martedì 4 gennaio 2011

Riduzione o Regressione?

1auto x tutti?
Dialogando con un amico su argomenti legati alla sostenibilita' dello sviluppo ed all'approvigionamento delle fonti energetiche, siamo finiti quasi fatalmente a parlare di auto.

Che centra col titolo? Lo vedremo.

Torniamo al settore automotive; ad inizio estate mi aveva colpito la dichiarazione di John Fleming, Ceo di Ford Europea, che affermava
«Bisogna prendere atto della realtà: l'industria europea dell'automobile evidenzia una sovraccapacità produttiva del 35%.»
Pensateci, 1 auto su 3 prodotte non ha mercato! E fruga sul web e trovo che gli stessi dati li aveva gia' indicati qualche mese prima Mr. Marchionne.
La cura proposta da Fleming e' semplice: occorre ridurre la capacita' produttiva. Detto in altri termini: s'ha da 'eliminare' qualche linea di produzione.

Mi domandavo quale potesse esser l'andamento della richiesta di auto da parte del mercato, nutrendo qualche dubbio sull'impossibilita' di crescita infinita, quando il mio amico mi fornisce un articolo 'fresco di stampa', che non lascia dubbi

Vendita auto nuove -clicca per ingrandire
[elaborazione di Ecoalfabeta su dati ACI].
Siamo di fronte ad un inesorabile declino, tamponato nel decennio scorso con 3 incentivi statali...

Ma, come gia' indicato in 'Fiat... Dux', giocate queste cartucce, restano le rogne. Ed ora che si fa?

La ricetta-tampone in voga presso le principali multinazionali -e non solo di questo settore- e' semplice: delocalizza la produzione e pure i consumatori, educa gradualmente alla precarieta' col ricatto dell'investimento temporaneo contro la cessione di diritti acquisiti, guadagna tempo con l'opione pubblica invocando il "dovere di stare al passo coi tempi", senza lasciare che la gente si interroghi troppo su tale significato.

Ma guai a pianificare riconversioni produttive: troppo 'avveniristiche'! E meglio se crei un nemico 'del progresso' locale: Dividi et Impera.

Sullo scambio diritti-lavoro avevo gia' indicato in 'L'ignobile ricatto' le ragioni sulla mia condivisione a
chi sostiene che il nuovo contratto Fiat a Pomigliano determini un precedente che dà il via ad una reazione a catena devastante dal punto di vista sociale.
Semplicemente perche' creato il precedente, qual'e' l'azienda cosi 'tonta' che non applichi la stessa idea del ricatto diritti vs lavoro?
Mentre in giro per la rete e' descritta molto meglio questa realta': mai sentito parlare di 'Equalizzatore Globale'?

E' una specie di buldozer che sta smantellando il tenore di vita di milioni di persone: il costo per dipendente per importare beni dalla Cina o India ed il costo per dipendenti italiani devono convergere.
Una volta che il mercato sia "globale" (e a senso unico) i salari italiani del settore privato esposto alla concorrenza (e poi quelli di tutti) scenderanno e scenderanno per i prossimi 30 anni.
Con buona pace per chi avesse creduto alle parole di Mr. Marchionne solo 4 anni fa
"Il costo del lavoro rappresenta il 7-8 per cento e dunque è inutile picchiare su chi sta alla linea di montaggio pensando di risolvere i problemi. Se avessi tagliato metà dei dipendenti, a parità di volumi, non avrei riportato Fiat Auto al pareggio. ... Questi sono metodi che forse possono andar bene nel sistema anglosassone, ma che da noi non funzionano".
Dalla riduzione dei consumi e dei volumi produttivi non assorbibili dal mercato, siamo passati alla regressione nei diritti e nella qualita' del lavoro; un passo apparentemente piccolo, ma micidiale, verso il baratro per questa nostra societa' post industriale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

randitDirei che ormai quello che pensavo si sta avverando

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/crisi-il-peggio-viene-adesso/2141617/10

http://crisis.blogosfere.it/2011/01/ahi-ahi-paradigma-che-dolor.html

Axel C.Bianco ha detto...

@randit

Direi che non hai torto...

http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2011/01/vendola-attacca-la-fiat-di-marchionne-5.html

ma e' un discorso obsoleto, come l'eta' della nostra classe dirigente

M.D. ha detto...

Bravo Axel, non sei stato troppo lontano dal BimboAlieno

http://bimboalieno.altervista.org/?p=1940