giovedì 10 dicembre 2009

Nulla di cui aver paura o paura del Nulla?

Sara' capitato anche a voi di aver provato l'emozione della paura per una cosa ignota, o piu' semplicemente per una cosa che non ci lasciava tranquilli senza esser in dolo da parte nostra -se era legata ad una piccola marachella e' invece un'altra storia, non rientra nel nostro esempio.

Una mia antica zia amava ripertermi la domanda: "Di cosa e' fatta la paura?", intuendo che la mia risposta sarebbe stata "di .... nulla!"! E quindi rilanciava "Dunque sii sereno, mica vorrai lasciarti intimorire dal nulla" -all'epoca non conoscevo ancora Michael Ende e la sua  La Storia Infinita ;-)

Era molto pedagogica e psicoanalitica si direbbe oggi, ma in sostanza aveva colto nel segno: l'effetto era risolutore della piccola causa del malessere.

Gia'! Ehm, la saggezza popolare....

Roba da bimbi.
Solo "da bimbi"?

La scorsa settimana in radio ho sentito la seguente affermazione: "Le parole che tale persona [il pentito Gaspare Spatuzza, n.d.s.] pronuncera' a mio carico nel processo in cui son coinvolto sono false. Sono completamente estraneo a qualunque riferimento emergerera' dalla testimonianza". Il servizio continuava citando che i legali dell'imputato, tal Marcello Dell'Utri senatore di questa Repubblica, in sede preliminare del processo avevano tentano di eliminare la testimonianza di cui si riferisce qui sopra.
La potenza della Radio: l'ascolto delle parole che veicolavano l'informazione mi ha fatto notare che la saggezza di mia zia non e' cosi' diffusa come credevo.

Se solo l'imputato in questione sapesse che la paura e' fatta di niente, starebbe tranquillo! Lui non ha fatto nulla, non deve aver paura del nulla! E cosi' pure i suoi avvocati non avrebbero dovuto tentare di eliminare un testimone che, dichiarando il falso, non sarebbe poi cosi' scomodo. Vi pare?

Poi oggi ho trovato sul web http://antefatto.ilcannocchiale.it/  un articolo, che riporto qui sotto come spunto odierno x il lettore, dato che a me ha sballato un po' i miei limitati e fanciulleschi pensieri....
"Chi si scandalizza per le dichiarazioni di Spatuzza, chi attende col fiato sospeso quelle eventuali dei fratelli Graviano, chi si domanda "perché proprio ora?", chi invoca "i riscontri" ad accuse tanto "inverosimili", non sa che da 15 anni decine di mafiosi pentiti e di semplici testimoni hanno parlato dei rapporti fra Dell’Utri, Berlusconi e Cosa Nostra.E che le loro parole sono già state riscontrate da indagini accurate e documenti inoppugnabili. Di più: le parole scritte dal Tribunale di Palermo che nel 2004 ha condannato Marcello Dell’Utri a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa fanno impallidire quelle dell’ultimo pentito. Il quale si limita ad aggiungere un paio di tasselli a un mosaico già più che completo."
Dunque il senatore ha gia' subito un grado di giudizio. Sembrava cosi' illibato...
Proseguiamo con articolo
"Purtroppo quel processo nessuno l’ha mai raccontato in tv e nemmeno i mafiologi dei giornali che oggi si svegliano con 15 anni di ritardo. Ci provarono Luttazzi, Biagi e Santoro nel 2001, infatti furono epurati dalla Rai proprio per evitare che informassero i cittadini elettori del processo più importante d’Italia e più oscurato del mondo."
OK, Santoro e' di parte, Biagi fu un grande giornalista; infatti anche il premier attuale lo ammise, solo post mortem, quando non gli faceva piu' paura -un'altro che non conosce la saggezza popolare citata sopra.
Ma Luttazzi, non e' un comico? Abbiamo paura di un comico al punto da mandarlo via? Mah, strano 'sto paese...

Riprendiamo
"Oggi le parole di Spatuzza cadono in quel vuoto informativo accuratamente studiato a tavolino e appaiono come funghi cresciuti nel deserto, calunnie di un pazzo o di un pentito prezzolato che ha deciso di infangare l’immacolata reputazione del premier e del suo braccio destro. Il Fatto ha deciso di riempire quel vuoto pubblicando in due puntate ampi stralci della sentenza Dell’Utri. Nella prima di oggi si raccontano i rapporti fra i fondatori di Forza Italia e Cosa Nostra negli anni Settanta e Ottanta. Domani sarà la volta degli anni Novanta: la "stagione politica", dominata anche secondo i giudici dai fratelli Graviano."

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