mercoledì 19 maggio 2010

Ghiaccio Caldo e Acqua poco Fresca

Nella Capitale 'economica' d'Italia, un giorno uggioso come i precedenti di quest'umida primavera, dentro ad un ascensore di un noto centro convegni cittadino, odo i miei compagni di salita che commentano: "Non se ne puo' piu', se qualcuno si lamentera' della siccita' quest'anno, io ...." -seguono alcune dichiarazioni di intenti sull'eventuale da farsi.

Mi intrometto buttando li' un "Tranquilli, ve lo diranno, preparatevi". Mi guardano come se avessi detto "Avete visto l'astronave venusiana atterrata in piazza S.Babila?".

Ma tant'e', almeno ho catturato la loro attenzione; quindi velocemente aggiungo "e' molto probabile che capiti, nonostante le precipitazioni di questi giorni"

Com'e' possibile, intuisco dai loro sguardi?

Provo a spiegarmi: "Semplice, i serbatoi dell'acqua potabile son i ghiacciai, in ritirata costante da parecchi decenni; inoltre i consumi di acqua son in costante crescita, quindi diminuendo le capacita' delle sorgenti ed avendo maggior richiesta, il 'saldo' e' chiaramente negativo"

Non so se li avessi convinti, sicuramente stettero ad ascoltare, se non seriamente fingendo almeno bene.

Ma il nocciolo della questione e' proprio quello esposto: i ghiacci si stanno ritirando, come testimonia molto bene il Comitato Glaciologico Italiano.

Ghiacciai delle Alpi italiane in avanzata e in ritiro dal 1925 al 2000. Valori espressi come percentuale dei ghiacciai con variazioni misurate.

 Percentuale di ghiacciai in avanzata (blu), stazionari (verde) e in ritiro (rosso) nelle Alpi italiane (a) e nei tre settori in cui sono suddivise (b, c, d), nel periodo 1980-1999 (in parentesi è riportato il numero di ghiacciai che costituisce il campione).

E a livello globale non c'e' da rallegrarsi: si assottiglia lo spessore del ghiaccio Artico riducendone il volume, come testimonia il Polar Science Center, University of Washington

Anomalia nel volume del ghiaccio Artico, nel periodo di osservazione dal 1979 al 2009 [PIOMAS]

Si tenga presente che i dati forniti dal PIOMAS, son frutto di monitoraggi continui e correlazioni con dati forniti dai satelliti della NASA -IceSat program, seguite il link.

E se permettete un piccolo 'assaggio' di una realta' locale: eccovi i dati sugli innevamenti sul massiccio del Monte Rosa, versante sud, quello Valsesiano [pubblicazione sezionale del CAI]; fate attenzione all'orizzonte temporale dei grafici, i numeri correlano tra di loro nonostante l'apparente 'inversione di tendenza'

Altezza neve in quota, alla Bocchetta delle Pisse m.2410, rilevamento automatico

Altezza neve in paese, fraz. Piane m.1390, rilevamento manuale

Questo lo 'status' delle sorgenti d'acqua dolce a livello globale e locale: non c'e' da stare allegri, direi!

E vediamo come siamo messi in termini di consumo.
"Il consumo di acqua dolce si è sestuplicato tra il 1900 e il 1995 più del doppio del livello di crescita della popolazione. Circa un terzo della popolazione mondiale già vive in Paesi considerati ad emergenza idrica - questo accade quando il consumo supera del 10% il totale dell'offerta-. Se questo trend dovesse continuare, 2/3 della popolazione della terra vivrà in queste condizioni nel 2025." [by Kofi Annan, in We the peoples, 2000]
Seguendo il link qui proposto di GreenCross Italia si trovano diagrammi molto esplicativi sulle risorse idriche, la loro distribuzione per tipologie di sorgenti divise per aree geografiche.

E per chi pensa che siano molte, mediti sulla prossima figura

Rapporto tra acqua dolce e salata nel nostro globo

E chi utilizza acqua?
In Italia l’agricoltura utilizza circa il 60% dell’acqua, il 25% è utilizzato dal settore energetico e industriale, mentre il 15% è destinato agli usi domestici (lavarsi, cucinare, ecc.).

L’Italia e’ la prima consumatrice in Europa per il consumo d’acqua e la terza nel mondo (dopo gli Stati Uniti e Canada).
Sorprendente vero?  Soprattutto se si considerasse che ...
Un miliardo e 400 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile e negli ultimi 50 anni la disponibilità di acqua è diminuita di 3/4 in Africa e di 2/3 in Asia. In Africa l'accesso all'acqua è ancora molto lontano da livelli accettabili soprattutto nei villaggi, dove solo il 40% della popolazione dispone di acqua potabile e solo il 20% ha i servizi igienici.
Mentre una famiglia europea consuma in media 165 litri d'acqua al giorno, una famiglia africana ne consuma 20 litri.
Abbastanza equo, come al solito.

E c'e' chi gia' ammonisce sul picco dell'acqua: da un'intervista di Lester R.Brown, proprio oggi apparsa su di un blog con qualche lettore in piu' di questo
"Molta gente parla del picco del petrolio, ma pochi parlano del picco dell’acqua. Ma penso che ci siamo ora e credo di aver argomentazioni convincenti. Il mondo dopo il picco dell’acqua sarà un mondo diverso da quello che conoscevamo prima del picco. Nel corso delle nostre vite l’uso dell’acqua per le aree irrigate che contano per il 70% dell’acqua utilizzata, diminuirà. Sarà un mondo molto diverso, che non abbiamo ancora immaginato. 
Davvero abbiamo di che lamentarci, x quattro gocce d'acqua di troppo che cascano dal cielo -che in zona meneghina non puo' che contribuire a ripulirlo un poco dalla cappa di inquinamento che produciamo

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