domenica 5 giugno 2011

Uno come noi


Nella notte del 4 Giugno di ventidue anni fa, l'esercito dell'oligarchia comunista cinese, eseguendo gli ordini dell'elite' al potere a Pechino, schiaccio' nel sangue la protesta di studenti, operai ed intellettuali cinesi.

La loro colpa fu quella di chiedere maggiori liberta'; aspirazione legittima per altro, in un paese dove ancora oggi tale parola resta una chimera, a cominciare dagli accessi ai siti internet, filtrati e controllati dal regime oligarchico cinese.

E, oserei dire, nonostante sia il principale paese ove le multinazionali del mondo 'occidentale', presunto 'civile', abbiano esportato i propri siti produttivi, i propri modelli di produzione e a cui guardano con avido interesse i relativi top manager, per tenere a fatica sulla linea di galleggiamento la barca dell'economia mondiale, anch'essa morente.

Ovviamente passando sopra a qualunque diritto umanitario, in nome del profitto a tutti i costi. E magari pure a discapito del lavoro nei rispettivi paesi di origine. Come i carrarmati sui manifestanti all'epoca dei fatti qui ricordati.
Con buona pace dei nostri governanti. 

Un pensiero alle migliaia di vite stroncate allora, sopratutto giovani, e per quelle spezzate negli anni successivi. Non solo in Cina, ovunque nel mondo -ed oggi come ci racconta la cronaca, sopratutto nei paesi arabi

Uno come Noi
[Nomadi, from "Gente come Noi" 1991]

Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato,
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.

Sarebbe facile dire che tu hai sconfitto un'idea,
come se odio e violenza avessero solo quel colore.
Ma sto pensando a tutti quelli che hanno pagato
nel silenzio e nel dolore, perché il carro armato
non s'è fermato, niente a risparmiato.

Ti voglio dire che né politica, né religione,
danno il diritto di troncare la vita di un uomo.
Che sogna solo una casa una donna un lavoro,
di essere libero e un poco felice in un mondo migliore
fatto di gente, gente come noi.

Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.

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