martedì 26 ottobre 2010

Agricoltura 2.0: con mucho gusto

S'e' appena chiusa l'VIII edizione del Salone del Gusto di Torino, con annessa la quarta edizione di Terra Madre, la rete globale di tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare per difendere insieme agricoltura, pesca e allevamento sostenibili e per preservare il gusto e la biodiversità del cibo.

Del successo della manifestazione si rimanda alle cronache, l'attento lettore sapra' trovarne a iosa -capitare su questa pagina e' ben piu' complicato.

Molti gli spunti emersi tra i 'Laboratori della Terra', gli incontri tematici sull'educazione al gusto o alla biodiversita' e gli assaggi pratici nei 'Presidi e Mercati (enogastronomici) della Terra': i prodotti tipici dalle campagne e dai mari del pianeta.

Tra i 'grandi' oratori presenti al Salone si erge, per carisma e passione comunicativa, la figura di Carlin Petrini, il presidente di Slow Food International.

Risuonano ancora fresche le parole di saluto rivolte ai giovani delegati mondiali, presenti alla chiusura dei lavori di Terra Madre:
«Voi siete qui perché avete colto l’essenza della felicità, cioè una visione olistica di agricoltura e spiritualità. La politica non ha ancora capito che qui c’è una nuova Woodstock, come quarant’anni fa quando una generazione di giovani si erano trovati nel fango per lanciare una nuova idea della musica. ... Ai miei tempi gli universitari “se la tiravano” e gli agricoltori si vergognavano, invece qui gli universitari di Yale, Harvard e Princeton uniscono le energie con gli agricoltori della Colombia. Le tecnologie moderne insieme ai saperi tradizionali: questa è la vera bomba atomica»
Ecco l'essenza di Agricoltura 2.0!

Un nuovo modo di concepire la Terra e la sua lavorazione, per fornire prodotti di qualita' ad utenti consumatori, che devono esser consapevoli del ciclo produttivo degli alimenti per esserne attenti critici costruttivi; e quindi serve un grande processo educativo per far comprendere le ragioni di un prezzo equo da versare a chi lo produce e a garanzia di qualita' per chi lo consuma.

E pure combattere e curare la 'schizofrenia del cibo' -come definisce Petrini l'enorme squilibrio alimentare che porta oggi 1/3 dell'umanita' ad avere un rapporto sbagliato ed iniquo col cibo stesso: ai 925 milioni di persone sottonutrite nel mondo, fanno da contraltare oltre un miliardo di individui in sovrappeso, di cui circa 300 milioni di obesi nel mondo.

Senza contare le tonnellate di cibo ancora edibile gettato nella spazzatura giornalmente -per incuria, superficialita' nella gestione degli alimenti e compulsivita' degli acquisti.

Sterzando da questi ultimi tremendi dati, messi affinche' lo scrivente, prima ancora del lettore, mediti sul proprio status di onnivoro supernutrito, si vuole offrire un ultimo contributo costruttivo emerso dalle giornate di incontri al Salone Torinese: il lavoro della terra come nuova fonte di lavoro proficuo e certo sopratutto per i giovani.

Infatti nella cerimonia inaugurale, e' sempre Petrini che invitava:
«Dobbiamo fare in modo che una nuova generazione di giovani torni a lavorare la terra.»
E per ottenerlo, indica le due strade da percorrere:
  1. nelle scuole vi sia un'educazione alimentare, affinche' i giovanissimi siano informati sul lavoro della terra e soprattutto da dove arrivino i prodotti che mangiano;
  2. si riduca la burocrazia: dare soldi ai giovani che decidono di tornare al lavoro della terra sia una grande scommessa di profitto anche per gli istituti di credito.
Vi lascio con la speranza conclusiva espressa da Petrini:
«I nuovi posti di lavoro non sono una chimera, sono li' a portata di mano e sono offerti dalla terra. Bisogna fare in modo che la terra sia data ai giovani.»

Certo, non rimpiazzerebbero tutti i posti vuoti lasciati sul 'campo' dall'industria e dai servizi, ma con l'aria che tira oggi ...

In fondo se si vuole vivere, qualche cosa da sgranocchiare servirebbe, non vi pare?

1 commento:

Marco D. ha detto...

Ehy Axel

perche' non sottolinei quest'altro spunto?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/22/l%e2%80%99africa-ormai-e-l%e2%80%99orto-degli-speculatori/73099/