mercoledì 29 settembre 2010

GE.MI.TO. Italiano

Nei giorni scorsi l'ISTAT ha reso pubblicato le stime per il 2009 dei conti economici a livello regionale: si tratta dei principali dati su cui viene misurata la salute produttiva del Paese, in questo caso ripartita per macro aree geografiche.

Dei vari aggregati economici forniti[1], focalizziamoci sul Prodotto Interno Lordo italico.
Nel 2009 il PIL si è ridotto del 6% nel Nord-Ovest, del 5,6% nel Nord-Est, del 3,9% nel Centro e del 4,3% nel Mezzogiorno, a fronte di un valore nazionale pari a -5%.
L'Istituto di STATistica quindi snocciola i numeri relativi alla capacita' produttiva del Bel Paese a livello locale:
Il Nord-Ovest
Il Nord-Ovest è la ripartizione geografica dove la crisi economica si è fatta sentire di più. La flessione del PIL è spiegata principalmente dall’andamento del settore industriale, nel quale il valore aggiunto in termini reali diminuisce del 14,9% contro il -2,8% dei servizi e il -0,6% del settore agricolo. Il calo del PIL è più marcato in Lombardia e Piemonte, rispettivamente -6,3% e -6,2%
Il Nord-EstIl calo del PIL, pari al 5,6%, è la sintesi di una caduta marcata del valore aggiunto del settore industriale (-13,5%), di una flessione decisamente più contenuta di quello dei servizi (-2,6%) e dell’apporto positivo del comparto agricolo (+0,5%).
La performance dell’industria risulta particolarmente negativa in Veneto (-14,1%), Emilia Romagna (-13,7%) e Friuli Venezia Giulia (-13,4%). Anche nel settore terziario le regioni maggiormente in difficoltà sono Veneto (-2,2%), Emilia Romagna (-3,1%) e Friuli Venezia Giulia (-3,3%). Il settore agricolo fa registrare in tutte le regioni una dinamica positiva, ad eccezione del Veneto (-2%) e del Friuli Venezia Giulia (-9,7%).
...
Davvero tempi grami, e notate le regioni che hanno ottenuto le prestazioni peggiori in termini di produttivita': se affonda il Nord-Ovest, nel Nord-Est svetta in cima ai cali di ogni settore produttivo il Veneto, la regione da decenni in mano a chi fa del motto 'paroni a casa nostra, ostrega' un marchio di fabbrica.
 
Signori, stiamo parlando dello scorso anno, quello in cui era ancora possibile accedere alla CIGO, le ore di cassa integrazione (guadagni) ordinaria. E nell'anno in corso tali fondi son finiti -come abbiamo gia' raccontato nel post 'L'estate sta finendo...' c'e' qualche famiglia in giro per la nazione che non se la spassa.
 
Se non bastasse per convincervi della gravita' della situazione in cui ci troviamo, e' emblematico e paradossale la convergenza di giudizi di Confindustria e CGIL:
''La fotografia e' molto allarmante'' ed e' ''aggravata dal fatto che il nostro Paese esce dalla crisi peggio degli altri e non meglio, come ha osservato giustamente il presidente di Confindustria'', Emma Marcegaglia. Lo ha detto il Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, parlando dell'uscita dalla crisi dell'Italia nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto Ires sui salari.
Ed in questo contesto c'e' da considerare le forti preoccupazioni che ormai anche in sede Unione Europea sta suscitando la non troppo nota 'Guerra Valutaria', come ci racconta Mercato Libero.
"In un mondo globale dove dazi e barriere non funzionano piu' e in presenza di sovracapacità produttiva, la svalutazione di una moneta rende l'economia meno debole, facilitando le esportazioni.
Ma in un contesto di crisi economica mondiale (senza una vera crescita) nessuna valuta vuole pagare le conseguenze delle debolezze altrui. Ecco che quindi, tutti i governi studiano a tavolino la corretta strategia per indebolire la propria moneta"
Timori e tensioni[2] cosi' forti che hanno spinto l'Unione verso la drastica dieta dimagrante da imporre al disavanzo pubblico, a base di ristrutturazione conti e severe sanzioni per i trasgressori.
 
Come riporta anche il Corrierone, il piano di cura per il disavanzo pubblico e' il seguente:
"I Paesi caratterizzati da un rapporto debito/Pil superiore al 60% dovranno infatti tagliare l’eccesso del proprio debito di almeno un ventesimo all’anno se vorranno evitare di incorrere nelle sanzioni di Bruxelles."
Esemplificando, per un  paese come la Francia, che secondo le previsioni dovrebbe chiudere il 2010 con debito pari all’83% del prodotto nazionale si tratterebbe di tagliare 4 punti percentuali all’anno per i prossimi tre anni. Per l’Italia, basandoci sul dato dello scorso anno, che con il suo 116% detiene il peggior quoziente d’Europa, sarebbe necessario tagliarne ben ottoper un totale di circa 130 miliardi.

Dove troviamo i soldi per ridurre il debito, sostenere la produttivita' e non distruggere definitivamente i servizi essenziali ai cittadini -rammento, si parla di quel che resta della scuola, della sanita' e dei trasporti pubblici?

Stampare carta moneta, non credo che basti; per certo a fronte di una riduzione delle entrate fiscali previste per l'anno in corso, mi pare lontana come una chimera la rinnovata promessa fresca di giornata per una riduzione della pressione fiscale.

Davvero lungo l'asse produttivo del NordOvest si alza un grido di disperazione: un GEMITO che pare incredibile non venga ascoltato.

 
Note
[1] gli altri aggregati economici si riferiscono a: unità di lavoro, valore aggiunto, redditi da lavoro dipendente e spesa per consumi finali delle famiglie; invito il lettore interessato a scorrere le tabelle nel documento dell'ISTAT, pag 5-9; op per chi preferisse una sintesi segnalo il sito di Rainews24 al link qui indicato.
[2] anche dal punto di vista sociale; per chi ne volesse sapere di piu' cito un articolo de 'La Stampa' sulle proteste dei lavoratori a Bruxelles  op l'ultimo post di 'Informazione Scorretta' sugli scioperi Spagnoli e Greci, cosi' solo perche' tutto va bene.

lunedì 27 settembre 2010

La risposta?

Vogliamo esser positivi? Proviamo a sognare ad occhi aperti -sempre in attesa di smentite o di un cazzotto in faccia?

Oggi immaginiamo che quanto successo durante il weekend scorso a Cesena, alla 'Woodstock a 5 Stelle', vada oltre la speranza di quelle ore di festa, di musica, di richieste umane, e per la prima volta contagi l'italica societa' dormiente come una bella addormentata.

Cos'e' successo? Cercatevelo sul web, pero gia' vi avviso, sull'edizione on-line di oggi sia del 'Pompiere della Sera' sia de 'La Stumpa' giusto x dirne un paio, non si trova nulla.

Eh gia' son alle prese con i teatrini della politica italiaCana: tra 2 giorni si celebra il compleanno del nanetto al potere, tutti pronti ad ossequiare lunga vita al re, con un regalo chiamato fiducia.

Ma chi sogna ha bisogno d'altro.

Vi lascio qualche sprazzo di 'aria buona', voi al link seguente trovate l'originale integrale.

1) Occorre crederci
"Siamo vivi, vivi! Siamo usciti dalle catacombe. Siamo sopra e oltre. Sopra al nulla della politica, oltre questa civiltà basata sul denaro e sul consumismo. Sopra e oltre. Io ci credo, voi ci credete. La Rete ci ha unito. Possiamo cambiare la società, il mondo solo se lo vogliamo. Cosa abbiamo da perdere? Ognuno vale uno. Chiunque di voi può fare la differenza, essere un leader. Ognuno è un leader se riesce a trasformare i suoi sogni in realtà. Oggi, qui, ci sono migliaia di ragazze e di ragazzi. Siete l’avanguardia di una Nuova Italia, un posto più bello di questo, onesto, più leggero, senza odi, senza mafie. Voi avete il vostro destino nelle mani, non fatevi comprare, non perdetevi dietro a falsi valori."
2) Svegliamoci
"Noi siamo vivi in un Paese di morti, di vecchi che occupano ogni spazio e si credono eterni, che si nutrono di potere e si sono fottuti la vita. Noi non siamo in vendita, non siamo merce, non crediamo a una società basata sul profitto, sul PIL. Vogliamo tutto perché non abbiamo più niente. Non l’aria pulita, non l’acqua pubblica, non una scuola di eccellenza, neppure la sicurezza di un lavoro e quando lavoriamo la sicurezza di non morire sul lavoro. Gli operai di oggi sono al fronte, sono loro i partigiani che combattono per dare da mangiare ai loro figli e muoiono come topi nelle cisterne."
3) E liberiamoci di loro
"L’Italia non è una democrazia, il cittadino non è rappresentato in Parlamento, non può votare il proprio candidato. Il Parlamento è eletto dalla mafia, dalla massoneria, dai vertici dei partiti, non dai cittadini. Sei persone decidono per tutto il Paese. L’Italia è un sistema capitalistico/mafioso con le pezze al culo, basato sul debito pubblico e sulle concessioni dello Stato. Ogni italiano è indebitato per 30.000 euro. Il debito aumenta di 100 miliardi di euro all’anno, stiamo andando verso il default. Quando i soldi contaminano la politica, la politica diventa merda, si fa politica per i soldi, non per servizio civile, come dovrebbe essere. Il MoVimento 5 Stelle non vuole i soldi, vuole poter volare alto, far volare le sue idee. Non ha ideologie, ma idee. I partiti prendono un miliardo di euro di finanziamenti elettorali nonostante un referendum che li abbia proibiti, nessuno si scandalizza, passano tutti all’incasso."
Se volete, per dirla con Marco Pagani di 'EcoAlfabeta', per altro per un altro contesto:
"Ciascuno è davvero diversamente abile a fare qualcosa di buono nella propria vita senza dovere dire sempre signorsì al padrone del vapore di turno."
Prima che sia troppo tardi

Buona lettura

domenica 26 settembre 2010

E' un paese l'Italia...

'Viaggiando si scopre il mondo! '
E' cosi' che, fin da piccolo, i miei nonni mi raccontavano-raccomandavano, loro che i primi viaggi li fecero per andare a far la naia ed i secondi per andare al fronte.

Eppure, nonostante non avessero macinato Km o collezionato tessere frequent flyer, dicevano, se avessi mai voluto scoprire l'essenza di un Paese, avrei dovuto incontrare la gente che lo popola.

E nei viaggi, quale mezzo migliore dei trasporti pubblici locali per vivere la quotidianita' di una nazione?

Al di la' di qualsiasi considerazione (retorica?) circa l'efficienza di uno stato misurabile sulla capacita' di offrire servizi ai propri cittadini o visitatori di passaggio -in questo caso il parametro sarebbero i trasporti stessi-, verita' che non mi pare in discussione, qui e' il mezzo di trasporto stesso usato quale veicolo di modi d'essere e di agire della gente che lo utilizza.

Vi racconto una storia. Banale forse, ma attuale.

Qualche giorno fa, in attesa sulla pensilina di una grande stazione di questo Paese, attendevo il treno; sul binario già da qualche minuto un treno Intercity era fermo: giunto quasi puntale stava incrementando il ritardo a causa di una porta che non voleva piu' saperne di richiudersi, nonostante l'affannarsi del capotreno e del personale di terra: 'Eppure l'hanno revisionato solo 10 giorni fa' commenta il responsabile di terra. Sapevo gia' le conseguenze: il mio treno avrebbe subito lo stesso ritardo per il prolungarsi dell'inconveniente. Distolgo lo sguardo stanco dai binari e colgo il piovere di una cartaccia: e' caduta al di qua di un cartellone pubblicitario, dall'altra parte sta appoggiato un venditore ambulante con una mano in cima al pannello stesso: il cestino era giusto dietro di me, a meno di 3 metri dal cartellone.
Salgo sul treno, seppur affollato trovo posto vicino ad una coppia di amiche che chiaccherano; apro un libro ma ascolto i loro discorsi: son insegnanti, precarie, una meno stabile dell'altra che stanno rientrando dopo un paio di ore di lezione; la prima aveva preso il treno presto al mattino e stava rientrando nel tardo pomeriggio: ore mal distribuite o irrazionalita' della scuola?
Un paio di stazioni dopo cambiano i compagni di viaggio: i nuovi protagonisti son un paio di colleghi o soci di ...uno studio di fiscalisti scopro cammin facendo; e tra i piu' affermati della citta' capolinea del mio treno. Squilla un telefono: 'Ti dico che non controllano, fidati', 'Conferma al tuo cliente questi versamenti fiscali, e' quasi in linea con gli studi di settore' 'Dai, non puo' ridurre il nero proprio quest'anno, desterebbe piu' sospetti!' Secondo me non stavano parlando di un atelier di moda e di colori per collezioni autunno-inverno.
Il treno su cui viaggio giunge a destinazione, con ritardo previsto di un quarto d'ora. Passo dalla biglietteria, un paio di sportelli aperti ed una sola signora in coda, opto per prendere il biglietto per il viaggio del giorno successivo. Mi fermo e girandomi scorgo altri 3 viaggiatori che si accodano piu' una signora che passando sotto il nastro di demarcazione della coda, s'intrufola allo sportello lasciato libero. La signora davanti a me tace. L'attesa si prolunga di qualche minuto, e mi capita proprio lo sportello della furbetta: chiedo al bigliettaio come mai non ha detto nulla in precedenza, mi sento rispondere nell'ordine 'Non me ne sono accorto' e quando gli ho fatto notare che le si era infilata davanti questo dice 'Non e' compito mio, dovevate protestare'.
Recupero il biglietto e corro alla fermata del bus: appena in tempo, sta arrivando! Attendo che si ferma, davanti a me una coppia di adolescenti freme in attesa. Si aprono le porte, e questi 2 s'infilano immediatamente urtando nell'ordine un grasso signore ed un'anziana instabile che stavano per scendere; naturalmente non chiedono scusa, e naturalmente il mio occhio, salendo, cade sull'adesivo 'Si prega di lasciar scendere prima di salire'.
Qualche fermata piu' in la' l'autista riparte senza aver aperto le porte lato salita passeggeri, bensi' solo quelle di discesa; un giovane incravattato protesta fuori luogo e soprattutto modo perche' non si son aperte proprio tali porte: lui doveva scendere li'. Inchiodata -si fa per dire- e fermata fuori sede di qualche metro: vi confesso morivo dalla voglia di aiutarlo a scendere con un calcio ben assestato dove non batte il sole!
Giunto a destinazione, alla mia fermata scende anche l'adolescente spintonatore, che scartando una caramella getta la carta qualche passo piu' in la'. Tempo di accorgemene che son distratto dallo stridere di pneumatici: dove, ma soprattutto, botto? Fortunatamente no. Giusto all'incrocio di fronte a me, un'auto quasi avesse vita propria, brucia sul tempo altri 2 veicoli sopraggiungenti e curva a sinistra tagliando loro la strada. Un clacson di protesta e scende nuovamente il silenzio.
Riprendo il cammino e giunto a casa chiudo dietro di me la normale giornata di piccole arroganze, prevaricazioni, mancanze di educazione che costellano le nostre giornate.

E ci stupiamo ancora per il 'Metodo Boffo' che impera?

E riprendendo il titolo di questo post 'E' un paese l'Italia...' concludiamo degnamente parafrasando Masini '...che va a puttane!'

Davvero viaggiando si scopre il mondo!

Non so voi, ma a me quello italico provoca veramente ribrezzo.

mercoledì 15 settembre 2010

TAV: qualche aggiornamento su costi e dintorni

E' da qualche mesetto che non ci si occupa dell'argomento 'Trasporti Pubblici'; l'ultimo trattato si occupava di Alta Velocita': 'TAV: NO agli sprechi, SI al servizio pubblico'

A chi e' gia' capitato di imbattersi sulla questione dei costi, ha ormai dato per assodato che l’Alta velocità in Italia rispetto a progetti analoghi all’estero è già costata più del quadruplo.

Eppure, sul fronte dei costi c'e' un potenziale problemino: pare che vi sia un contenzioso tra chi deve  costruire i diversi tratti di alta velocità, ossia le cordate di imprese appaltatrici dei lotti dell'opera, chiamati General Contractors, e appunto chi ha commissionato il lavoro, il Committente principale, le nostre scarrupate FS. Ed il loro azionista principale: il Ministero del Tesoro.

Si parla di una cosuccia da nulla: 6 Miliardi di Euro -si rammenta al lettore che la manovra finanziaria di fine luglio era 'solo' 4 volte tanto.

E stiamo parlando di arbitrati per adeguamento dei costi!

Detto in altri termini, sono soldi da AGGIUNGERE al budget gia' rialzato negli scorsi anni. Ma state tranquilli, spalmeranno questi costi nel tempo, secondo un metodo consolidato gia' in atto da anni da parte di EffeEsse: e' il cossidetto ammortamento

Fonti aziendali spiegano che funziona così: se il general contractor contesta i pagamenti pattuiti e ottiene che un’opera venga pagata 150 invece di 100, per Fs questo significa che, almeno nei bilanci, il valore dell’opera va aggiornato. Da 100 a 150. E, con un tratto di penna, il valore di una tratta di Alta velocità lievita all’improvviso. Anche se il reddito che potrà generare e la sua utilità non sono certo cambiati. E il sovrapprezzo ottenuto dal general contractor viene inglobato nel costo complessivo dell’opera, spalmato su tutti i suoi anni di vita
Recentemente, in pieno stile 'eravamo 4 colleghi al bar', parlando dei tracciati del progetto europeo dei corridoi di traffico, le reti TEN, ho proposto loro un gioco di logica: se i tracciati fossero ottimizzati, per ridurre sia i costi di produzione, sia i tempi di trasporto -devono esser VELOCI!-  e' auspicabile immaginarli i piu' diretti e rettilinei possibili, vero?
Nel riquadro in alto si noti il Corridoio 5, la tratta che si stacca da Lione ed arriva al confine Italo-Sloveno.
[pubblicato sul Corriere della Sera, del 30 Gennaio 2010]
Interessante: un grande serpentone che si snoda lungo la Penisola Iberica, passa lungo la costa mediterranea Francese, ed una volta intercettata la direttrice TGV gia esistente, punterebbe dritto a Nord, lasciandosi alle spalle tutto l'arco Alpino ed i suoi problemi di attraversamento... se non avessero inventato il 'Corridoio 5'!

Ecco dunque che un po' di Km piu' a nord di Lione si scende verso la Padanica pianura, e con qualche variante ancora da trovare nel tratto Torinese, si butta con fiducia verso il confine Italo-Sloveno.
Da qui siete liberi di credere che prosegua rettilineo fino a Kiev -o almeno fino a Lviv, dove intercetta il 'Corridoio 3', proveniente dalla Germania, quello che si lascia a sud le Alpi ed i loro problemi geofisici e di costi e di riduzioni di velocita' nell'attraversarle.

A chi invece avesse qualche dubbio sulla linearita' del tracciato del mitico 'Cor 5', invito dare un occhio al percorso dello stesso, cosi' come previsto dalle direttrici europee. Accidentalmente trovate anche altri tracciati.

Torniamo al tratto rosso, la Torino-Lyon.

Una piega cosi' irrazionale nel tracciato sara' giustificato dal numero di traffici attraverso il valico del Frejus?
Dati sul Traffico Merci fornite dall'Ufficio Federale dei Trasporti Svizzeri
Tolto il picco stradale intorno agli anni della chiusura del traforo del Monte Bianco, si vede bene che e' in costante calo. E per il trasporto su rotaia inesorabile dal 1997.

E pensare che son numeri su traffici effettivi pre 'grande crisi'...

Davvero rosee prospettive per chi deve finanziare, o meglio coprire maggiori costi di realizzo di quest'opera -mi concedete di definirla assurda?

Chissa' che elevato ritorno sugli investimenti avremo: coraggio, tolto il segno '-' sara' davvero un bel numero!

giovedì 9 settembre 2010

Un po' di sana e robusta Costituzione

Non so se sia capitato anche ai lettori piu' giovani oggi, ma tempo fa, per chi volesse praticare qualunque attivita' sportiva, serviva un certificato medico attestante la 'sana e robusta costituzione'.

Se si superava l'esame del medico, solitamente il medico di famiglia, si poteva ambire, o almeno sognare a possibili successi in campo sportivo.

Fissiamo un passaggio: un esame obiettivo ed un certificato.

Mi domando: non sarebbe il caso di introdurre un esame, oggi, in un altro settore, prima di abilitare noi ed i professionisti di tale settore, nel gareggiare a sparare la cavolata piu' grossa su questa materia?

Il 'settore' lo lascio come quesito al lettore, mentre la 'materia' verra' svelata qui nel seguito.

Oggi vi presento, permettendomi di commentarle, alcune Pillole Costituzionali

Tratte dai

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 3.


Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Avete letto bene? Siamo tutti uguali, e non v'e' ragione alcuna x creare dei distinguo, nemmeno per condizioni personali particolari o sociali.
Dunque se un cittadino uguale agli altri, capitasse di assumere nel suo cammino civile di alcuni incarichi di carattere sociale, che ne so, ad esempio se divenisse presidente dell'Accademia della Crusca, op del Dopolavoro ferroviario di Monza, o anche del Consiglio dei Ministri di Roma, non ci vedo particolari condizioni nel ritenersi 'al di sopra della legge', a meno che si creda piu' uguale degli altri.


Art. 5.


La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Letto bene? Ampio decentramento amministrativo? Cioe' le realta' locali si amministrano sul territorio stesso -salvo magari avere delle linee guida in alcune cosucce tipo la formazione scolastica, le cure mediche adeguate, i trasporti. Adeguare i metodi legislativi alle esegenze delle autonomie e del decentramento?Attenzione: non si sta parlando di qualche regione particolare, bensi' di nessuna, ossia di tutte, dell'intero territorio nazionale.
Ma ... allora non e' che 'sta conclamata riforma federale e' gia' inserita nel DNA della Carta Costituzionale stessa?

 
Art. 8.


Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Pero', 'sti Padri Costituzionali, erano precursori dei tempi: libera religione in libero stato, a patto che entrambi si rispettassero nella legalita'. E questo x ogni confessione religiosa che poteva esser presente sul 'sacro suolo italico' -quella cattolica ha un articolo dedicato, il settimo, con riferimento ai Patti Lateranensi- ma gia' le sue consorelle Cristiane, alias le chiese protestanti ed ortodosse rientrano tra 'il resto del mondo religioso'.
Lungimiranti. E disattesi!
 
 
Art. 9.


La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Ahinoi, volevo chiudere in bellezza: citando questa pillola, si sollevano tanti dubbi e molti limiti: dal progressivo continuo taglio di fondi per la ricerca tecnico-scientifica, alla colpevole incapacita' di difesa del territorio ...
E non credo sia una necessita' di riduzione dei costi, come si e' da poco indicato al lettore nel post 'Sviluppo o Produzione?'
 
 
Si lascia al lettore la bonta' di meditare su questi 'spunti costituzionali' o altri di sua preferenza.
 
Resta fermo l'invito di valutare, Costituzione alla mano, qualunque avventata proposta venga dai nostri lautamente stipendiati dipendenti legislatori in parlamento.
 
Piu' saremo informati meno saremo fregati.

martedì 7 settembre 2010

Sviluppo o Produzione?

Non troppo tempo fa partecipavo come uditore ad un convegno sulla produzione industriale e sulle necessita' della ricerca scientifica e tecnologica nei paesi di Eurolandia.

In uno dei dibattiti di quella giornata di scambi d'opinione, parlando di organizzazione e gestione delle risorse, e di difesa della produttivita' d'impresa, mi colpi' in merito il pensiero di Gary Pisano, professore di Business Administration all'Universita' di Harvard.
"L'eccessivo outsourcing [ossia il ricorso a fornitori esterni, NdS], la delocalizzazione pressoche' totale della produzione, hanno un effetto molto forte sulla perdita della competitivita' e sul declino della ricerca negli USA; questo perche' la concezione di nuovi prodotti piu' tecnologici e all'avanguardia sovente dipendono dalla presenza locale di un'infrastruttura industriale efficace."
Secondo il docente, esperto di strategie competitive, la difesa degli insediamenti produttivi ed in particolare del livello occupazionale nei settori della Ricerca e dello Sviluppo manufatturiero, 
"e' l'unico modo per mantenere la capacita' di innovare, legata in maniera critica alla conoscenza di come la tecnologia si comporta nella linea di produzione"
Detto in altri termini: per garantire un livello competitivo elevato nel tessuto industriale e produttivo di una nazione, occorre mantere alta e qualificata l'occupazione nei settori della Ricerca e Sviluppo e nella Produzione Avanzata.

Mi domandavo se qualcuno tra i nostri piu' illuminati imprenditori, o tra i piu' attenti politici, fossero venuti a conoscenza di queste affermazioni, non cosi' impossibili da immaginare -un'antica prof delle mie superiori avrebbe detto, 'cum grano salis'.

Leggendo la cronaca di questi giorni, e citando 2 argomenti a caso:
  1. Occupazione Giovanile
    "Per un ragazzo italiano è quasi normale non avere un lavoro: oltre un giovane su quattro è infatti disoccupato. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile, cioè di coloro che hanno un’età compresa tra 15 e 24 anni, è del 26,8%, in aumento rispetto a luglio 2009 (25,7%), ma in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto a giugno 2010."
  2. Tutela del Lavoro: secondo Ferdemeccanica -il principale settore imprenditoriale italico x numero di contratti attivi-  la si ottiene rescindendo il contratto collettivo nazionale; le motivazioni?
    «L’accelerazione che abbiamo imposto oggi è per tutelare le esigenze delle aziende metalmeccaniche e di un milione di lavoratori che dipendono da esse. Fiat non ha spinto per niente»
Non so voi, ma a me, cosi' su 2 piedi, non sembrerebbe.

E, come gia' indicato nel post 'L'estate sta finendo...' non e' il caso di scomodare ragioni piu' contingenti, o poco fortunate, quali ad esempio il perpetuo perdurare della vacanza di responsabile nel dicastero dello Sviluppo Economico -ma non era il Governo del Fare?

Torniamo all'Italico dilemma, come recita il titolo: Sviluppo o Produzione?

Perche' non tutte e 2 ed in modo qualificato!

giovedì 2 settembre 2010

Mediapolis

Guardate la foto seguente e domandatevi: cosa potra' mai significare l'area racchiusa dall'ellisse rossa?
Panorama del belvedere dal Castello di Masino
Trovato la vostra risposta?  Bene, ora provate a confrontarla con la soluzione svelata qui sotto

Mediapolis
E' un area interessata da un progetto faraonico che prevede la costruzione, presso il Comune di Albiano d'Ivrea nel Canavese, di una specie di città artificiale.

Si sta parlando del paradosso rappresentato dal progetto “Mediapolis”, un’immensa Disneyland da 60 ettari affiancata a tre centri commerciali che sorgerà su un’area idrogeologicamente instabile di alto valore agricolo, distruggendo senza compromessi uno splendido paesaggio ancora intonso.

La zona e' quella della piana morenica ai piedi della Serra, giusto nei pressi del Castello di Masino, che e', con il suo splendido parco di 24 ettari, una piacevole gemma turistica per una domenica nella quiete della campagna eporediese.

E' dunque un nuovo potenziale mostro ambientale o una risposta alla crisi lavorativa di questi anni?

Per la verita' e' un progetto vecchio di oltre una decina d'anni, contro il quale si batte il FAI, il Fondo x l'Ambiente Italiano. Le ragioni di questa 'battaglia' sono molteplici: dal rischio idrogeologico per le esondazioni della Dora Baltea, alla cementificazione selvaggia che lascerebbe senza dubbio un danno ambientale permanente: i terreni agricoli che andrebbero perduti -giusto x avere un'idea il lettore puo' confrontare da se' l'estensione dell'area interessata rispetto quella del castello.

Eppure c'e' chi lo presenta come una possibilita' di lavoro: 5 mila richieste di impiego, per ora rimaste fortunatamente solo un miraggio -in effetti x tanti oggi il lavoro e' appunto tale.

Pensiamoci bene: si tratta di maestranze sopratutto x le imprese edilizie chiamate a ralizzarla, quindi in prevalenza di lavori temporanei, a scandenza come la mozzarella: non possiamo distruggere terreni agricoli e risorse idriche, produttive x anni, in virtu' di pochi mesi di lavoro x qualche migliaio di persone.

E nei centri commerciali spesso traslocano negozi prima dislocati nei centri abitati limitromi, quando va bene; altrimenti l'apertura dei grossi centri di distribuzione per le solite grandi marche del settore, e' la condanna a morte per le piccole botteghe di paese: dunque come si concretizza la creazione di nuovi posti di lavoro?

Forse nei lavori stagionali legati al parco acquatico/divertimento?
Uhm, c'e' qualcosa che non mi convince.

Sarebbe interessante approfondire la questione, capirne di piu'; per esempio sapere chi potrebbe guadagnarci in quest'affare.

Secondo Marco Preve, giornalista genovese d'adozione, coautore del libro 'La Colata',
"l'area destinata a Mediapolis è di proprietà della Olivetti, quindi di Telecom Italia, che non si è opposta. Parte della proprietà della società Mediapolis fa riferimento a una società del Lussemburgo i cui azionisti sono sconosciuti..."
oltre ai quali e' facile intuire si muovono le speranze di introiti finanziari degli enti pubblici territoriali direttamente interessati dall'opera -comuni, provincia e regione- e di enti privati del settore -2 nomi 'a caso': Unicredit e Intesa SanPaolo.

Invito il lettore interessato all'ascolto del servizio filmato dal titolo 'Mediapolis: ipotesi di distruzione ambientale', di Marco Preve.

L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre.
Il partito del cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni
[dal libro 'La Colata', Ed. Chiarelettere]

Buona video-meditazione e divulgazione

PostScriptum
Interessante trovare alcuni riscontri persino nel sito che descrive favorevolmente questo parco divertimenti canavese