venerdì 15 ottobre 2010

La guerra delle valute

Sollecitato da qualche lettore con alcuni spunti di meditazione, ho dato una sbirciatina al mondo economico-finanziario.

Sembra che nelle stanze del potere finanziario globale -che poi sarebbero gli effettivi luoghi che esercitano il potere sui politicanti loro burattini, come sostiene in questo interessante articolo John Perkins[1]- soffino venti di guerra.

Non si tratta di una guerra 'mediatica', con truppe o droni al fronte, ed inviati di guerra embedded al seguito. E non e' neppure una guerra per la conquista di giacimenti di risorse naturali o a difesa di aree geografiche strategiche per l'approvvigionamento delle stesse.

Il nemico da combattere ora si chiama Debito Pubblico[2] degli Stati (sovrani?).
Date una rapida occhiata al contatore debito globale: per ogni singola nazione, ed in aggiornamento in tempo reale.

Questa volta e' per la stessa soppravvivenza del sistema in cui imperano: si tratta della 'Guerra delle Valute'.

Lo strumento principale e' lo stampare denaro cartaceo per ricomprare il debito dell'emittente -dicono che nell'ambiente si indica col termine Quantitative Easing[3]. Forzandone al ribasso il tasso di interesse.

Tra l'altro in una vera e propria escalation, come annota BeatoTrader, "si tratta di soldi stampati dal nulla, sulle fragili spalle di un'economia in difficoltà e di un Debito Pubblico colossale", che vengono
"impiegati nell'acquisto non solo di bond e asset backed securities, come al solito, ma anche per un insieme variegato di prodotti finanziari che includono obbligazioni aziendali, Etf, commercial paper e fondi legati al settore immobiliare."

In pratica creo ulteriore debito, di peggior qualita', per coprire altro debito.

E non e' tutto: si cerca di obbligare i paesi oggi economicamente piu' forti e con buone prospettive di crescita macro economica, a tenere forzatamente lontani da loro gli investitori stranieri mediante la rivalutazione della propria moneta.

Come sintetizza Bimbo Alieno sul suo blog
Mentre i Paesi occidentali chiedono a mezzo mondo di portare capitali [da loro, NdS], in Brasile stanno cercando di disincentivare i capitali esteri perché l’economia Brasiliana cresce troppo alla svelta e il Governo non vuole che si surriscaldi, la mossa fa il paio con l’iniziativa statunitense di porre dazi sulle merci cinesi se lo yuan non verrà rivalutato con maggior decisione. La “guerra della svalutazione competitiva” scopre nuovi fronti e nuovi modi di essere combattuta.
Dunque e' una guerra che si estende su tutto il globo, coinvolgendo tutti gli attori oggi economicamente di maggiore peso, o che pretendono giustamente di esserlo.
Ed i cinesi mica ossequiosamente ubbidiscono...

Quali scenari futuri?
 
A parte che ci vorrebbe nell'ordine: capirne qualcosa di economia e possedere la sfera di cristallo, per rendere l'idea di quanto la situazione sia complicata, si riportano 2 ipotetici scenari a dir poco sconvolgenti:
  1. Secondo il Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz[4], la fine del sistema monetario europeo per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, con l'uscita dalla moneta unica da parte della Germania, principale economia di Eurolandia, ed il salutare abbandono ad una conseguente e provvidenziale svalutazione dell’euro per gli altri Paesi;
  2. Un'unica valuta a livello globale in sostituzione del biglietto verde gestita dal Fondo Monetario Internationale. E' la richiesta da Charles Dallara, il direttore della piu' potente lobby del settore, The Institute of International Finance;  
Scenari da brividi, con preoccupanti riflessi di 'The Matrix' per il secondo... E non cosi' agli antipodi come in prima analisi potrebbero sembrare.
 
Una guerra micidiale e silenziosa e' in atto, con potenziali armi finanziarie di distruzione di umanita' in mano.
 
...
 
E se tornassimo tutti al baratto e allo scambio, dando il giusto valore alle cose concrete, alla terra e rimettendo al centro delle nostre vite e delle nostre attivita' l'essere umanI?
 
Dimostratemi che cio' sia contro il progresso! 
 
 

Note:
[1] John Perkins, economista statunitense, definitosi "il killer dell'economia" nel resoconto autobiografico, scritto dall'interno dello sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo da parte dell'opera congiunta di banche, grandi corporations e il Governo degli Stati Uniti d'America.
[2] Cio' che avviene in questi giorni, l’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilità per gli stati di effettuare pagamenti, era stato indicato dal rapporto GEAB42, del LEAP/E2020 -qui ve ne lascio 1 traduzione da parte degli amici della Capretta.
[3] Il QE è quella azione praticata dalle banche centrali per far fronte alla crisi: stampare denaro per comprare obbligazioni, forzandone al ribasso i rendimenti.
[4] X chi ne volesse sapere di piu' su Joseph Stiglitz, clicca qui.

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