lunedì 11 ottobre 2010

L'effetto narcotizzante delle parole

Ah la potenza delle parole!

Come dite, oggi viviamo in una societa' basata sulle immagini e su altri aspetti multimediali che colpiscono i nostri sensi, tra questi il suono in tutta la sua banda audio -non solo strettamente quello vocale?

Avete ragione, ma come sanno i miei due lontani lettori, sono un antico affezionato radioascoltatore. E' qui il linguaggio parlato, oltre che stimolante x la capacita' interpretativa, esprime tutta la sua forza.

Ascoltando il GR [Giornale Radio] di primo mattino, mi ha 'colpito' il modo in cui son state enunciate alcune notizie; prendeteli come esempi di 'lavoro', poi vi svelo la 'trama' ;-)
  1. Raccontando della visita in carcere da parte della moglie[1] al Premio Nobel 2010 della Pace Liu Xiaobo e del fatto che nessuna agenzia di stampa o media Cinese potesse divulgare sul territorio la notizia dell'assegnazione del premio, il giornalista RAI Paolo Longo, corrispondende di vecchia data dall'ex-impero Mandarino, afferma "Ancora qualche incertezza nella politica cinese";
  2. Riferendo del risarcimento ai genitori di un ragazzo ferrarese morto a seguito di gravi lesioni traumatiche avvenute durante un 'normale' controllo di polizia nel settembre del 2005, il cronista sintetizza questo fatto di cronaca in "morte del ragazzo durante un controllo di polizia"[2];
  3. Riportando le parole del ministro Tremonti sullo stato di salute del Paese e del Governo di cui e' potente ministro, il fiscalista afferma "per colpa della crisi non siamo riusciti a fare le riforme che avevamo promesso [agli elettori, NdS]";
E la trama?

L'attento lettore e' invitato a cogliere le similitudini e le differenze nei 3 esempi riportati ...

Vi ho sottoposto queste 'news' per evidenziare a mio avviso quello che e' l'effetto NARCOTIZZANTE e DISTORCENTE dell'utilizzo delle parole x raccontare un fatto.

Nei casi citati:
  1. un paese che non ha il coraggio di lasciare divulgare dai media una notizia di dominio 'globale' che lo riguarda e' senza mezzi termini un Paese ove vige un regime dittatoriale, altro che incertezza;
  2. se qualcuno muore mentre e' sotto le mani di qualcun altro e non si tratta di un'operazione chirurgica o di un arresto cardiaco da infarto, questo si chiama omicidio;
  3. se affermo di non esser stato in grado di fare qualcosa, significa che ho SBAGLIATO e nell'ipotesi piu' 'semplice' non sono stato capace di prevedere e di gestire cammin facendo gli imprevisti o le leggerezze commesse -che possono anche capitare a chi lavora;
L'unica differenza tra i primi due esempi ed il terzo sta nel fatto che i cronisti preparando il servizio hanno volutamente utilizzato parole piu' accomondati e a mio avviso fuorvianti la sintesi della notizia; nell'ultimo il ministro in presa diretta, per cercare un appoggio su cui scaricare le colpe girando la frittata, ha invece commesso l'errore di dichiare le proprie colpe senza assumersele.

La conclusione amara di questo gioco e' sconfortante.

E sperate ancora di trovare qualche notizia AUTENTICA sugli organi di informazione nazionale?
"La  Potenza delle Parole e' pari solo all'impotenza del Silenzio"
Buona giornata

Note:
[1] Le agenzie di stampa internazionali hanno appena battuto la notizia degli arresti domiciliari per la donna;
[2] Per altro nel serivizio e' stato omesso che col risarcimento
"In cambio lo Stato chiede alla famiglia di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti."

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