sabato 3 aprile 2010

Surrexit Christus


Le Comunita' interreligiose di Gerusalemme si apprestano a vivere questi giorni 'santi' x i Cristiani immerse nei soliti problemi quotidiani, fra integrazioni e soprusi, incomprensioni e tolleranza, tra il riacutizzarsi di tensioni e l'aprirsi spiragli di compromessi.


Quasi fosse una perpetua Pasqua, un passaggio incerto e non privo di rischi, un equilibrio instabile tra vita e morte. Eccovi un estratto [da FC n.14 del 4-4-2010] che ne fissa i contorni
È sempre Pasqua in Terra Santa. Non c’è luogo al mondo in cui le parole Passione e Morte abbiano un così forte senso, quotidiano e anche fisico. Allo stesso modo, però, non c’è luogo in cui la prospettiva della Risurrezione eserciti un richiamo altrettanto urgente e immediato. Anche questa Pasqua del 2010 rispetta la regola, con la comunità cristiana presa tra le angosce del presente (compreso il tarlo sottile dell’emigrazione) e la vocazione a guardare oltre, a costruire ponti tra le comunità e le fedi, che è la sua ricchezza più vera. Resta, inestirpabile, la fedeltà dei cristiani di tutto il mondo a questa Terra e a questa Santità, unite non da un decreto né da una guerra ma dalla vicenda del figlio di Dio che volle diventare uomo per soffrire con lui e come lui.
Le Comunita' Cristiane del mondo 'occidentale', o meglio, chiamiamole col giusto nome, del mondo BENESTANTE, stanno alla finestra. 

Forse sfiduciate, sicuramente in crisi di identita', frastornate dai rumori del mondo, pare si lascino sovrastare dagli eventi, e non riescono ad essere 'germe di lievito' nelle societa' civili in cui sono chiamate a vivere quotidianamente la loro dimensione di credenti. 

E spesso segnano il passo, vendendosi al primo potente di passaggio. 

La Comunita'  Ecumenica di Taize', in uno dei loro canoni piu' semplici e musicalmente belli, intona la gioia del giorno di Pasqua:
'Oh oh oh Surrexit Christus Alleluia. Oh oh oh Cantate Domino Alleluia'
Proviamo, anche solo x quel giorno, a coltivarne la speranza.

Buona Pasqua

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