giovedì 26 novembre 2009

Acqua: un bene per il Comune ed una risorsa per pochi

Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un posto ove l’acqua e’ abbondante; al punto che in alcune periodi dell’anno e’ l’elemento essenziale di “colore” del territorio: dal grigio verde dell’acqua di fusione glaciale al verde intenso della vegetazione che abbeverandosi con gli scrosci celesti, esplode rigogliosa.

Immagine bucolica del pensiero o dichiarazione d’affetto per un luogo fisico? Entrambi.

Solo per indicare che l’acqua non mi e’ proprio estranea. Cosi’ come non mi e’ estraneo il “problema acqua”: o meglio, cio’ che passa da esser un elemento essenziale x la Vita di ogni essere vivente, al divenire fonte di reddito per le amministrazioni comunali. E di lucro per pochi.

Da Bene comune a bene per il Comune.

Ineluttabile conseguenza di un decreto legge scellerato, diranno i miei 5 lettori…

Ma davvero non si puo’ fare piu’ nulla?

“Il decreto è passato? Bene, adesso i comuni si dotino di aziende speciali e si ribellino alla legge”.
Secondo p.Alex Zanotelli, da molti anni in difesa di questa preziosa risorsa, non e’ cosi’ invitabile. Infatti:
“Noi sosteniamo, e con noi lo sostiene una serie di esperti e giuristi, che nonostante questa legge i comuni possono fare un’azienda pubblica e gestire la propria acqua in chiave totalmente pubblica. Ho qui con me un’opinione che è stata approvata dalla sezione ambiente dell’ordine degli avvocati di Napoli. Sto parlando quindi di cose che giuridicamente si possono fare. Le vecchie municipalizzate, per intenderci quelle che noi chiamiamo ‘aziende speciali’, con totale capitale pubblico si possono fare”.
Dunque qualcosa di differente dal seguire l’imposizione legale di un’irrispettosa privatizzazione un’amministrazione pubblica puo’ farlo. Legalmente!
“Noi siamo già partiti e stiamo chiedendo a tutti i comuni, partendo dal basso, di fare consigli comunali pubblici su questo tema e chiediamo che ogni consiglio comunale dichiari l’acqua un bene di non rilevanza economica. Chiediamo che ogni comune percorra la strada dell’azienda speciale”.
Acqua come risorsa economica!!! Per caso c’e’ da tappare un buco nella finanza pubblica –perche’, p.e. e’ sparita la tassa federale, meglio nota come ICI?

Mah… ai posteri il solito fardello di giudizio; ma ora?

Il singolo cittadino, utente dell’acqua nel rubinetto di casa, come puo’ muoversi x difendere un proprio diritto? Se puo’ sollecita i propri amministratori a seguire l’esempio indicato da p.Alex, ed in prima persona sull’acqua pubblica ci puo’ mettere la firma: aderite alla petizione on-line.

A chi vuole seguire questi elementi su altri blog, di carattere economico e di mercato libero non ha che da seguire la scia, lasciata sul web da chi ha la capacita’ ed il coraggio di tracciare la via.

In alto i calici, d’acqua.

lunedì 23 novembre 2009

Trasporti pubblici: La strana alleanza

Il weekend alle volte porta idee e spunti su cosa buttar giu' per iscritto ... alle volte troppi ;-)

Iniziamo oggi uno degli argomenti "classici" di interesse collettivo: i trasporti pubblici, nell'era della crisi e della pubblica disinformazione.

Eccovi il pretesto:
Porta Susa, diffusore acustico: "I signori che hanno preso il treno x Milano son pregati di restituirlo, grazie"

Eh gia' la TAV, opera omnia dei trasporti ferroviari, che unisce il (disunito) paese e sopratutto tutto l'arco parlamentare, che sposta le masse (disoccupate) e le merci -parificandole: valgo + o - di 1 sacco di patate?- ed ingrassa i soliti ig-nobili, pardon, noti ......... [x gioco: completate voi i puntini di sospensione]

Come si sa, quando si compra o si costruisce una casa, si valutano tra le prime cose le necessita' [quante stanze? box si o no?] e le capacita' di finanziamento [compreso la durata del mutuo e la dimensione della rata], giusto x non "andare con le gambe x aria" come avrebbero detto i miei nonni.

Mi aspettavo che la stessa cosa fosse applicata nella definizione di una rete efficiente ed efficace di trasporto pubblico -rammento, pubblico, ossia x tutti i cittadini, p.e.: sia i "tax payer", sia gli evasori. Quindi, che ne so, pensare a chi serve il mezzo di trasporto [uomini o merci], il numero di utenti coinvolti [pendolari op occasionali], una seria Valutazione di Impatto Ambientale fino alla copertura finanziara possibile [visto il periodo, compresi gli eventuali regali di Babbo Natale, dopo il Pantalone Europeo], e roba simile.

Lasciamo per semplicita' ad amministratori e cittadini di paesi piu' evoluti cose quali: integrazione tra mezzi differenti di trasporto, pianificazione sviluppi delle infrastrutture di fronte ad un possibile cambio di scenario delle fonti energetiche e di combustibile, et similia -veramente roba da altro pianeta.

Dunque, dicevamo, necessita'.

Necessaria? Forse si, ci sarebbe qualcosa da FARE nel trasporto ferroviario alpino ... magari appunto iniziando ad analizzare i dati sul flusso di traffico, le capacita' attuali delle linee esistenti e le relative possibilita' di potenziamento ed adeguamento, il bacino di utenza coinvolta e, cosi' x finire in statistische verso il futuro, le previsioni di trasporto sia delle merci, sia dei passeggeri.

Ah, pero' ...

E' altresi' onesto ed importante capire il rapporto dei costi rispetto ai benefici per questo tipo di opere: economico [costo nudo e crudo], finanziario [chi paga e in quale modo si recuperano i debiti], ambientale [non e' che si perda qualche sorgente d'acqua op di demolisca qualche ecosistema unico o delicato, eventuale inquinamento prodotto da scavi o transiti x i lavori], sociale e occupazionale ...

Ecco, l'elenco si allunga; oggi limitiamoci alle considerazioni economiche, rimandando il resto alle prossime puntate.

Cercando di esser equilibrati ed il piu' liberali possibili, sposando quindi le diretteve del modello economico alla base del nostro mondo, vi lascio alla lettura di questo articolo che vi illustra le ragionevoli argomentazioni per una scelta economicamente razionale sull'opera sotto la nostra lente.

Meditate gente, meditate ;-)

PS: Dimenticavo, l'ultima fonte proviene da Istituto Bruno Leoni, un posto non proprio x "figli dei fiori":
« L’Istituto Bruno Leoni promuove una discussione pubblica più consapevole ed informata sui temi dell’ambiente, della concorrenza, dell’energia, delle liberalizzazioni, della fiscalità, delle privatizzazioni e della riforma dello Stato sociale

venerdì 20 novembre 2009

A Roma siamo in vena di regali

No, non e' l'aria consumistica del natale di cui vorrei "narrare", bensi' di un altro genere di regali che i nostri oculati ed attenti legislatori stanno facendo a qualcuno.

Qualche annetto addietro, a seguito di una petizione di oltre un milione di firme per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie -roba che neanche Grillo, oggi con il suo blog, arriva x ora a tanto-, il Parlamento promulgo' con voto unanime la legge 109/96 che ne istitui' il loro utilizzo.

Bene, oggi pare che i legislatori abbiano cambiato idea. Infatti un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi dalla confisca.

Come e' indicato nell'appello apparso sul sito di Libera -la principale rete di associazioni nomi e numeri Contro le Mafie- questo significa, in soldoni, la definitiva perdita di credibilita' delle istituzioni nella lotta alla criminalita' organizzata.
" La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni".
E che se ne fa la societa' civile del confiscato?

In giro sul web si trovano interessanti progetti gia' realizzati. Per esempio, in termini di prodotti per la societa' civile del territorio:
"Il lavoro sui terreni confiscati ha portato alla produzione di olio, vino, pasta, taralli, legumi, conserve alimentari e altri prodotti biologici ...."

Qualcuno di mente aperta potra' sempre obiettare che "tanto laggiu' (?) la gente non la vuole capire"; posto che: a) sia vero; b) sia difficile far capire al "nordico" padano che anche geograficamente tutto e' relativo -"nord sud ovest est" oltre che una vecchia canzone degli 883 son prima di tutto i punti cardinali con cui ci si orienta ovunque nel nostro piccolo globo.
Non essendo tuttavia questo il punto cardine del mio disloquire, si coglie l'occasione per fare presente ove sia il piu' grande bene sequestrato alla Mafia: in Toscana, nella campagna senese. E su questo e' in corso un progetto pubblico di utilizzo x realizzare la "fattoria della legalita'".

Cio' significa a mio avviso che la criminalita' organizzata, geograficamente parlando, ha interessi in ogni luogo italico e oltre i baluardi alpini o le rive del mare Nostrum ...

Allora, che il lettore provi a fare un attimo di pausa e meditare dove orientare il riferimento della propria bussola di legalita', magari scorrendo nuovamente il testo dell'appello di Libera, con cui mi pare onesto chiudere questo messaggio
non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra".
E mai piu' loro!

PS: ...a chi e' cultore di Bacco, si puo' consigliare la lettura sorseggiando un buon rosso di Montalcino, in alternativa un Chianti dei colli Senesi.

mercoledì 18 novembre 2009

La rivoluzione della ‘democrazia viva’

Oggi un eccezionale "Special Guest": p.Alex Zanotelli, con un notevole documento edito gia' nel Dicembre 2003. Ma lasciamo a padre Alex la parola, e come al solito, buona meditazione ;-)

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«Se in Italia l’attuale movimento di base critico dell’imperante sistema economico finanziario militarizzato vuol fare un passo in avanti dovrà seriamente pensare a come minimamente organizzarsi per poter maggiormente incidere.

A questo movimento sono stati dati i nomi più strani: no global, new global… nomi che non rispecchiano la vera natura del movimento. Negli Usa taluni vorrebbero chiamare questo movimento living democracy movement (democrazia viva - attiva). Qualcuno suggerisce anche il nome di democrazia planetaria o cittadinanza planetaria.

Penso sia fondamentale però ritornare a sottolineare l’importanza della società civile, non quella amorfa, ma quella che tenta faticosamente di organizzarsi in realtà viva. Gruppi, gruppuscoli, comunità di base, cooperative, singole persone, critiche dell’attuale sistema economico finanziario che tentano di unirsi, di coordinarsi, di fare rete per avere più visibilità, più valenza politica.

Riteniamo che i sindacati siano parte integrante di una tale realtà (l’evento Seattle 1999 si è verificato perché le forze sindacali americane si unirono insieme al movimento di base presente negli Usa). I sindacati sono forze sociali e quindi parte integrante della società civile.

Ma riteniamo anche che le comunità di base, i gruppi cristiani o di altra inspirazione religiosa, critici del sistema, facciano parte della società civile organizzata. Le chiese e le espressioni religiose, in quanto coscienza critica della realtà, sono parte integrante della società civile organizzata.

Riteniamo invece che i partiti non facciano parte di questa società civile organizzata. Sembrerebbe che l’Italia sia il solo paese in cui i partiti siano parte della società civile. Spesso qui da noi i partiti utilizzano associazioni, forum o altro per camuffarsi come società civile. Questo non vuol dire che uno non possa essere membro attivo di un partito politico. Quello che rifiutiamo è che i partiti utilizzino la società civile per perseguire i propri scopi.

Questa società civile organizzata deve diventare un soggetto politico. Sappiamo che questo è anatema ai partiti, ma non abbiamo altra scelta. In un dibattito pubblico l’onorevole D’Alema ha voluto sottolineare che solo i partiti sono soggetti politici. Purtroppo i partiti non fanno più i partiti, sfuggono loro le grandi decisioni politiche (sono diventati sub-serventi ai poteri economico finanziari). Oggi i partiti hanno bisogno di una società civile organizzata che fa politica, quella con la P maiuscola, per forzarli a ritornare a fare politica vera, alla grande.

Questa società civile organizzata dovrà poi perseguire obiettivi politici concreti come la scelta dell’energia solare invece di quella elettrica, il rifiuto dell’energia atomica…

Riteniamo che tutto questo potrebbe ridursi a belle parole se non riusciamo a trovare una via che permetta alla società civile organizzata di esprimersi attraverso dei suoi rappresentanti che tutti riconoscono come tali. Non è più sufficiente il farlo attraverso marce, manifestazioni o altro. Anche se tutto questo rimane importante.

C’è oggi bisogno di identificare persone che siano l’espressione di questa società. Persone provate e stimate da tutti che possano parlare con competenza nel loro campo. Persone che non sono alla ricerca di se stesse o di carriere politiche o di tornaconto personale, ma unicamente interessate al bene comune. È importante trovare delle strade per identificare tali persone che abbiano l’avvallo di tutti.

Per perseguire questi obbiettivi la società civile organizzata dovrà fare una scelta chiara: la non violenza attiva gandhiana. Si tratta di rimettere in piedi cittadini che perseguano con tenacia e furbizia i loro diritti e la loro dignità, ma che rifiutano il ciclo della violenza. Questa scelta è un aspetto fondamentale del processo di crescita civile e umana. Il sistema è oggi radicalmente violento e solo la nonviolenza potrà creare una civiltà non violenta. Questo ci obbliga oggi a dover lasciare quei compagni di viaggio che non accettano la nonviolenza come base di ogni azione sociale e politica.

Tutto questo richiede una vera e propria rivoluzione umanista: deve portare alla nascita dell’uomo planetario come diceva Balducci o dell’uomo nuovo direbbe Paolo di Tarso.

Ecco perché la dimensione culturale di tutto questo è estremamente importante. La società civile organizzata nascerà da un profondo risveglio culturale e il suo lavoro più immediato sarà quello culturale. La sua più effettiva strategia politica sarà quella di far avanzare questo risveglio culturale

È interessante che questa sottolineatura ci venga proprio dagli USA dove questo è particolarmente sentito. Il nordamericano David Korten ci ricorda che "nella società civile la sfera culturale è la realtà più importante ed è il risultato di una vita comunitaria attiva costruita da persone libere e creative. Tale cultura è centrata sulla Vita e promuove la Vita. I suoi valori e i suoi simboli servono come fondamento su cui i membri della società creano le loro istituzioni economico politiche. I valori vitali di culture autentiche portano naturalmente alla creazione di strutture politiche veramente democratiche basate su un profondo impegno per un’aperta, attiva partecipazione politica".

Questi valori portano alla costruzione di economie di mercato alternative composte di aziende locali che offrono la possibilità di una vita decorosa per tutti. Questo dà la possibilità alla società di auto - organizzarsi sulla falsariga di tutti i sistemi viventi e di massimizzare il potenziale creativo di ogni persona a servizio della vita.

L’importanza di questo aspetto culturale lo si capisce se comprendiamo che l’attuale sistema economico finanziario è costruito sul fondamento di miti culturali. Se si aiuta la gente a capire che questi miti sono falsi il sistema crolla. Lo svuotamento di questi miti diventa quindi una potente strategia per minare il sistema. Non si tratta altro che di far risuonare verità cariche di una sapienza che è nel cuore di ogni uomo: la vita è più importante dei soldi; la vita è la fonte della vera ricchezza; distruggere la vita per far soldi è una patologia sociale… È questa nuova cultura che permetterà un cambiamento radicale del sistema.

"È bello vivere in questo momento storico nel quale assistiamo a una nuova presa di coscienza della sacralità della vita stessa, nel suolo, nell’aria, nell’acqua, nei nostri fratelli…La gente è stanca di essere costretta a combattersi quando nel mondo c’è già così tanta sofferenza…La gente oggi è pronta a mettersi insieme, a fare rete per incrementare la vita che ci accomuna tutti…" afferma una della anime del movimento negli USA, Joanna Macy .

"Però nuove reti lillipuziane e nuove vie di produzione e distribuzione non sono sufficienti per la Grande Svolta. Si affievoliranno e moriranno se non sono radicate in valori forti - chi siamo, chi vogliamo essere, come ci realizziamo l’un l’altro e in contatto con l’ambiente -. Questo significa un salto di qualità nella presa di coscienza che sta avvenendo molto rapidamente. Questa è una rivoluzione spirituale che dovrà dare vita a percezioni e valori che sono molto nuovi e molto antichi, radicati nella sapienza ancestrale"».

martedì 17 novembre 2009

Avviso ai Naviganti


Un blog? Un'altro! Nooo, l'ennesimo e nemmeno l'ultimo ... eh si, proprio cosi', pace amen.

A che pro? Forse senza pro, ma con una piccola speranza: offrire qualche spunto x "librare il proprio pensare".

Ambiziosa, utopica, o illusoria? Fate vobis, anzi, facciamo nobis: cosi' si prova a trovare insieme qualche bozza di risposta.

Arduo vero? Abbastanza, considerando gli ingredienti oggi a disposizione:
+ pensare == attivita' che nasce da occasionali stimoli e si sviluppa consumando del tempo; dunque ...
+ tempo == entita' astratta, misurabile ma impalpabile, sempre scarso, sempre avaro, sempre ... il condizionatore estremo della nostra vita! e se si provasse a "dargli del tu", prendendoci quello che ci serve e liberandoci dalle sue imposizioni superflue?; allora ...
+ liberta' == esser senza condizionamenti e' impegnativo, e credo necessiti la disponibilita' a fare spazio dentro, svuotarsi da preconcetti e pregiudizi magari gia' confezionati e pronti all'uso ... direi un'iniziale scatto di volonta'; quindi ...
+ volere == cio' che si trova alla base di ogni nostro obiettivo: il motore propositivo della nostra esistenza

OK, fatta la lista non resta che fare la spesa e provare a cucinare.

Come ad ogni principiante capiteranno sbagli e abbagli -ma nessuno possiede la Verita' quindi e' ammissibile-, i gusti son personali ed il metterli insieme non sempre ne esalta il sapore e le qualita’, e come in ogni cucina che si rispetti, il piatto del giorno lo propone il cuoco.

A chi frequenta anche occasionalmente queste pagine, rivolgo l’invito di contribuire alla riflessione, lasciando qualche personale spunto, in assoluta liberta’ ma in modo educato e costruttivo.

Stabilite le regole del gioco non ci resta che iniziare: proviamo a liberare il nostro pensiero ed elevarlo dai bassifondi del conformismo, farlo emergere delle paludi del pensiero unico create dai media.

Dunque … armatevi e partiamo.

venerdì 13 novembre 2009

Malattie di un dio minore

Un amico mi diceva che abbiamo uno strano rapporto con i numeri ed il loro mondo; x convincermi citava delle cose molto strane, tipo la probabilita’ di vincere al super enalotto e le leggi della statistica –che non si possono cambiare x decreto, aggiungeva- dovrebbero convincerci che “se non giochi non perdi”.

Eppure asseriva, se ne buttano di soldi nelle lotterie; concludeva che o siamo malati op non ci troviamo troppo a nostro agio con i numeri –nonostante le schedine siano composte da numeri … mah?

Personalmente propenderei x la seconda, seppure oggi un po’ di raucedine la stia patendo.

Cosi’ x vedere se avevo capito la lezione, la provo applicare ad un volantino che mi e’ capitato tra le mani; parlava di malattie e faceva un po’ di numeri:

Ogni anno il morbillo fa 500.000 vittime, soprattutto in Africa.

Ogni anno la malaria uccide piu' di 1.000.000 di persone nei paesi del terzo mondo [costo produzione vaccino 25-50centE, n.d.s.].

Per una giovane donna africana il rischio di morire di parto e’ di 1 possibilita’ su 14 [fonte MSF].

In alcune zone dell’Africa, un neonato ha 1 possibilita’ su 5 di non arrivare all’eta’ dell’adolescenza.

Ogni giorno 4000 morti di tubercolosi [fonte MSF, in inglese]

Oggi in Europa chi contrae A/H1N1 ha 2 possibilita’ su 1000 di morire, in Italia e Usa 5 su 10000 [costo vaccino decine di E, n.d.s.].



1 cosa l’ho capita, ma non so se sia legata alla Statistica

Mi pare che nascere in Africa non sia consigliabile: si rischia di lasciarci la pelle nel piu’ assoluto silenzio. Nonostante l’era della TV globale!!!

Adesso potete anche fare gli scongiuri.

Etchiu’!

giovedì 12 novembre 2009

Vaccinatevi che a qualcuno fa bene

Ogni giorno i TG ci aggiornano sull’evoluzione del fenomeno A/H1N1, incrementando il contatore dei morti, quasi giustificandoli dato che “soffrivano di patologie pregresse”.

A turno i ministri spingono opinione pubblica al vaccino suino prendendo loro tuttavia le distanze dalla stessa vaccinazione.


"Non ho fatto il vaccino perche' ritengo di essere una persona sana che non ha malattie croniche e credo che "pur senza sottovalutare questa influenza "non dobbiamo esasperare i toni e creare inutili allarmismi". Eppure consiglia i genitori di sottoporre i figli alla vaccinazione suina…
[il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo a Sky Tg24]


''Consiglio a tutti di fare il vaccino stagionale, quello periodico, diciamo 'normale', l’altro io non lo faccio''. Ma invita i dipendenti degli uffici aperti al pubblico a farlo.
[il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, sull'emittente radiofonica Rtl]


“Il vaccino non lo faccio, non sono una persona a contatto con il pubblico [forse si barrica nello studio, n.d.s.], dunque non sono a rischio”, tuttavia “il personale medico e paramedico deve esser pronto ad affrontare l’emergenza, quindi sottoporsi al vaccino”
[vice ministro Fazio]

Curioso modo di comunicare: non ti do l’esempio ma ti invito a farlo, vedrai che serve.

Ma serve davvero?

1) Forse a contenere il numero dei decessi …

Alberto Ugazio, presidente della Commissione vaccini Società italiana pediatria ai microfoni di CnrMedia. "Questo è un virus mediatico. Non discuto il fatto che ci si trovi di fronte ad una pandemia e che questa provochi vittime ma l'esposizione sui mass media è ingiustificata. Basti pensare che l'influenza stagionale provoca un numero di morti dieci volte superiore. Tra i bambini, l'influenza causa ogni anno decine di decessi che però non fanno notizia".

Non sembrerebbe un problema numerico.

2) Allora x ridurre il contagio…

Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, Silvio Garattini, spiega:


«Se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi non è necessaria». In oltre pare che «i farmaci antivirali utilizzabili avrebbero un basso impatto sul totale decorre della malattia, creando invece il problema degli effetti collaterali dati dal farmaco», al punto di definire la sua assunzione «non un grande affare».

OK, non e’ un affare x molti, dunque perche’ questa pressione mediatica?

Garattini, senza mezze parole dichiara «c’é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche».

Ehi, ci stavamo scordando che c’e’ da rilanciare l’economia: ora tocca alle industrie farmaceutiche. Farmindustria incassa e ringrazia.

Ringraziamenti? Da chi a chi?

Questa la so anch’io prof! Almeno il Ministro del wellfare, Sacconi.

E se fossi, p.e il direttore di Farmindustria [Enrica Giorgetti in Sacconi, n.d.s.], ringrazierei dunque il ministro competente, ossia Sacconi.

Che strano, sembrano parenti…

No, non sembrano, sono solo marito e moglie.

Ah…

Dunque un affare fatto in casa: conflitto di interessi??? NO, questa e’ pura collaborazione familiare!

lunedì 9 novembre 2009

Anniversari di Muri che ...

...crollano: 9 Novembre 1989

il famoso "muro dell'Est" economicamente KO anni prima del crollo strutturale -e mediatico.

...si rabbrecciano: 11/12 Ottobre 2008

alter-ego occidentale: si raccolgono in 36 ore 2000 miliardi di dollari x mettere qualche stampella al tracollo economico del sistema finanziario

"in 2 giorni i principali esponenti dei governi del G8 hanno raccolto 2000 miliardi di $ x salvare il sistema bancario; la FAO dichiara che con 30 miliardi di $ all'anno si eliminerebbero le cause della malnutrizione e della fame nel mondo"
[fonte: Carlin Petrini, presidente SlowFood Internazionale, alla trasmissione radiofonica "Decanter" RADIO2, il 29 Ottobre 2008]

... ovvero, con la stessa cifra x 67 anni, interessi esclusi, avremmo strutture come la FAO in cassa integrazione x carenza di ...domanda

Come dire, abbiamo il conto in banca puntellato, ma la coscienza narcotizzata
...resistono: 14 ottobre 2009

Si aggrava la fame nel mondo a causa della crisi economica
[fonte: ilsole24ore, articolo on-line]