giovedì 3 dicembre 2009

Liberi di rassegnarsi o di costruire?

Giorni un po' cosi'cosi', non tristi ma che paiono non smetter di fissare il limite del peggio...

Colpa del globo, delle notizie o di come ci son raccontate, colpa del destino o magari anche in parte nostra?

Personalmente ritengo che ognuno di noi non sia privo da (ir)responsabilita': in fondo non e' piu'  facile lamentarsi, a volte indignarsi e comunque sempre seguire la corrente e non uscire dal gregge?

Eugenio Montale, poeta e Giornalista d'altri tempi, invitava a
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Dunque, non chiedere la parola che spiani la via, bensi', come in ogni determinata scelta della nostra semplice vita, mettiamo in campo la grinta necessaria anche contro la statistica avversa.
Se veramente si volesse contribuire a cambiare la parte di territorio che circonda il nostro orticello occorre agire in prima persona, anche senza gesta ecclatanti o rombanti scese in campo -queste ultime abbiamo imparato a nostre spese che son sinomini di "difesa di interessi privati e personali". 
Mai più attuali di adesso sono state le parole di Albert Einstein:
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare."
Pensateci...
A chi ama i grandi classici, ecco Epicuro
Perché il male trionfi basta che gli uomini di buona volontà non facciano nulla.
E dovremmo pensare un pò tutti al discorso di Concetto Marchesi, pronunciate nel 1943, allora Rettore dell’Università di Padova,
"...non lasciate che l’oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla schiavitù e dall’ignoranza,..."

E da allora sono nati molti nuovi schiavi, perchè chi nasce schiavo non conosce la libertà, perchè chi non conosce la libertà non sa di essere schiavo.
Sono parole così attuali da lasciare l'amaro in bocca,  pare proprio che l'appello di Marchesi sia svanito nel tempo...e nelle frequenze della TV!

Concludo, x par condicio, con uno spunto di Leo Longanesi
"Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi".

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