Nella notte del 4 Giugno di ventidue anni fa, l'esercito dell'oligarchia comunista cinese, eseguendo gli ordini dell'elite' al potere a Pechino, schiaccio' nel sangue la protesta di studenti, operai ed intellettuali cinesi.
La loro colpa fu quella di chiedere maggiori liberta'; aspirazione legittima per altro, in un paese dove ancora oggi tale parola resta una chimera, a cominciare dagli accessi ai siti internet, filtrati e controllati dal regime oligarchico cinese.
E, oserei dire, nonostante sia il principale paese ove le multinazionali del mondo 'occidentale', presunto 'civile', abbiano esportato i propri siti produttivi, i propri modelli di produzione e a cui guardano con avido interesse i relativi top manager, per tenere a fatica sulla linea di galleggiamento la barca dell'economia mondiale, anch'essa morente.
Ovviamente passando sopra a qualunque diritto umanitario, in nome del profitto a tutti i costi. E magari pure a discapito del lavoro nei rispettivi paesi di origine. Come i carrarmati sui manifestanti all'epoca dei fatti qui ricordati.
Con buona pace dei nostri governanti.
E, oserei dire, nonostante sia il principale paese ove le multinazionali del mondo 'occidentale', presunto 'civile', abbiano esportato i propri siti produttivi, i propri modelli di produzione e a cui guardano con avido interesse i relativi top manager, per tenere a fatica sulla linea di galleggiamento la barca dell'economia mondiale, anch'essa morente.
Ovviamente passando sopra a qualunque diritto umanitario, in nome del profitto a tutti i costi. E magari pure a discapito del lavoro nei rispettivi paesi di origine. Come i carrarmati sui manifestanti all'epoca dei fatti qui ricordati.
Con buona pace dei nostri governanti.
Un pensiero alle migliaia di vite stroncate allora, sopratutto giovani, e per quelle spezzate negli anni successivi. Non solo in Cina, ovunque nel mondo -ed oggi come ci racconta la cronaca, sopratutto nei paesi arabi
[Nomadi, from "Gente come Noi" 1991]
Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato,
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.
Sarebbe facile dire che tu hai sconfitto un'idea,
come se odio e violenza avessero solo quel colore.
Ma sto pensando a tutti quelli che hanno pagato
nel silenzio e nel dolore, perché il carro armato
non s'è fermato, niente a risparmiato.
Ti voglio dire che né politica, né religione,
danno il diritto di troncare la vita di un uomo.
Che sogna solo una casa una donna un lavoro,
di essere libero e un poco felice in un mondo migliore
fatto di gente, gente come noi.
Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.
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