Altra Burocrazia? Tutt'altro!
Sembrerebbe che per i paesi UE che lo adotteranno, in sostituzione di quelli attuali nazionali, avranno almeno un paio di vantaggi:
- da un lato aumenterebbe la competizione a livello mondiale delle imprese dei paesi riconoscenti il brevetto;
- dall'altro si abbatterebbero i costi per chi vuole registrare una qualsiasi invenzione e proteggerne i diritti di proprietà, risparmiando i costi di traduzione nelle altre lingue e di convalida a livello nazionale;
“proprio l’attuale esosità dei brevetti nazionali scoraggia l’attività di ricerca, sviluppo, innovazione ed indebolisce la competitività dell’Europa”Il lettore a questo punto avra' mangiato la foglia: dove sta il problema?
Eccolo
Resta fermo il No dell’Italia al brevetto europeo in inglese, francese e tedesco, le tre lingue di lavoro dell’Ue.E, si badi bene, alle ragioni: si tratterebbe di
una mera questione linguistica è alla base del no dell’Italia, unico Paese in Europa, dopo l’apparente passo indietro della Spagna, contrario all’utilizzo delle tre lingue ufficiali dell’Unione.Ma non andavano in voga qualche anno fa “le 3 'I'” alias Inglese, Impresa, Internet?
Com'e' che oggi Inglese e sopratutto Impresa non si coniugano piu' in una simbiotica azione di Governo a loro sostegno in ambito internazionale?
Vi lascio un paio di filmati, in rigorosa par condicio, per farsi un'idea del livello di conoscenza della lingua della 'Perfida Albione' tra i nostri rappresentanti istituzionali: buone risate, ops pardon, buona visione
Contributo 1
Contributo 2
AlterEgo:
Nel 2009 l’European Patent Office (EPO) ha registrato 134.542 brevetti: in testa la Germania (25.107), seguita da Francia (8929), Olanda (6 738), Regno Unito (4.821) e Italia (3.881)
Fate Vobis!
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