono parte integrante della società civile organizzata.

Riteniamo invece che i partiti non facciano parte di questa società civile organizzata. Sembrerebbe che l’Italia sia il solo paese in cui i partiti siano parte della società civile. Spesso qui da noi i partiti utilizzano associazioni, forum o altro per camuffarsi come società civile. Questo non vuol dire che uno non possa essere membro attivo di un partito politico. Quello che rifiutiamo è che i partiti utilizzino la società civile per perseguire i propri scopi.

Questa società civile organizzata deve diventare un soggetto politico. Sappiamo che questo è anatema ai partiti, ma non abbiamo altra scelta. In un dibattito pubblico l’onorevole D’Alema ha voluto sottolineare che solo i partiti sono soggetti politici. Purtroppo i partiti non fanno più i partiti, sfuggono loro le grandi decisioni politiche (sono diventati sub-serventi ai poteri economico finanziari). Oggi i partiti hanno bisogno di una società civile organizzata che fa politica, quella con la P maiuscola, per forzarli a ritornare a fare politica vera, alla grande.

Questa società civile organizzata dovrà poi perseguire obiettivi politici concreti come la scelta dell’energia solare invece di quella elettrica, il rifiuto dell’energia atomica…

Riteniamo che tutto questo potrebbe ridursi a belle parole se non riusciamo a trovare una via che permetta alla società civile organizzata di esprimersi attraverso dei suoi rappresentanti che tutti riconoscono come tali. Non è più sufficiente il farlo attraverso marce, manifestazioni o altro. Anche se tutto questo rimane importante.

C’è oggi bisogno di identificare persone che siano l’espressione di questa società. Persone provate e stimate da tutti che possano parlare con competenza nel loro campo. Persone che non sono alla ricerca di se stesse o di carriere politiche o di tornaconto personale, ma unicamente interessate al bene comune. È importante trovare delle strade per identificare tali persone che abbiano l’avvallo di tutti.

Per perseguire questi obbiettivi la società civile organizzata dovrà fare una scelta chiara: la non violenza attiva gandhiana. Si tratta di rimettere in piedi cittadini che perseguano con tenacia e furbizia i loro diritti e la loro dignità, ma che rifiutano il ciclo della violenza. Questa scelta è un aspetto fondamentale del processo di crescita civile e umana. Il sistema è oggi radicalmente violento e solo la nonviolenza potrà creare una civiltà non violenta. Questo ci obbliga oggi a dover lasciare quei compagni di viaggio che non accettano la nonviolenza come base di ogni azione sociale e politica.

Tutto questo richiede una vera e propria rivoluzione umanista: deve portare alla nascita dell’uomo planetario come diceva Balducci o dell’uomo nuovo direbbe Paolo di Tarso.

Ecco perché la dimensione culturale di tutto questo è estremamente importante. La società civile organizzata nascerà da un profondo risveglio culturale e il suo lavoro più immediato sarà quello culturale. La sua più effettiva strategia politica sarà quella di far avanzare questo risveglio culturale

È interessante che questa sottolineatura ci venga proprio dagli USA dove questo è particolarmente sentito. Il nordamericano David Korten ci ricorda che "nella società civile la sfera culturale è la realtà più importante ed è il risultato di una vita comunitaria attiva costruita da persone libere e creative. Tale cultura è centrata sulla Vita e promuove la Vita. I suoi valori e i suoi simboli servono come fondamento su cui i membri della società creano le loro istituzioni economico politiche. I valori vitali di culture autentiche portano naturalmente alla creazione di strutture politiche veramente democratiche basate su un profondo impegno per un’aperta, attiva partecipazione politica".

Questi valori portano alla costruzione di economie di mercato alternative composte di aziende locali che offrono la possibilità di una vita decorosa per tutti. Questo dà la possibilità alla società di auto - organizzarsi sulla falsariga di tutti i sistemi viventi e di massimizzare il potenziale creativo di ogni persona a servizio della vita.

L’importanza di questo aspetto culturale lo si capisce se comprendiamo che l’attuale sistema economico finanziario è costruito sul fondamento di miti culturali. Se si aiuta la gente a capire che questi miti sono falsi il sistema crolla. Lo svuotamento di questi miti diventa quindi una potente strategia per minare il sistema. Non si tratta altro che di far risuonare verità cariche di una sapienza che è nel cuore di ogni uomo: la vita è più importante dei soldi; la vita è la fonte della vera ricchezza; distruggere la vita per far soldi è una patologia sociale… È questa nuova cultura che permetterà un cambiamento radicale del sistema.

"È bello vivere in questo momento storico nel quale assistiamo a una nuova presa di coscienza della sacralità della vita stessa, nel suolo, nell’aria, nell’acqua, nei nostri fratelli…La gente è stanca di essere costretta a combattersi quando nel mondo c’è già così tanta sofferenza…La gente oggi è pronta a mettersi insieme, a fare rete per incrementare la vita che ci accomuna tutti…" afferma una della anime del movimento negli USA, Joanna Macy .

"Però nuove reti lillipuziane e nuove vie di produzione e distribuzione non sono sufficienti per la Grande Svolta. Si affievoliranno e moriranno se non sono radicate in valori forti - chi siamo, chi vogliamo essere, come ci realizziamo l’un l’altro e in contatto con l’ambiente -. Questo significa un salto di qualità nella presa di coscienza che sta avvenendo molto rapidamente. Questa è una rivoluzione spirituale che dovrà dare vita a percezioni e valori che sono molto nuovi e molto antichi, radicati nella sapienza ancestrale"».

martedì 17 novembre 2009

Avviso ai Naviganti


Un blog? Un'altro! Nooo, l'ennesimo e nemmeno l'ultimo ... eh si, proprio cosi', pace amen.

A che pro? Forse senza pro, ma con una piccola speranza: offrire qualche spunto x "librare il proprio pensare".

Ambiziosa, utopica, o illusoria? Fate vobis, anzi, facciamo nobis: cosi' si prova a trovare insieme qualche bozza di risposta.

Arduo vero? Abbastanza, considerando gli ingredienti oggi a disposizione:
+ pensare == attivita' che nasce da occasionali stimoli e si sviluppa consumando del tempo; dunque ...
+ tempo == entita' astratta, misurabile ma impalpabile, sempre scarso, sempre avaro, sempre ... il condizionatore estremo della nostra vita! e se si provasse a "dargli del tu", prendendoci quello che ci serve e liberandoci dalle sue imposizioni superflue?; allora ...
+ liberta' == esser senza condizionamenti e' impegnativo, e credo necessiti la disponibilita' a fare spazio dentro, svuotarsi da preconcetti e pregiudizi magari gia' confezionati e pronti all'uso ... direi un'iniziale scatto di volonta'; quindi ...
+ volere == cio' che si trova alla base di ogni nostro obiettivo: il motore propositivo della nostra esistenza

OK, fatta la lista non resta che fare la spesa e provare a cucinare.

Come ad ogni principiante capiteranno sbagli e abbagli -ma nessuno possiede la Verita' quindi e' ammissibile-, i gusti son personali ed il metterli insieme non sempre ne esalta il sapore e le qualita’, e come in ogni cucina che si rispetti, il piatto del giorno lo propone il cuoco.

A chi frequenta anche occasionalmente queste pagine, rivolgo l’invito di contribuire alla riflessione, lasciando qualche personale spunto, in assoluta liberta’ ma in modo educato e costruttivo.

Stabilite le regole del gioco non ci resta che iniziare: proviamo a liberare il nostro pensiero ed elevarlo dai bassifondi del conformismo, farlo emergere delle paludi del pensiero unico create dai media.

Dunque … armatevi e partiamo.

venerdì 13 novembre 2009

Malattie di un dio minore

Un amico mi diceva che abbiamo uno strano rapporto con i numeri ed il loro mondo; x convincermi citava delle cose molto strane, tipo la probabilita’ di vincere al super enalotto e le leggi della statistica –che non si possono cambiare x decreto, aggiungeva- dovrebbero convincerci che “se non giochi non perdi”.

Eppure asseriva, se ne buttano di soldi nelle lotterie; concludeva che o siamo malati op non ci troviamo troppo a nostro agio con i numeri –nonostante le schedine siano composte da numeri … mah?

Personalmente propenderei x la seconda, seppure oggi un po’ di raucedine la stia patendo.

Cosi’ x vedere se avevo capito la lezione, la provo applicare ad un volantino che mi e’ capitato tra le mani; parlava di malattie e faceva un po’ di numeri:

Ogni anno il morbillo fa 500.000 vittime, soprattutto in Africa.

Ogni anno la malaria uccide piu' di 1.000.000 di persone nei paesi del terzo mondo [costo produzione vaccino 25-50centE, n.d.s.].

Per una giovane donna africana il rischio di morire di parto e’ di 1 possibilita’ su 14 [fonte MSF].

In alcune zone dell’Africa, un neonato ha 1 possibilita’ su 5 di non arrivare all’eta’ dell’adolescenza.

Ogni giorno 4000 morti di tubercolosi [fonte MSF, in inglese]

Oggi in Europa chi contrae A/H1N1 ha 2 possibilita’ su 1000 di morire, in Italia e Usa 5 su 10000 [costo vaccino decine di E, n.d.s.].



1 cosa l’ho capita, ma non so se sia legata alla Statistica

Mi pare che nascere in Africa non sia consigliabile: si rischia di lasciarci la pelle nel piu’ assoluto silenzio. Nonostante l’era della TV globale!!!

Adesso potete anche fare gli scongiuri.

Etchiu’!

giovedì 12 novembre 2009

Vaccinatevi che a qualcuno fa bene

Ogni giorno i TG ci aggiornano sull’evoluzione del fenomeno A/H1N1, incrementando il contatore dei morti, quasi giustificandoli dato che “soffrivano di patologie pregresse”.

A turno i ministri spingono opinione pubblica al vaccino suino prendendo loro tuttavia le distanze dalla stessa vaccinazione.


"Non ho fatto il vaccino perche' ritengo di essere una persona sana che non ha malattie croniche e credo che "pur senza sottovalutare questa influenza "non dobbiamo esasperare i toni e creare inutili allarmismi". Eppure consiglia i genitori di sottoporre i figli alla vaccinazione suina…
[il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo a Sky Tg24]


''Consiglio a tutti di fare il vaccino stagionale, quello periodico, diciamo 'normale', l’altro io non lo faccio''. Ma invita i dipendenti degli uffici aperti al pubblico a farlo.
[il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, sull'emittente radiofonica Rtl]


“Il vaccino non lo faccio, non sono una persona a contatto con il pubblico [forse si barrica nello studio, n.d.s.], dunque non sono a rischio”, tuttavia “il personale medico e paramedico deve esser pronto ad affrontare l’emergenza, quindi sottoporsi al vaccino”
[vice ministro Fazio]

Curioso modo di comunicare: non ti do l’esempio ma ti invito a farlo, vedrai che serve.

Ma serve davvero?

1) Forse a contenere il numero dei decessi …

Alberto Ugazio, presidente della Commissione vaccini Società italiana pediatria ai microfoni di CnrMedia. "Questo è un virus mediatico. Non discuto il fatto che ci si trovi di fronte ad una pandemia e che questa provochi vittime ma l'esposizione sui mass media è ingiustificata. Basti pensare che l'influenza stagionale provoca un numero di morti dieci volte superiore. Tra i bambini, l'influenza causa ogni anno decine di decessi che però non fanno notizia".

Non sembrerebbe un problema numerico.

2) Allora x ridurre il contagio…

Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, Silvio Garattini, spiega:


«Se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi non è necessaria». In oltre pare che «i farmaci antivirali utilizzabili avrebbero un basso impatto sul totale decorre della malattia, creando invece il problema degli effetti collaterali dati dal farmaco», al punto di definire la sua assunzione «non un grande affare».

OK, non e’ un affare x molti, dunque perche’ questa pressione mediatica?

Garattini, senza mezze parole dichiara «c’é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche».

Ehi, ci stavamo scordando che c’e’ da rilanciare l’economia: ora tocca alle industrie farmaceutiche. Farmindustria incassa e ringrazia.

Ringraziamenti? Da chi a chi?

Questa la so anch’io prof! Almeno il Ministro del wellfare, Sacconi.

E se fossi, p.e il direttore di Farmindustria [Enrica Giorgetti in Sacconi, n.d.s.], ringrazierei dunque il ministro competente, ossia Sacconi.

Che strano, sembrano parenti…

No, non sembrano, sono solo marito e moglie.

Ah…

Dunque un affare fatto in casa: conflitto di interessi??? NO, questa e’ pura collaborazione familiare!

lunedì 9 novembre 2009

Anniversari di Muri che ...

...crollano: 9 Novembre 1989

il famoso "muro dell'Est" economicamente KO anni prima del crollo strutturale -e mediatico.

...si rabbrecciano: 11/12 Ottobre 2008

alter-ego occidentale: si raccolgono in 36 ore 2000 miliardi di dollari x mettere qualche stampella al tracollo economico del sistema finanziario

"in 2 giorni i principali esponenti dei governi del G8 hanno raccolto 2000 miliardi di $ x salvare il sistema bancario; la FAO dichiara che con 30 miliardi di $ all'anno si eliminerebbero le cause della malnutrizione e della fame nel mondo"
[fonte: Carlin Petrini, presidente SlowFood Internazionale, alla trasmissione radiofonica "Decanter" RADIO2, il 29 Ottobre 2008]

... ovvero, con la stessa cifra x 67 anni, interessi esclusi, avremmo strutture come la FAO in cassa integrazione x carenza di ...domanda

Come dire, abbiamo il conto in banca puntellato, ma la coscienza narcotizzata
...resistono: 14 ottobre 2009

Si aggrava la fame nel mondo a causa della crisi economica
[fonte: ilsole24ore, articolo on-line]