lunedì 30 agosto 2010

L'estate sta finendo...

...e Settembre sta arrivando, con la previsione di un autunno molto caldo.

Oggi non stiamo parlando di cataclismi climatici, e neppure dell'onda calda dei giorni scorsi appena mitigata dai rovesci odierni.

Ci riferiamo allo stato di salute della penisola Italica: ben messa si direbbe, ascoltando i soliti TigGi', sopratutto ora che lo 'spauracchio' delle elezioni anticipate e' rientrato ...

Tutto liscio e tranquillo dunque. Proviamo a vedere quali sono i frutti che porta in dote l'imminente nuova stagione?

Finisce l'estate e, nell'ordine riprendono a pieno regime le produzioni industriali e quindi a seguire, la sempre piu' rinnovata scuola.

Non ci credete? Ok, cerchiamo un po' di info in giro.

Il presidente di Confindustria, la Sora Emma, la scorsa settimana al Meeting di Rimini ha affermato che
"Il peggio lo abbiamo alle spalle ma siamo in un fase di totale incertezza e discontinuita' strategica, pensavamo che l'America fosse in grande ripresa ma abbiamo visto quali sono le difficolta', solo la Germania va avanti"
Eppure c'e' qualcosa che non torna.
Intanto pare che gli industriali abbiano pensato male. Inoltre, non si hanno riscontri tangibili sul fatto che l'italico paese stia progredendo, lasciandosi il peggio alle spalle.
Infatti sembra che ci sia qualche altro candidato a salire sui tetti x rinvedicare un po' di attenzione al rischio di cessazione delle proprie attivita' lavorative.

Come dite, qualche decina di persone? Forse qualcuna in piu' ... facciamo piu' o meno 400.000 posti a rischio nelle industrie italiane.
I soliti catastrofisti direte. Fuori i nomi!
"Quattrocentomila…proviamo a chiamarli con nome e cognome e vediamo che effetto vi fa. Sono i 700 in carne e ossa della Ixfin di Caserta, i 350 della Nokia-Siemens e i 1400 della Ex-Jabil entrambe in Lombardia, i 1000 della Finmek divisi tra il Veneto, l’Abruzzo e la Campania, i 220 della Ritel di Rieti e gli 800 della Micron ad Avezzano. Più o meno 4.500 che lavorano nel settore “apparecchiature elettriche”."
Ed e' solo un assaggio, infatti l'articolo prosegue elencando altre aziende con dipendenti a rischio
"Settore “Prodotti per la casa”: rischiano il posto e lo stipendio i 120 della Cesame a Catania, i 550 della Nicoletti a Matera, i 450 della Saint Gobain a Savigliano in Piemonte, i 650 della Ideal Standard a Brescia e in Friuli, i 1500 della Natuzzi a Bari. Settore della chimica: rischiano lo stipendio i 400 della Portovesme a Cagliari, gli 800 della Ineos Vinils in Veneto, Romagna e Sardegna, i 300 della Montefibre a Venezia, i 450 della Nuova Pansac veneta, i 200 della Basell a Terni, gli 80 della Krotongres a Crotone."
Come vedete la produzione industriale sull'intero territorio nazionale e' a rischio; e l'elenco continua. Passando ad altri settori produttivi troviamo
"nel settore elettrodomestici ecco i 4.000 della Merloni in Emilia, Umbria e Marche, i 500 della Electrolux in Veneto, i 150 della Riello a Lecco, i 150 della San Giorgio a La Spezia, i 900 della Siltal in Piemonte, Veneto e Campania, gli 800 della Indesit[1] in Lombardia e Veneto."
Nel settore trasporti, nell'elenco dichiarato incompleto appaiono oltre 5600 posti a richio, 4250 nella moda ed altri 1500 nella siderurgia - si rimanda il lettore al link di Blitz Quotidiano per ulteriori dettagli [2].

E la gravita' della situazione e' nota al Governo stesso, come attesta questo link della rassegna stampa governativa dal titolo esplicativo 'Ripresa in salita per 400mila lavoratori'
"Tra i tavoli di confronto spiccano 80 crisi aziendali gravi: le situazioni più critiche vanno dalla Vinyls in Veneto alla A. Merloni nelle Marche (ma con diversi stabilimenti) a Videocon nel Lazio, da Siltal in Campania a Natuzzi in Puglia, a Legler e Alcoa in Sardegna." 
Non v'e' settore produttivo che non abbia le sue piaghe lavorative, e stiamo parlando solo dei contenziosi aperti presso il Ministero (vacante) dello Sviluppo Economico, il Mse; in effetti, da 4 mesi senza un ministro in carica, lo sviluppo eventuale non puo' che esser vacante. Un po' di amara coerenza, sulla pelle delle persone.

Un esempio che spiega la paralisi: la chimica del petrolio «ha difficoltà crescenti ed è diventata un tema classico di politica industriale - spiega Giampiero Castano, responsabile dell`unità per la gestione delle vertenze del Mse. Adesso però l`Italia avrebbe la possibilità di far emergere la chimica biologica. Ma serve una politica industriale accorta che investa in questa direzione»"

Sara' che al Governo abbiano altri 'grattacapi' a cui pensare come priorita' nazionale, tipo il processo breve?

Menomale che c'e' la riforma della Scuola, che seppure verra' a tagliare 135mila posti entro il prossimo anno, questa fu venduta come necessita'
"oltre che per risparmiare, per eliminare una volta per tutte la piaga del precariato che per decenni ha messo in discussione uno dei cardini della scuola, la continuità didattica" 
Com'e' che a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico pare vi siano ancora migliaia di posti da assegnare, almeno al Nord? Addirittura sedi scolastiche ancora senza preside.

Dove li trovera' questi insegnanti e dirigenti scolastici la signora ministra, se non ha piu' immissioni in ruolo a disposizione? Forse in assegnazioni temporanee di cattedre e presidi, alias il ritorno dalla finestra del precariato scolastico.

Credo proprio che con l'arrivo di Settembre spuntino i nuovi funghi della stagione lavorativa: precariato ed instabilita'.

E lasciamo a futuri spunti, ed a menti piu' brillanti, il rompicapo economico autunnale: a chi pesco i soldi per rimborsare agli investitori i titoli di debito pubblico in scadenza?


Tranquilli che il dicastero della finanze e dell'economia e' ben saldo in mano al commercialista della riduzione della pressione fiscale. Con i risultati noti a tutti -guardate gli scaglioni del fisco o le beffe degli studi di settore, con tanti auguri.

Sorridete, che 'a farsi cattivo sangue' non ne vale la pena, come dicevano i miei nonni.

Anche perche', all'occorrenza, non potreste piu' venderlo.


Note dello scrivente:
[1] Quelle riguardandi la chiusura degli stabilimenti di Brembate e Treviglio, che arrivano poco dopo quello di None in Piemonte, della primavera scorsa;
[2] Tuttavia, i "micro" licenziamenti nelle societa' di servizi che non hanno diritto a CIG, anche in questi elenchi semplicemente spariscono.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un precario a vita

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/309592/

M.D. ha detto...

A proposito di precariato a scuola, bilancio e continuita' didattica

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/30/i-precari-della-scuola-sfidano-la-gelmini-vogliamo-un-incontro-pubblico/54562/