mercoledì 27 gennaio 2010

Fare memoria

Fare memoria, riportare in luce episodi del passato, per condividere un’esperienza o piu’ semplicemente il suo significato. Forse per tenerli vivi e combatterne l’oblio.

Fare memoria in questa giornata ha un peso greve, un significato sinistro, un tono lugubre.

Fare memoria, oggi, sapete tutti significa rammentare uno dei piu’ grandi crimini contro l’Umanita’: l’Olocausto. La Soluzione Finale!

E’ il giorno in cui si dovrebbe ricordare la ferocia collettiva di una generazione permeata dalla follia e dallo spirito della vendetta che si abbatte’ contro popoli indifesi o piu’ deboli: ebrei, zingari, persone disabili … e su tutti, i bambini, di ogni nazionalita’!

Tutti sappiamo quale fu il principale “strumento” impiegato x lo sterminio di massa: il campo di concentramento con le camere a gas.

Ma lo strumento della deportazione in campi di internamento o in luoghi di tortura non fu’ una ‘primizia’ nazista.

Il primo documentato della Storia fu quello Britannico, di inizio 1900, risalente alla II guerra Boera combattuta nei territori dell’odierno Sud Africa.
"…l'esercito britannico distruggeva tutte le fattorie che rifornivano i soldati boeri e quindi ne fece deportare gli abitanti, in genere donne e bambini. Intere famiglie vennero rinchiuse in campi di concentramento, dove si moriva lentamente per epidemie e per fame. … Alla fine della guerra si conteranno non meno di 26.000 donne e bambini boeri morti nei campi di concentramento britannici, a cui vanno aggiunte le vittime della popolazione nera che viveva nelle fattorie boere, che seguirono la sorte dei loro padroni nei campi di concentramento."
E non e’ che un pallido inizio.

Restando in Europa, tra i piu’ duraturi negli anni vi sono i tristemente noti Gulag Sovietici
"I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane e al rispetto di quantitativi di produzione eccessivi. A dispetto del clima brutale, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo adeguato, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l'avitaminosi che conduceva a malattie come lo scorbuto o sindromi quali la cecità notturna. La razione minima giornaliera era composta principalmente da pane di bassa qualità (distribuito in base al peso e chiamato paika.”
E come intuite l’elenco continua.

I miei lettori conoscono le immagini dei recinti spinati nelle ex repubbliche confederate Iugoslave degli anni ‘90, dove alternativamente i Serbi o i Croati compivano atrocita’ contro i Bosniaci o gli altri ex ‘compatrioti’ –i ricorsi storici su tali regioni son tragicamente brutali: dagli eccidi da parte degli Ustascia’ Croati, fino alle Foibe dei criminali di Tito, la ‘sete’ di vendetta fu tremenda.

Restando in ‘regime comunista’ forse i meno noti allo scrivente erano quelli in tinte Cinesi di Mao, i Laogai
"A Mao viene attribuito l'uso sistematico della repressione e dei lavori forzati (Laogai), lo sterminio di milioni di contadini nella riforma agraria del 1951 e la violenza della Rivoluzione Culturale."
Un campo di sterminio made in Cina che gia’ allora non brillava certo per innovazione. Infatti si basava:

“sul lavoro forzato a ritmi disumani (fino a 18 ore al giorno), con l'obbligo di rispettare determinate quote produttive; l’uso della denutrizione e della tortura come sistemi punitivi e coercitivi; l’appello alla delazione fra prigionieri; sedute periodiche di "critica" e "autocritica", in cui i detenuti si accusano a vicenda, o si auto-accusano, di comportamenti criminali, a scopo rieducativo. L'insieme di questi elementi configura anche un contesto generale di violenza fisica e psicologica coordinate che corrispondono al concetto di lavaggio del cervello."
Attraversando l’Atlantico la striscia di sangue in luoghi di tortura si incrementa ulteriormente ed arriva persino ai giorni nostri: Guantanamo, enclave Statunitense sull’isola di Cuba, e’ in via di chiusura in questi giorni.

Ma i piu’ cruenti e spietati calvari della tortura li troviamo descritti negli archivi del terrore’ delle dittature dei paesi latinoamericani –CIA docet!
“Si deve al giudice paraguaiano José Augustín Fernández la scoperta di archivi dettagliati che descrivevano la sorte di migliaia di sudamericani segretamente rapiti, torturati ed assassinati tra gli anni settanta e ottanta dalle forze armate e dai servizi segreti di Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile. Gli archivi contavano 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse (desaparecidos),e 400.000 incarcerate.”
I luoghi erano i piu’ disparati: all’aperto e sfrontatamente alla luce del sole negli stadi Cileni, oppure in silenzio, di notte, al buio negli scantinati di centri di formazione militare, quali la Scuola di Meccanica della marina Argentina, l’ESMA; o nelle segrete dell’unità di intelligence Uruguagia del Fusna, i “Fusileros Navales”.

Ma tutti con il comune denominatore: essere un’enorme operazione repressiva e di vero e proprio sterminio.

La metodologia dello sterminio in tango Argentino
[dalla confessione dell’ex capitano della marina militare Adolfo Scilingo che ha svolto servizio all’ESMA]
I gruppi operativi, conosciuti come 'patotas', erano i commandos addetti al sequestro: le patotas erano costituite da membri dei vari corpi dell’esercito, che solitamente prendevano il comando delle operazioni, e da componenti scelti tra le forze dell’ordine. All’inizio la patota arrivava a tarda notte a bordo di un mezzo rubato, solitamente un Ford Falcon verde. Con il passare del tempo e quando il terrore si era già impadronito della società civile, arrivavano anche in pieno giorno con operazioni sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università o nei bar. Quando trovavano dei bambini li portavano via e, se molto piccoli, venivano regalati o venduti a famiglie di militari o poliziotti che non potevano avere figli. … Se non trovavano la vittima in casa al momento dell’irruzione, restavano ad attenderla prendendo come ostaggi i familiari e tutti quelli che entravano nell’abitazione. … Dopo il sequestro entravano in gioco i gruppi addetti al saccheggio che portavano via dalle abitazioni mobili e mercanzie varie che costituivano il bottino di guerra e che veniva diviso tra gli stessi membri della patota o con i diretti superiori."
Le torture in salsa Uruguagia
[dal racconto di Daniel Rey Piuma, all’epoca caporale diciannovenne della marina militare Uruguayana]
Le torture venivano effettuate sia da uomini che da donne. Il mio compito era di prendere le impronte digitali dopo gli interrogatori. I detenuti, uomini e donne, venivano tenuti nudi, incappucciati e legati alla parete da un filo di lana. Periodicamente arrivava un militare e li portava in una stanza speciale. Da quella stanza ho sentito provenire botte, urli, pianti. Ho visto le persone dopo gli interrogatori. Piangevano. Spesso avevano tutte le dita delle mani spezzate”. Alla fine degli interrogatori, ciò che separa la vita dalla morte è una sigla che accompagna ciascun nome. “Df” – disposicion final – significa un colpo alla nuca e la sepoltura in qualche fossa comune, coperti da calce viva."



Fare memoria, oggi, e’ difficile.

Fare memoria, nonostante tutto oggi ha un senso.

Rendere evidente il peso della crudelta’ organizzata da chi al potere con cui si eliminava il debole, il diverso o chi semplicemente dissentiva. Ovunque nel mondo.

Ed e’ necessario.

Forse anche x evitare che i discendenti delle vittime del passato si trasformino in carnefici dei nostri giorni.

domenica 24 gennaio 2010

TAV: NO agli sprechi, SI al servizio pubblico

Oggi' e' la giornata delle manifestazioni contro e pro TAV; messa in scena tra Torino e Valle Susa (TO); interessi in gioco elevati: i soldi delle nostre tasse, il buco di bilancio delle EffeEsse e quelli nelle montagne, gli impatti ambientali e, dulcis in fundo, i pochi che beneficieranno di quest'opera, i costruttori!

Per la cronaca rimando ai tanti media principali che saranno al solito a favore dell'opera; qui, ai miei esigui lettori, riporto una sintesi delle ragioni del gruppo di "Ambiente Valsusa", da 18 anni in prima fila a costruire la coscienza civica della gente del territorio, creando informazione partendo dai dati stessi dei Committenti dell'opera: le nostre adorate EffeEsse.

Lo so che non va di moda ascolare le minoranze, ma sopratutto a chi il treno non lo utilizza mai eppure si schiera a favore di quest'opera, senza avere altre fonti di info che non i TiGGi', il CorSera o il Sole24ore spudoratamente 'pro', invito ad un'attenta lettura.
Liberate il cervello da pregiudizi e meditate.

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"Questi i principali dati tecnici, economici ed ambientali sconosciuti alla gran parte delle persone:

Utilità - La linea attuale internazionale tra Torino e Modane è utilizzata al 30% della sua reale capacità ed anche l'autostrada è utilizzata per meno del 50%
Previsioni Traffico - Le previsioni di traffico dei progettisti finora si sono rivelate errate. Si basano sul concetto della crescita infinita che prevede per ogni punto di PIL in più una crescita dei traffici di 1,4 punti. La linea attuale secondo le stime doveva essere satura già quest'anno, la cosa non è avvenuta. La crescita continua non esiste ed il trasporto di merci diminuisce costantemente e di conseguenza le necessità di trasporto.
Secondo LTF la linea futura troverebbe una stabilità di bilancio con 40 milioni di tonnellate di merci all'anno trasportate. La linea attuale ne può trasportare almeno 20 milioni. Ne vengono oggi trasferite 4,8 milioni. Anche trasferendo tutto il traffico merci autostradale sulla ferrovia attuale si arriverebbe ad un utilizzo della ferrovia attuale di circa il 50% della sua capacità

Costi - Mauro Moretti, AD di Trenitalia ha dichiarato che il costo a preventivo della linea è di 120 milioni al km, 3/4 volte in più rispetto ai costi medi francesi (vedi articoli Il Sole 24 ore del 13 gennaio corrente). Inoltre i costi a preventivo aumentano in genere di 2,3 volte a fine lavori. L'Italia ha anche sottoscritto un accordo economico per cui la parte internazionale sarebbe a carico del nostro paese per il 65%.

Finanziamenti - I finanziamenti della UE di circa 600 milioni oggi in ballo servirebbero essenzialmente per gli studi. Le azioni a garanzia dei territori portate avanti sotto forma di petizioni dai cittadini ed amministratori locali a partire dal 2004 sono ancora aperte presso la UE e riguardano la mancanza condivisione del progetto, i rischi sanitari per i territori, i rischi ambientali

Tempi - Ammesso che si potesse mai realizzare tale linea ci vorrebbero almeno 20 anni di cantieri. Durante questi anni i costi aumenterebbero e tutto il traffico ferroviario dovrebbe essere trasferito per lunghi periodi sull'autostrada poiché la costruzione della nuova linea coinvolgerebbe anche la vecchia bloccandola di fatto. Non è stato finora valutato l'aspetto logistico ed i costi sociali di queste eventuali scelte, allo stesso modo non è stato fatto un rapporto costi benefici per la nuova linea

Acqua - Il rapporto COWI commissionato da UE e LTF denuncia la perdita sicura di acqua nel caso di realizzazione gallerie nel massiccio Ambin. Questa perdita sarebbe pari al fabbisogno di 1.000.000 di persone ogni anno, per sempre. Le aree della collina morenica e dell'Orsiera non rientrano nel calcolo

Calore - I progetti Alpetunnel chiariscono che all'interno della galleria ci sarebbero 50 gradi (gradiente termico). Bisognerebbe lavorare in quelle condizioni con presenza grisou, radon, uranio, almeno 17 faglie con rocce in movimento, grandi quantità d'acqua in forte pressione. Poi ci sono rocce inconsistenti, laghi sotterranei e pressioni altissime. Nessuno ha oggi la certezza che la galleria lunga di 57 km sotto alle Alpi sia realmente fattibile, né si conoscono i costi reali di costruzione ed eventualmente di gestione

Molti altri gravi problemi esistono, sono previsti o potrebbero nascere ex novo in fase di realizzazione, altri scaturirebbero da un cambiamento delle condizioni di mercato presenti fra 20 anni, quando gli ottimisti prevedono di veder conclusa l'opera. Come se non bastasse l'investimento necessario sarebbe colossale ed ora è chiaro, totalmente caricato sulle spalle dei cittadini. Tanto ci sentiamo obbligati a comunicare. Chi crede veramente nel progresso si tenga informato."
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PS: E se il nuovo lettore giustamente dubitasse e volesse lasciarsi interrogare, rammento gli "articoli ed i numerosi link" su questo argomento qui gia' pubblicati:
[1] Necessita', ragioni economiche ed alternative possibili;
[2] Effettivo trasporto delle merci;
[3] Costi: loro incremento e chi se li accolla

venerdì 22 gennaio 2010

Fisco e microimprese: sostegno all'evasione?

Ieri sera, in auto ascoltavo il GR2 delle 19:30; sentivo distrattamente quando mi resi conto che stavano fornendo i dati  sul fisco delle categorie dei lavoratori autonomi, presi dagli studi di settore x, mi pare, anno 2009.

E non appena colgo qualche strabiliante e non nuovo numero, mi sorprendo: ma come, il gr di radio2 diretta dal Mucciante ha "il coraggio" di dire queste cose?

Accendo il cervello, ma molti numeri abbinati alle categorie di appartenenza non li ho memorizzati; unico che rammento e' il seguente "... reddito parruchieri/e 13000E [annui, nds] ..." ma solo x un errore di conto del cronista sul commento del presunto stipendio mensile.

Poco male mi dicevo, domani [oggi, nds] avrei trovato "per forza" qualcosa sul web.

Illuso!

Nulla. Non riesco a trovare alcuna info o riferimento a quei numeri! Nemmeno sul sito di Radio2 si trova il podcast del GR "incriminato" da scaricare... per non parlare dei principali media italiani, non c'e' niente in prima pagina. E nemmeno i motori di ricerca danno qualche link con i numeri ... del lotto ;-)

Lo scorso 11 gennaio, in una sala d'aspetto di una ditta privata, leggendo una rivista dedicata alle imprese, scopro un dato che mi fa pensare:
"In Italia + di 500.000 microimprese, pari alla somma di quelle di Francia [247.000], Germania ed Olanda messe insieme"
Intanto, cos'e' una microimpresa? Secondo la UE:
Una microimpresa è definita come un'impresa il cui organico sia inferiore a 10 persone e il cui fatturato o il totale di bilancio annuale non superi 2 milioni di euro
Dunque, come popolazione siam al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia, eppure siamo oltre il doppio come numero di micro imprese!!!

E con cio'?

Intanto dice che siam una nazione ove le grandi imprese son una "merce" rara, e quindi le possibili fonti di reddito da lavoro dipendente dei cittadini devono sottostare alle "leggi non scritte" fatte da ricatti e favoritismi dei piccolissimi imprenditori.

Che male c'e'?

Nulla se tutto funzionasse a dovere. Ma i dati dei redditi autonomi dagli studi di settore, un'evasione fiscale da record anche lo scorso anno scoperta dalla Guardia di Finanza, ed un po' di micro esperienza personale nel settore, mi inquietano.

Perche'?

Semplicemente perche' sono stufo si subire i disservizi nei Trasporti pubblici ed i tagli alla Sanita' e Scuola pubblica causati sopratutto da sforbiciate ai bilanci x carenza di entrate, a fronte di una tassazione sul mio reddito da lavoratore dipendente che dovrebbe andare in gran parte verso tali voci del bilancio dell'amministrazione nazionale.

E, peggio, spesso capita che a lamentarsi su tali disservizi siano i lavoratori autonomi -delle 2 o son sfigato che li sento tutti e solo io, op e' consuetudine x tale categoria di furbetti il lamento pubblico dietro al furto privato!

Una domanda: a quando gli operai e gli impiegati apriranno gli occhi?

E badate bene, non sto invitando (x ora?) alla rivolta fiscale o, piu' incisivamente, alla rivolta contro le categorie dei lavoratori autonomi -sebbene servisse, un po' di ramazza in testa, in primis ai loro commercialisti.

Ammetto, non e' un post molto evangelico, ma alle volte ci vuole. Non x sfogarmi, bensi' x invitare il lettore a prendere una posizione. 
 
E la tolleranza conto questa enorme pletora di lamentosi evasori e' TERMINATA!!!

martedì 19 gennaio 2010

Terremoti, cinismo e demagogia

Tra le tante meschinita' di casa nostra, non avevo la forza di "buttar giu' 2 righe" sensate sull'ultima tragica catastrofe ambientale: il terremoto sulla meta' Haitiana dell'isola Hispanica.

E' che sentendo il GR, mi s'e' rivoltato lo stomaco; la cronista annuncia: "[oggi] scatta corsa contro il tempo x salvare i bimbi di una scuola crollata nei pressi dell'epicentro del sisma".

A 6 giorni di distanza parliamo di corsa contro il tempo? Quanti sono statisticamente gli estratti vivi dalle macerie di un sisma ad 1 settimana di distanza da un qualunque sisma. Per giunta in uno di elevato rilascio energetico come quello di Haiti ed in prossimita' dell'epicentro, in una nazione letteralmente sbriciolata!!!! Serieta' prima ancora di Pieta'!

Leggendo sul web si trovano tante notizie; mettendole insieme si scopre la poverta' ed il cinismo che accomuna il nostro globo.

Non son capace di sintetizzarvi senza lasciarmi coinvolgere emotivamente, per cio' vi rimando ai link delle notizie che ho ritenuto piu' drammaticamente meditative. Sulla nostra natura umana, sui suoi limiti e suoi slanci di generosita'; e sulle differenze e stonature ad esso collegate.

"Santo Domingo: il vicino piu' (ricco) e fortunato non colpito dal sisma che chiude le porte agli sfollati"

"Nessun danno alle ville e i negozi di lusso sulla collina: solo cinismo della natura?"

"Chissa' perche' i piu' poveri son sempre solidali con chi sta peggio"

"Idiozie turistiche, ritardi nell'invio di aiuti, e sui saccheggi..."

... e continuiamo a chiamarci Sapiens ... peggio, Uomini ...

venerdì 15 gennaio 2010

Trasporti: TAV, ma quanto ci costi!

Stiamo per addentrarci nel periodo delle promesse vacue e degli spot altisonanti: inizia la campagna elettorale per le amministrative.

Un terreno comune su cui si scatenera' la caccia al consenso, in apposite regioni, provincie e citta' interessate, sara' la spassionata ressa politica pro Treno Alta Velocita'

In questo periodo di crisi -un giorno non c'e' piu' ma il successivo ritorna, giusto per evitare di mantenere qualche promessa sul taglio tasse- come ogni buon padre di famiglia dovrebbe fare, avrebbe un senso contenere i costi, tagliando le spese inutili o non strettamente necessarie

Il lettore sa come e' messo il deficit Italico in questo periodo; forse non sa che su tale deficit incide pure l'essersi accollata la voce di spesa dei debiti TAV per un totale [tra il 1996 al 2006, nds] di 44miliardi di Euro, come testimonia il seguente documento della Corte dei Conti

Pensate un po' quanto possa incidere sulle manovre finanziarie dei vari governi succedutisi alla guida di questo scalcinato paese.

Se qualcuno volesse fare un confronto con i costi dei tracciati x AV di altre nazioni rispetto le tratte italiane, gli lascio quest'altro documento. Tra l'altro l'attento lettore notera' che in Italia molti appalti siano gestiti dal gruppo FIAT!!!!! -altro che incentivi x l'automobile, mega contratti x infrastutture pubbliche!

I costi "scappano" e nessuno lo ha mai detto?  ERRATO.

Sull'aggiornamento dei costi dei progetti prioritari TEN-T, esiste uno studio commissionato dal Parlamento europeo -titolo originale: “Update on the Costs of The Ten-T Priority Projects”.
Come si nota gia' ad inizio 2008 informava che era già stato registrato un forte incremento dei costi relativi al Progetto Prioritario n. 6 Lione – Torino – Trieste - confine ucraino rispetto le stime del 2004.

Ho trovato interessanti riscontri numerici, che vi propongo. Voi leggetelo con calma.

In merito all'aumento dei costi:

"Il costo totale a preventivo stimato nel 2004 era di 38,1 miliardi di €, il costo totale a preventivo stimato nel 2007 è di 52, 6 miliardi di €, l’incremento per ora registrato è di 14,5 miliardi di € pari al 38,2%. Su questa linea sono già stati spesi (fino al 2006) 7,8 miliardi di €, restano quindi da spendere (dal 2007) 44,8 miliardi di €. Il finanziamento dell’Unione europea per il periodo 2007-2013 è previsto in 1,3 miliardi di €, pari a solo il 2,6 % del costo totale (stima 2007)."
Sulla ricaduta sociale di tali "investimenti(?)" sul bilancio dei Paesi interessati
"Tutto ciò non serve che a nascondere l’essenziale: i 400 (o 600 o 800) miliardi di euro previsti per questi investimenti contribuiranno a poco o nulla allo sviluppo economico dei Paesi dell’Unione europea, ma sicuramente aumenteranno le imposte o l’indebitamento dei Paesi che ne “beneficeranno”. Oppure si faranno a danno di spese pubbliche più utili come l’istruzione e la ricerca. Da una parte l’Unione europea impone agli Stati membri la riduzione delle spese pubbliche e del debito (parametri di Maastricht, N.d.R.). Dall’altro lato, attraverso questi faraonici progetti di trasporto decretati “prioritari”, l’Unione europea spinge verso spese pubbliche e l’indebitamento. E’ difficile non vedere una contraddizione."
Fate vobis. I conti, intendo!

E se all'accanito lettore non basta, un'anteprima della prossima puntata: un link ad un sito che raccolglie notizie e documenti che ben dipingono, nel tempo, il quadro degli intrecci perversi tra ciò che è diventato il mestiere dei politicanti in questi anni, l'imprenditoria più o meno sana ed il "ramo costruzioni" della malavita organizzata. Intrecci realizzati per spartirsi il denaro pubblico che l'affare più grande d'Italia (la rete ad "Alta Velocità") ha già messo e sta tuttora mettendo in circolo.

martedì 12 gennaio 2010

Il pensiero della Radio

A me piace la radio: intrattiene, fa compagnia nei viaggi o mentre disbrighi le faccende domestiche, solleva lo spirito nei momenti di solitudine e pure sa esser una “di famiglia”.

A mio avviso non e’ irruente o totalmente assorbente per la mente, ed il relativo corpo che la contiene, come la TV; certo e’ incisiva, sa “lasciare il segno”, ma in modo costruttivo.

Si fa sentire eppure lascia spaziare con la fantasia e l’immaginazione. Sa raccontare un fatto, ma ti spinge, quasi ti obbliga a costruirti personalmente il contesto che ci sta intorno. Bada al sodo, va dritta al contenuto -anche perche’ i giri di parole vuote porterebbero l’ascoltatore a perdersi nell’etere.

E’ educativa, nel senso che educa all’ascolto ed alla comprensione del messaggio trasmesso. E spinge al confronto con la realta’ che si conosce, perche’ nostra e quotidiana.

La forza della Radio e’ proprio questa: accattivare, attrarre l’ascolto con la parola; e per esser vincente deve esser immediata, facile, e colpire nel segno subito. Non ci son altri mezzi quali immagini o suoni da sovrapporre o perfino anteporre alle parole. La musica, quando c’e’, e’ alternata ai messaggi vocali; e nei programmi di divulgazione, ne e’ un prezioso alleato.

Ovviamente dipende anche dal canale radiofonico. Fortunatamente ve ne sono per tutti i gusti: dal solo musica, al solo “vaccate”, passando per intrattenimento di vario genere e finendo con i notiziari.

Naturalmente ci sono anche le radio di servizio pubblico. E Radio Rai lo fa(ceva?) egregiamente; mooooolto meglio della sorella piu’ giovane e star di questi anni: la TV.

Bene, anzi non piu’!

Non so se vi sia mai capitato di seguire il palinsesto di RADIO2 negli scorsi anni. E se riuscite sentirlo ancora oggi: sono 2 mondi quasi completamente differenti.

Molti dei programmi che offrivano spunti curiosi e confronti culturali in modo piacevole su cio’ che ci circonda nel nostro quotidiano, quali “L’Altro Lato” op “Sumo”, sono stati rimossi. Non parliamo di programmi che pur tra amenita’ varie, pungolavano tra gli altri, anche un certo modo di fare politica, quale “Condor”; cancellato pure un programma storico sull’Amore, il suo mondo e dintorni quale “F&F e La Trave nell’Occhio”. Altri son stati spostati in orari piu’ improbabili, o troppo presto al mattino “Black-out” o in fasce orarie piu’ affollate di concorrenza, “Vasco De Gama”. Con “Dispenser” gia’ da qualche mese oltre la fascia protetta…

E per molti di questi NON era un problema di ascolto: utenza c’era!

Al loro posto frivolezze a go-go: dal primo “reality” radiofonico, ai surrogati dei programmi precedenti, “Io Chiara e l'Oscuro”; da banalita’ dai vuoti contenuti quali “Traffic”, fino al programma spot per il politico ospite di turno quale “Un giorno da pecora”.
Attenzione: son tutti programmi utilizzati in passato, nei periodi di pubblico ridotto x le vacanze estive o natalizie –reality escluso.

Resistono solo i 2 pilastri storici quali “Caterpillar” ed “Il ruggito del Coniglio”; forse l’introito pubblicitario legato all’enorme seguito di queste 2 trasmissioni e la contemporanea riduzione dei finanziamenti alla radio, hanno conservato loro il posto o meglio la frequenza.

I nuovi dirigenti RAI, secondo me hanno colto l’essenza della radio: per esser seguito devo farmi ascoltare, e per farmi ascoltare devo accattivare la mente di chi mi ascolta stimolandola. Cosi’ facendo si contribuisce ad “allenare” la capacita’ razionale della gente, correndo quindi il rischio che prima o poi nel lungo periodo l’Opinione degli ascoltatori diventi Pubblica e questi aprano gli occhi. Anche sul mondo italico che li circonda.

Meglio stordirli con intrattenimenti di basso contenuto, un po’ sciatti e banali.

Non a caso gira incessantemente lo spot “radio2, tutta un’altra musica”.

Soprattutto, tutta un’altra radio. Decisamente peggiore.

domenica 10 gennaio 2010

Inflazione e Materie Prime

Qualcuno di voi ha gia' provato l'ebbrezza di percorrere nel nuovo anno la rete autostradale? Provateci, e al casello x il pedaggio esclamerete "Che sopresa!" -esperienza personale, sulla A4, dopo il pedaggio aumentato del 16% m'e' venuto un pensiero leggermente differente...

Ma non e' l'unico aumento che mi ha fatto pensare che c'e' qualcosa che non va sull'inflazione al 0.8% di Dicembre -fonte ISTAT.

Infatti, distributore automatico di snack dentro ad un'azienda di una citta' metropolitana italiana: x 1 biscotto al cioccolato prezzo aumentato del 25%

Vi sconto i nuovi aumenti della benzina ... troppo banale ;-)

Cosi' ho provato ha controllare in giro x il web per vedere se c'erano altri sintomi del genere. E siccome non me ne intendo di economia, ho provato a guardare cosa dice chi ne sa qualcosa ed ha il coraggio di esser onesto.

Secondo il blog "La Grande Crisi"  siamo all' IperInflazione Mascherata.

"Stavo ragionando su come facessero le Borse a salire sempre, anche di fronte a dati negativi, senza mai scomporsi, senza mai correggere, nemmeno per un giorno e spesso nemmeno per più di un'ora: una situazione che in 10 anni di esperienza sui mercati non avevo mai visto... un mio amico (ex-guru della finanza) mi ha interrotto dicendomi: LE BORSE SALGONO IN QUESTO MODO PERCHE' STANNO SCONTANDO UNA IPER-INFLAZIONE, anche se le Istituzioni ed i dati ufficiali vogliono e vorranno farci credere che l'inflazione invece non c'è."

Ed il relativo rimando al blog di "Mercato Libero" consiglia ogni consumatore del libero mercato in cui viviamo di tener d'occhio i prezzi, cosi' ci si rende conto di persona, senza aspettare i dati  i-statici.

Invito che giro anche a voi, non si sa mai che fossimo in molti a sbagliare i conti.

In fondo, ci sara' pure una ragione se da mesi i prezzi delle materie prime [cereali, minerali, metalli, greggio, ...] hanno ripreso a crescere, anzi a correre -ora non ho i link ai grafici che lo testimoniano, non appena li trovo aggiornero' queste righe.
Quando li vidi, mi rammaricai di non aver a disposizione una manciata di E da puntare: avessi mai scommesso sulla Soia e sul Rame!

lunedì 4 gennaio 2010

Un'idea regalo x la Befana

Dialogando con amici a cavallo della mezzanotte dei brindisi e delle libagioni piu' nota dell'anno, ci si interrogava sul trovare sorgenti di informazione serie ed oneste e stimoli per letture differenti.
Magari per capire nei prossimi mesi quante cose non dette, o verita' negate o capovolte, i media principali ci propineranno.

Uno di loro ha tirato fuori una rivista per librai -e non solo, disse- e mi si apre un mondo. D'ignoranza, lo ammetto!

C'e' ne e' di roba pubblicata in giro per le librerie, ed il bello e' che si trovano le relative recensioni sul web.
E cosi' complice il calendario, m'e' venuta voglia di pubblicizzarne alcune.

'FUORI ORARIO', di Claudio Gatti, Ed Chiarelettere
I guai della locomotiva Italia: le Ferrovie Italiane come specchio della situazione del nostro Paese

'LA CURA', di Michele Ainis, Ed Chiarelettere
Contro tutte le lobby: un’impietosa denuncia ed un decalogo di proposte per costruire una società basata sul merito, la legalità e l’uguaglianza.

'IL PATTO', di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci, Ed Chiarelettere
Un accordo tra poteri fondato sul sangue: la vera storia di Luigi Ilardo, infiltrato tra i mafiosi negli anni delle stragi 1992/93: la stagione del Papello.
ATTENZIONE x chi interessato: E’ previsto solo per il 28 gennaio 2010 l'arrivo in libreria!!!

'PATATRAC', di Roberto Vacca, Ed. Garzanti
Perche' e' crollata l'economia mondiale? Qual'e' la vera dimensione della crisi? Quando e come ne usciremo?

'SHOCK ECONOMY',  di Naomi Klein, Ed. Rizzoli
L'autrice denuncia un capitalismo di conquista che sfrutta cinicamente i disastri.

'SUL GIORNALISMO', di Joseph Pulitzer, Ed. Bollati Boringhieri
Una riflessione profonda e oggi quanto mai necessaria, di uno dei padri fondatori del Giornalismo
[n.d.s.: non e' un parente di chi ha ispirato il principale premio mondiale sul giornalismo, e' PROPRIO LUI!]

Se credete, prendete nota, oppure esprimete un desiderio per la Befana.

Chissa' che la buona vecchina non legga il mio blog ;-)

domenica 3 gennaio 2010

E' arrivato il 2010: evviva!

Il tormentone dei giorni scorsi era: ultimo della precedente o primo della successiva decade? Se ci pensate bene la risposta e' semplice, vi bastano le dita di una mano x trovare la risposta -ma non ditelo in giro, che credono il contrario... non creiamo traumi ad inizio anno.

E come sara' il nuovo che avanza? Domanda classica questa.

Se avete pazienza metto qualche spunto, cosi' per iniziare bene l'anno.

Secondo la rivista finanziaria di AltroConsumo [ref: Soldi7, n.865], le prospettive non son proprio rosee.

Eccovi la loro principali sintesi:
1) Mercato del lavoro colpito al cuore
"...quando la disoccupazione è elevata c'è il rischio che molti disoccupati finiscano per non trovare più un'attività stabile e si trasformino in senza lavoro cronici; questo pericolo è forte soprattutto in Europa. A ciò si aggiunge il fatto che la recessione spinge molte imprese in crisi a tagliare drasticamente i posti di lavoro e che a tali tagli spesso non corrispondono nuove assunzioni una volta ripartita l'economia. La crisi rischia, infatti, di intensificare il fenomeno della delocalizzazione, con lo spostamento della produzione in Paesi con manodopera a basso costo, fenomeno spesso irreversibile. Infine, il mercato del lavoro rischia di essere negativamente condizionato per lungo tempo dal possibile aumento della pressione fiscale per risanare i deficit pubblici esplosi durante la crisi."
Gia' il deficit, rammentiamoci che per rilanciare l'economia diversi Stati hanno speso molto denaro, e c'e' chi dice che i paesi OCSE hanno mediamente un debito pubblico che nel 2010 raggiungera' il 100% del loro Prodotto Interno Lordo, cioe' tutta la ricchezza che produrranno.

2) Finanze pubbliche rovinate dalla crisi
"Per finanziare i debiti gli Stati dovranno rivolgersi al mercato emettendo nuovi titoli e il rischio è che questi Paesi entrino in concorrenza tra loro e che, quindi, siano costretti a offrire rendimenti sempre più elevati per attrarre gli investitori, creando un rialzo generalizzato dei tassi d'interesse."
Bene x i rendimenti, sempre x chi ha soldi da investire; ma attenti all'inflazione. Tuttavia
"gli Stati non potranno però limitarsi a finanziare il debito, ma dovranno anche ridurlo, tagliando la spesa pubblica o aumentando la pressione fiscale. Ridurre la spesa pubblica implica, però, riforme impopolari (tagli alla sanità, alla previdenza sociale, alle pensioni) spesso difficili da attuare. Molto probabilmente gli Stati, per risanare i loro conti, saranno quindi costretti ad aumentare la pressione fiscale."
Ahi ahi, crescere le tasse e/o ridurre le spese nel nuovo anno... dove l'avevo gia' sentito? Ah si, ci sono, nel report GEAB39 di Europe2020, x i non anglo/francofoni tradotto sul blog della capretta + Felice che conosca -virtualmente s'intende.

3) Le incognite sugli investimenti e sul commercio
"Gli investimenti rischiano di essere un'altra vittima della crisi. Dopo aver conosciuto una forte contrazione nel 2009, gli investimenti dovrebbero rimanere ancora bassi nel corso del 2010 e a lungo termine non presentano prospettive di crescita brillanti."
Che l'antica ricetta di investire in tempi di crisi non valga piu'?
"Di fronte a una domanda debole, un credito più costoso e difficile da ottenere, e un'aumentata pressione fiscale, le imprese rinvieranno i progetti d'investimento. ... La mancanza di investimenti in capitale umano e in ricerca e sviluppo per nuovi progetti, o anche solo per ilrinnovamento dei mezzi produttivi già in attività, rischia di far diventare obsoleto il capitale delle imprese e di ritardare l'innovazione tecnologica, deprimendo nel lungo termine la produttività e riducendo il potenziale di crescita."
Dunque la ripresa, posto che sia dietro angolo, sara' ridotta. Come indicano nella stessa rivista
"l'economia mondiale è ripartita, ma la ripresa economica rischia di restare debole poiché il settore privato non sembra in grado di sostenerla nel lungo periodo. Lo scenario più probabile secondo noi è quello di un'economia mondiale la cui crescita sarà contenuta nel tempo."
Non male, in fondo chiudono con una nota positiva, vero?

Non e' che ci sia dell'altro in giro?

Ma certo che si, io ho trovato due spunti 'preventivi' tra i blog che seguo.

Pietro Cambi, sul blog Crisis, parla del nuovo anno come un anno di transizione. Leggendolo si capisce come la transizione sia non un'alternativa tra le tante, ma una necessita'. Se e' vero che
"tutti gli indicatori convergono sul segnalarci l'approssimarsi di un limite: ambientale, produttivo, finanziario, energetico, demografico, agricolo"
ci e' concessa una via d'uscita
"è arrivato il momento di gettare una occhiata spassionata, addirittura spietata, ove occorra, alle proprie prospettive lavorative sociali, economiche, al probabile svilupparsi delle cose e cercare di riposizionarsi, anche fisicamente, se necessario, per gestire ed infine facilitare la PROPRIA transizione al DOPO Crisi. Fare "gruppo", come sempre del resto sarà vitale e la rete sarà utilissma, anzi vitale, per chi saprà o vorrà avvalersene."
Che ne dite? Utopico, generico, op semplicemente da meditare e digerire con calma?

Il Prof. Ugo Bardi sul blog dell'associazione ASPO-Italia, propone interessanti e realistiche correlazioni tra il sistema economico -rammento basato sul petrolio, e lui di petrolio se ne intende- e il mondo reale fatto da popolazioni da sfamare e alimenti disponibili, il tutto su questo globo che non e' climaticamente messo bene. E a partire dal petrolio, tutte le altre risorse che stiamo consumando non son cosi' illimitate come i modelli economico-finanziari stoltamente non considerano.

Vi lascio con la sua conclusione
"Tutto quello che avviene, avviene per una ragione e quello che stiamo vedendo ha le sue radici in un fenomeno molto semplice: il progressivo esaurimento delle risorse a buon mercato che sta lentamente strangolando l'economia mondiale. Queste risorse includono la capacità dell'atmosfera di assorbire la CO2 emessa dalla combustione di idrocarburi fossili senza generare gravi danni da surriscaldamento. Anno dopo anno, quello che succede si spiega tenendo conto di questa tendenza. Il 2010 potrebbe non essere drammatico in questo senso, ma non ci possiamo aspettare che cambi qualcosa finchè, in un futuro per ora non vicinissimo, non riusciremo a invertire la tendenza con le energie rinnovabili."
PS: La rivista di AC citata qui sopra, al lettore interessato, se me ne fa una richiesta cortese posso fargliela avere.