mercoledì 26 maggio 2010

Misura il consumo del Territorio

In queste ore tiene banco la manovra finanziaria; in attesa di vederne i dettagli, fa pensare l'ennesimo sconto all'abusivismo edilizio x la "messa a catasto di due milioni di abitazioni".

Un numero vertiginoso, se parliamo di case da accatastare, non vi pare? A fronte di 40 milioni di contribuenti, significa una casa abusiva ogni 20 contribuenti!

Questo piccolo spunto ci permette un gancio a quello che viene visto come una vera emergenza nazionale: il consumo del terreno fertile a causa della cementificazione del territorio.
Il Belpaese brucia 250.000 ettari all’anno, contro i 44.000 della Germania e i 10.000 dell’Inghilterra a spese di coste, fiumi, valli e non solo.
In Italia il mostro famelico che divora territorio alla supersonica velocità di quasi 250.000 ettari all'anno è il cemento; e se calcoliamo che le montagne occupano il 30% del nostro Paese e le colline il 53%, resta appena un 18% di pianura da colonizzare. E' questo il regno dell'urbanizzazione, che vi si concentra per il 60%.
Secondo il rapporto di Lega Ambiente al Convegno Nazionale sul Consumo del Suolo del 2009, l'Italia insieme alla Spagna sono i 2 principali paesi produttori e consumatori di cemento in Europa. Un paio di dati:
  1. in 45 anni, dal 1956 al 2001, la superficie urbanizzata nelle pianure del nostro paese e' aumentata del 500% ;
  2. in 15 anni, dal 1990 al 2005, 3,5 milioni di ettari son stati trasformati da terreno fertile o incolto in insediamenti urbani, cioe' una superficie pari a quella del Lazio e Abruzzo 
Dunque terreno fertile trasformato in case, strade, centri commerciali ed 'insediamenti produttivi': e' chiaro che il caso della cementificazione del territorio è quello forse più evidente della nostra incapacità di guardare il futuro ad appena un centimetro più in la del nostro naso.

Infatti, come sostiene anche ASPO Italia nel post 'Il consumo del territorio', e' evidente che
 per quanto riguarda il consumo del territorio, ce lo abbiamo tutti davanti agli occhi: ci sono dappertutto capannoni vuoti, appartamenti sfitti, eppure si continua a costruire a ritmo forsennato: le periferie sono piene ovunque di gru e cantieri. Al massimo, c'è chi teorizza che dobbiamo metterci a costruire case "ecologiche". Ma com'è possibile che non ci si renda conto che il territorio non è infinito? Che stiamo distruggendo una risorsa limitata, il suolo fertile, che non sarà poi possibile ripristinare per migliaia di anni almeno?
Ed in un post successivo arrivano a formulare 'il picco del suolo fertile', trovando inquietanti quanto scontati parallelismi con il picco del petrolio: 2 risorse formatesi su periodi geologici e consumate in poche decine di anni di intenso ed insensato sfruttamento
Vediamo dal libro di David R. Montgomery "Dirt - the erosion of civilizations" che la storia dell'agricoltura non è molto diversa da quella dell'industria petrolifera. In entrambe i casi vediamo la progressiva sparizione di una risorsa che aveva impiegato millenni (suolo) o milioni di anni (petrolio) per formarsi. Il ciclo del petrolio dura da un secolo e mezzo, quello del suolo fertile da alcuni millenni. Ma in tutti e due i casi siamo al limite della capacità di incrementare ancora la produzione. Da ora in poi, saremo in discesa.
Se l'erosione del suolo fertile e' un terribile dato di fatto, esistono delle alternative al suo sperpero; basterebbe seguire la regola delle '3 R': Riutilizzando, Risanando, Restaurando -naturalmente il soggetto e' l'edilizia esistente...
...e' vero che ci vorrebbe una classe politica capace di cogliere il vero cuore del problema, ma ahinoi, e' succube e vassalla dei grandi costruttori -ed in certi casi ne e' anche l'emblema istituzionale.

Pero' i cittadini hanno a disposizione nuovi strumenti per conoscere e vigilare sul consumo del proprio territorio: uno di questi è Google Maps.
Permette di avere accesso libero e gratuito alle mappe satellitari dei terreni. E proprio basandosi sulle mappe di Google Maps è possibile misurare il consumo di territorio in maniera semplice ed autonoma.

Si basa sullo strumento di calcolo di aree e distanze messo a punto da Mile Brewer, che si trova tra gli strumenti opzionali che è possibile aggiungere a Maps.

E per rendere possibile a chiunque fosse interessato utilizzare questo strumento Marco Pagani di Ecoalfabeta ha messo a disposizione una guida, “La misura del consumo di territorio con Google Maps”, liberamente scaricabile al sito qui indicato.

Possiamo ora controllare quanto territorio oggi viene sacrificato dai nostri amministatori pubblici, e se del caso, controllarne le azioni e prevenirne i danni; ed infine confutare eventuali loro tesi di sviluppo 'moderato' misurando preventivamente le aree soggette a nuovi insediamenti da piani regolatori insensati.

Buon controllo, siate cittadini responsabili ed informati.

3 commenti:

fabio ha detto...

C'è un bellissimo film ambientato a Parma titolo IL SUOLO MINACCIATO che racconta benissimo questo tristissimo fenomeno.
Si pagherà caro quando nei prossimi anni dovremmo rilocalizzare le attività agricole

Axel C.Bianco ha detto...

@ Fabio

grazie, credo che il seguente sia il suo trailer:
http://parma.repubblica.it/multimedia/home/22849230

Se non si inverte la tendenza delle colate di cemento vendute come 'necessarie x il progresso', la dipendenza da altri Paesi x il nostro sostentamento agroalimentare sara' 1 dura realta' nel nostro futuro

fabio ha detto...

Esatto proprio quello