domenica 26 settembre 2010

E' un paese l'Italia...

'Viaggiando si scopre il mondo! '
E' cosi' che, fin da piccolo, i miei nonni mi raccontavano-raccomandavano, loro che i primi viaggi li fecero per andare a far la naia ed i secondi per andare al fronte.

Eppure, nonostante non avessero macinato Km o collezionato tessere frequent flyer, dicevano, se avessi mai voluto scoprire l'essenza di un Paese, avrei dovuto incontrare la gente che lo popola.

E nei viaggi, quale mezzo migliore dei trasporti pubblici locali per vivere la quotidianita' di una nazione?

Al di la' di qualsiasi considerazione (retorica?) circa l'efficienza di uno stato misurabile sulla capacita' di offrire servizi ai propri cittadini o visitatori di passaggio -in questo caso il parametro sarebbero i trasporti stessi-, verita' che non mi pare in discussione, qui e' il mezzo di trasporto stesso usato quale veicolo di modi d'essere e di agire della gente che lo utilizza.

Vi racconto una storia. Banale forse, ma attuale.

Qualche giorno fa, in attesa sulla pensilina di una grande stazione di questo Paese, attendevo il treno; sul binario già da qualche minuto un treno Intercity era fermo: giunto quasi puntale stava incrementando il ritardo a causa di una porta che non voleva piu' saperne di richiudersi, nonostante l'affannarsi del capotreno e del personale di terra: 'Eppure l'hanno revisionato solo 10 giorni fa' commenta il responsabile di terra. Sapevo gia' le conseguenze: il mio treno avrebbe subito lo stesso ritardo per il prolungarsi dell'inconveniente. Distolgo lo sguardo stanco dai binari e colgo il piovere di una cartaccia: e' caduta al di qua di un cartellone pubblicitario, dall'altra parte sta appoggiato un venditore ambulante con una mano in cima al pannello stesso: il cestino era giusto dietro di me, a meno di 3 metri dal cartellone.
Salgo sul treno, seppur affollato trovo posto vicino ad una coppia di amiche che chiaccherano; apro un libro ma ascolto i loro discorsi: son insegnanti, precarie, una meno stabile dell'altra che stanno rientrando dopo un paio di ore di lezione; la prima aveva preso il treno presto al mattino e stava rientrando nel tardo pomeriggio: ore mal distribuite o irrazionalita' della scuola?
Un paio di stazioni dopo cambiano i compagni di viaggio: i nuovi protagonisti son un paio di colleghi o soci di ...uno studio di fiscalisti scopro cammin facendo; e tra i piu' affermati della citta' capolinea del mio treno. Squilla un telefono: 'Ti dico che non controllano, fidati', 'Conferma al tuo cliente questi versamenti fiscali, e' quasi in linea con gli studi di settore' 'Dai, non puo' ridurre il nero proprio quest'anno, desterebbe piu' sospetti!' Secondo me non stavano parlando di un atelier di moda e di colori per collezioni autunno-inverno.
Il treno su cui viaggio giunge a destinazione, con ritardo previsto di un quarto d'ora. Passo dalla biglietteria, un paio di sportelli aperti ed una sola signora in coda, opto per prendere il biglietto per il viaggio del giorno successivo. Mi fermo e girandomi scorgo altri 3 viaggiatori che si accodano piu' una signora che passando sotto il nastro di demarcazione della coda, s'intrufola allo sportello lasciato libero. La signora davanti a me tace. L'attesa si prolunga di qualche minuto, e mi capita proprio lo sportello della furbetta: chiedo al bigliettaio come mai non ha detto nulla in precedenza, mi sento rispondere nell'ordine 'Non me ne sono accorto' e quando gli ho fatto notare che le si era infilata davanti questo dice 'Non e' compito mio, dovevate protestare'.
Recupero il biglietto e corro alla fermata del bus: appena in tempo, sta arrivando! Attendo che si ferma, davanti a me una coppia di adolescenti freme in attesa. Si aprono le porte, e questi 2 s'infilano immediatamente urtando nell'ordine un grasso signore ed un'anziana instabile che stavano per scendere; naturalmente non chiedono scusa, e naturalmente il mio occhio, salendo, cade sull'adesivo 'Si prega di lasciar scendere prima di salire'.
Qualche fermata piu' in la' l'autista riparte senza aver aperto le porte lato salita passeggeri, bensi' solo quelle di discesa; un giovane incravattato protesta fuori luogo e soprattutto modo perche' non si son aperte proprio tali porte: lui doveva scendere li'. Inchiodata -si fa per dire- e fermata fuori sede di qualche metro: vi confesso morivo dalla voglia di aiutarlo a scendere con un calcio ben assestato dove non batte il sole!
Giunto a destinazione, alla mia fermata scende anche l'adolescente spintonatore, che scartando una caramella getta la carta qualche passo piu' in la'. Tempo di accorgemene che son distratto dallo stridere di pneumatici: dove, ma soprattutto, botto? Fortunatamente no. Giusto all'incrocio di fronte a me, un'auto quasi avesse vita propria, brucia sul tempo altri 2 veicoli sopraggiungenti e curva a sinistra tagliando loro la strada. Un clacson di protesta e scende nuovamente il silenzio.
Riprendo il cammino e giunto a casa chiudo dietro di me la normale giornata di piccole arroganze, prevaricazioni, mancanze di educazione che costellano le nostre giornate.

E ci stupiamo ancora per il 'Metodo Boffo' che impera?

E riprendendo il titolo di questo post 'E' un paese l'Italia...' concludiamo degnamente parafrasando Masini '...che va a puttane!'

Davvero viaggiando si scopre il mondo!

Non so voi, ma a me quello italico provoca veramente ribrezzo.

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