giovedì 2 settembre 2010

Mediapolis

Guardate la foto seguente e domandatevi: cosa potra' mai significare l'area racchiusa dall'ellisse rossa?
Panorama del belvedere dal Castello di Masino
Trovato la vostra risposta?  Bene, ora provate a confrontarla con la soluzione svelata qui sotto

Mediapolis
E' un area interessata da un progetto faraonico che prevede la costruzione, presso il Comune di Albiano d'Ivrea nel Canavese, di una specie di città artificiale.

Si sta parlando del paradosso rappresentato dal progetto “Mediapolis”, un’immensa Disneyland da 60 ettari affiancata a tre centri commerciali che sorgerà su un’area idrogeologicamente instabile di alto valore agricolo, distruggendo senza compromessi uno splendido paesaggio ancora intonso.

La zona e' quella della piana morenica ai piedi della Serra, giusto nei pressi del Castello di Masino, che e', con il suo splendido parco di 24 ettari, una piacevole gemma turistica per una domenica nella quiete della campagna eporediese.

E' dunque un nuovo potenziale mostro ambientale o una risposta alla crisi lavorativa di questi anni?

Per la verita' e' un progetto vecchio di oltre una decina d'anni, contro il quale si batte il FAI, il Fondo x l'Ambiente Italiano. Le ragioni di questa 'battaglia' sono molteplici: dal rischio idrogeologico per le esondazioni della Dora Baltea, alla cementificazione selvaggia che lascerebbe senza dubbio un danno ambientale permanente: i terreni agricoli che andrebbero perduti -giusto x avere un'idea il lettore puo' confrontare da se' l'estensione dell'area interessata rispetto quella del castello.

Eppure c'e' chi lo presenta come una possibilita' di lavoro: 5 mila richieste di impiego, per ora rimaste fortunatamente solo un miraggio -in effetti x tanti oggi il lavoro e' appunto tale.

Pensiamoci bene: si tratta di maestranze sopratutto x le imprese edilizie chiamate a ralizzarla, quindi in prevalenza di lavori temporanei, a scandenza come la mozzarella: non possiamo distruggere terreni agricoli e risorse idriche, produttive x anni, in virtu' di pochi mesi di lavoro x qualche migliaio di persone.

E nei centri commerciali spesso traslocano negozi prima dislocati nei centri abitati limitromi, quando va bene; altrimenti l'apertura dei grossi centri di distribuzione per le solite grandi marche del settore, e' la condanna a morte per le piccole botteghe di paese: dunque come si concretizza la creazione di nuovi posti di lavoro?

Forse nei lavori stagionali legati al parco acquatico/divertimento?
Uhm, c'e' qualcosa che non mi convince.

Sarebbe interessante approfondire la questione, capirne di piu'; per esempio sapere chi potrebbe guadagnarci in quest'affare.

Secondo Marco Preve, giornalista genovese d'adozione, coautore del libro 'La Colata',
"l'area destinata a Mediapolis è di proprietà della Olivetti, quindi di Telecom Italia, che non si è opposta. Parte della proprietà della società Mediapolis fa riferimento a una società del Lussemburgo i cui azionisti sono sconosciuti..."
oltre ai quali e' facile intuire si muovono le speranze di introiti finanziari degli enti pubblici territoriali direttamente interessati dall'opera -comuni, provincia e regione- e di enti privati del settore -2 nomi 'a caso': Unicredit e Intesa SanPaolo.

Invito il lettore interessato all'ascolto del servizio filmato dal titolo 'Mediapolis: ipotesi di distruzione ambientale', di Marco Preve.

L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre.
Il partito del cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni
[dal libro 'La Colata', Ed. Chiarelettere]

Buona video-meditazione e divulgazione

PostScriptum
Interessante trovare alcuni riscontri persino nel sito che descrive favorevolmente questo parco divertimenti canavese

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