lunedì 23 novembre 2009

Trasporti pubblici: La strana alleanza

Il weekend alle volte porta idee e spunti su cosa buttar giu' per iscritto ... alle volte troppi ;-)

Iniziamo oggi uno degli argomenti "classici" di interesse collettivo: i trasporti pubblici, nell'era della crisi e della pubblica disinformazione.

Eccovi il pretesto:
Porta Susa, diffusore acustico: "I signori che hanno preso il treno x Milano son pregati di restituirlo, grazie"

Eh gia' la TAV, opera omnia dei trasporti ferroviari, che unisce il (disunito) paese e sopratutto tutto l'arco parlamentare, che sposta le masse (disoccupate) e le merci -parificandole: valgo + o - di 1 sacco di patate?- ed ingrassa i soliti ig-nobili, pardon, noti ......... [x gioco: completate voi i puntini di sospensione]

Come si sa, quando si compra o si costruisce una casa, si valutano tra le prime cose le necessita' [quante stanze? box si o no?] e le capacita' di finanziamento [compreso la durata del mutuo e la dimensione della rata], giusto x non "andare con le gambe x aria" come avrebbero detto i miei nonni.

Mi aspettavo che la stessa cosa fosse applicata nella definizione di una rete efficiente ed efficace di trasporto pubblico -rammento, pubblico, ossia x tutti i cittadini, p.e.: sia i "tax payer", sia gli evasori. Quindi, che ne so, pensare a chi serve il mezzo di trasporto [uomini o merci], il numero di utenti coinvolti [pendolari op occasionali], una seria Valutazione di Impatto Ambientale fino alla copertura finanziara possibile [visto il periodo, compresi gli eventuali regali di Babbo Natale, dopo il Pantalone Europeo], e roba simile.

Lasciamo per semplicita' ad amministratori e cittadini di paesi piu' evoluti cose quali: integrazione tra mezzi differenti di trasporto, pianificazione sviluppi delle infrastrutture di fronte ad un possibile cambio di scenario delle fonti energetiche e di combustibile, et similia -veramente roba da altro pianeta.

Dunque, dicevamo, necessita'.

Necessaria? Forse si, ci sarebbe qualcosa da FARE nel trasporto ferroviario alpino ... magari appunto iniziando ad analizzare i dati sul flusso di traffico, le capacita' attuali delle linee esistenti e le relative possibilita' di potenziamento ed adeguamento, il bacino di utenza coinvolta e, cosi' x finire in statistische verso il futuro, le previsioni di trasporto sia delle merci, sia dei passeggeri.

Ah, pero' ...

E' altresi' onesto ed importante capire il rapporto dei costi rispetto ai benefici per questo tipo di opere: economico [costo nudo e crudo], finanziario [chi paga e in quale modo si recuperano i debiti], ambientale [non e' che si perda qualche sorgente d'acqua op di demolisca qualche ecosistema unico o delicato, eventuale inquinamento prodotto da scavi o transiti x i lavori], sociale e occupazionale ...

Ecco, l'elenco si allunga; oggi limitiamoci alle considerazioni economiche, rimandando il resto alle prossime puntate.

Cercando di esser equilibrati ed il piu' liberali possibili, sposando quindi le diretteve del modello economico alla base del nostro mondo, vi lascio alla lettura di questo articolo che vi illustra le ragionevoli argomentazioni per una scelta economicamente razionale sull'opera sotto la nostra lente.

Meditate gente, meditate ;-)

PS: Dimenticavo, l'ultima fonte proviene da Istituto Bruno Leoni, un posto non proprio x "figli dei fiori":
« L’Istituto Bruno Leoni promuove una discussione pubblica più consapevole ed informata sui temi dell’ambiente, della concorrenza, dell’energia, delle liberalizzazioni, della fiscalità, delle privatizzazioni e della riforma dello Stato sociale

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