domenica 17 aprile 2011

Caro Fratello sacerdote...

...e' da un po' di tempo che vorrei scrivere a te che sei stato un compagno di strada nella mia inquieta  adolescenza ed una paziente guida nei mie intensi e formativi anni giovanili.

So che ricordi le nostre lunghe chiaccherate, sul mondo che ci circondava, spesso avvenute nei posti piu' disparati ed inusuali: intorno ad un falo', in una baita innevata, in riva al mare rincuorati dallo sciabordio delle onde e financo nella quiete 'quasi orante', come la chiamavi tu, di un bosco o di una radura, ove il nostro bisbiglio pareva fuori luogo...

Mi piacerebbe confrontarmi con te come allora, quasi instaurare un dialogo a distanza su alcuni dei temi che gia' ai tempi animavano le nostre discussioni, personali e di gruppo, talvolta con risvolti ad impatto sociale -nel senso che avevano ricadute o traevano origine dalla vita della comunita' in cui ci si trovava.

Ci si prova? Conoscendoti, so che non saprai sottrarti nemmeno questa volta...

Dicevo son molti mesi (qualche anno?) che la mia piccola testolina sbatte contro il muro di ipocrita indifferenza della societa' civile riguardo l'arrogante menzoniera informazione che ci circonda, ed il corrotto e servile stile di vita che troppe finte teste pensanti, scriventi e decidenti impunemente ci impongono.
Mi indispongono il falso sorriso mediatico buono per ogni stagione e le risse incivili proposte alla gente quale unico mezzo di confronto dalla nostra casta di politici intoccabili; mi disgusta sopratutto la totale mancanza di nerbo dell'opinione pubblica, forse narcotizzata da modelli culturali usa&consuma&getta propinati su di ogni argomento, anche ove meriterrebbe una seria e pacata analisi dopo un'adeguata raccolta di informazioni; e mi fa ribrezzo infine il pressapochismo, la faziosita' e la smaccata parzialita' di troppi sedicenti 'lumi' o 'vati' tra chi dovrebbe fare della propria attivita' informativa un servizio alla gente e non gia' il solo tornaconto dell'editore o dell'azionista di maggioranza del media per cui lavora.
Ed infine, come temi, l'assente o tardivo debole monito che la tua sempre difesa gerarchia ecclesiale non si degna di farci avere: al solito antepone gli interessi (economici?) terreni rispetto al servizio all'uomo, sopratutto se ultimo, povero ed indifeso, come dovrebbe esser a sequela Christi.

Lo so, vorresti che ti citassi qualche esempio...

Che ne dici se partissimo dal grande tema della 'Vita', la vita dell'uomo intendo.
Prova a pensare i fiumi di parole con cui siamo stati inondati da ogni dove a "difesa della vita". Ti domando: ma la vita e' quella 'cosa' che inizia con il concepimento nell'utero materno e termina con la fine biologica dell'attivita' delle nostre miriadi di cellule, vero? Dunque non solo questi 2 periodi estremi! Allora perche' ci si preoccupa, almeno lato ecclesiale, solo di quanto riguarda le attivita' vitali nei primi nove mesi intra uterini o degli ultimi giorni di una vita che si spegne? A mio avviso perche' non chiedere a gran voce azioni concrete di sostegno per ogni ambito in cui si sviluppa la vita dell'uomo? E con la stessa ripetuta determinazione pretendere la difesa dei piu' deboli o gli emarginati e di tutto cio' che riguarda le loro condizioni di vita -se volessi un esempio immediato, pensa i bimbi dell'eta' prescolare e della scuola dell'obbligo senza piu' fondi pubblici per la loro principale attivita' formativa: quella scolastica, la preziosa ed insostituibile arte di creare uomini responsabili per il domani.
Perche' si meritano la speranza di un domani migliore dello squallido oggi che viviamo, vero?

Su questo argomento, e' facile agganciare il suo complementare: la difesa della famiglia! Il che significa in primis la difesa del lavoro: quanti padri che perdono il lavoro e che 'nel mezzo del cammin di loro vita' si ritrovano nella 'selva oscura' delle delocalizzazioni produttive, stritolanti la loro dignita' di uomini prima e di padri e capifamiglia subito dopo. Ti ricordi l'indiganzione dei benpensanti e di qualche tuo 'collega' in carriera ecclesiale quando si fece la provocatoria proposta al vescono di rigettare a monte le elemosina di chi finanziava le attivita' diocesane ma sposta stabilimenti e produzioni x sfruttare manodopera a basso costo altrove o gli immigrati disperati giunti nel nostro paese?

Per non parlare della condizione della donna: quante madri hai incontrato in questi anni che ti hanno confessato il dilemma tra 'metter al mondo un bimbo' agognato da tempo, e la dura realta' lavorativa che spesso le esclude da posti di responsabilita' nel loro contesto professionale, solo perche' hanno questo insostituibile e prezioso ruolo di esser prima di tutto semplicemente madri. Rammenti i casi di 'lettere di dimissioni in bianco' firmate all'assunzione altrimenti "no firma, no posto"? Dove sono, oggi come ieri, i responsabili amministrativi, legali e sindacali per questi casi: non trovi anche tu forti incoerenze tra i proclami elettorali ed i vergognosi silenzi in questo filone?
Alle lamentazioni sulla scarsa natalita' nell'italico paese fa da contraltare l'ignobile inattivita' politica e sociale a tutela delle donne: sara' che 'nelle sfere di comando in ogni ambito della nazione' ci stanno troppi maschi, spesso vecchi e non solo anagraficamente parlando...

Un altro tema sempre presente e dannatamente attuale e' la difesa dell'ambiente. Ricordi quando ci facevi sperimentare 'le bellezze del creato' e cosi' ci insegnavi ad amare "nostra Sorella e Madre Terra", per dirla con quel pazzo di Dio che fu S.Francesco. Fosti tra i primi che mi han fatto riflettere sulla capacita' riproduttiva del pianeta in termine di risorse naturali, e sulla conseguente necessita' di ridurne i loro consumi, cominciando dall'abbattere gli sprechi. Ammettilo, la responsabilita' fu tua nel seminare i germi della cultura del riciclo; per non parlare di quell'idea sovversiva che fu il farci prendere coscienza del redistribuire lo sfruttamento delle risorse in modo piu' equo livello mondiale...

Mi domando cosa pensi oggi difronte allo scempio ambientale quotidiano cui la famelica scellerata ingordigia delle societa' di capitale impone al pianeta; un modello economico scollegato dalla realta' spinge le produzioni industriali alla ricerca dei profitto a tutti i costi, passando come uno schiacciasassi su cio' che incontra: sia esso l'ecosistema che ci ospita e ci circonda, sia essa l'essenza stessa della vita dell'uomo.
Il mondo dal punto di vista umanitario e delle sue risorse naturali e' seriamente compromesso: siamo in troppi con iniqui squilibri nei consumi, in mano ad oligarchie finanziarie che stanno avidamente spingendo il globo alla sua immeritata e prematura fine.

E tralasciamo tutto il resto: i modelli culturali imposti dai media sopratutto ai giovani, tutto un'apparire e vendersi al migliore offerente; la carenza di sostegno e l'assenza di visione per il loro futuro; l'astio e la cultura dello scontro se non della violenza propinata a pie' sospinto sopratutto da chi ha il dovere della sobrieta' e dell'equilibrio per la carica pubblica e la responsabilita' sociale che ne deriva.

Tu ed i tuoi confratelli sacerdoti dove siete?

Ripensando all'invito di quel grande 'Profeta di pace' che fu don Tonino Bello, siate finalmente protagonisti attivi della vita sociale in modo diretto e concreto:
"Occorre scongiurare questa specie di fatalismo che fa ritenere inutili, se non addirittura controproducenti, le scelte di campo, le prese di posizione, le decisioni coraggiose, le testimonianze audaci, i gesti profetici."
Prendete coscienza che nessuno in ambito sociale puo' e deve rappresentarvi, men che mai la classe politica italiana attuale; ma proprio x questo non dovete esser succubi di alcuno, bensi' servi di Colui che si fece ultimo e non ebbe paura di schierarsi "decisamente dalla parte dei poveri".

Siate come il vostro principale testimone, il Cristo povero, che non ebbe paura ne di buttare fuori dal tempio i mercanti, ne di camminare per le strade affrontando i derelitti ed i fuori casta della sua epoca.
Siate contro qualunque forma di presunta religione che sia una perpetua rinuncia all'uomo ed all'umanita'!

Impedite ai vostri responsabili di dormire quando al caldo dei salotti buoni che frequentano, si accontentano di pochi spiccioli/oboli -ad esempio: il condono delle tasse- e chiudono troppi occhi sulle nefandezze che ha gia' commesso la mano che porge loro l'elemosina.

Documentatevi, coinvolgete chi vi e' 'fedele' in ogni senso, a cominciare dal suo esser vostro fratello di fede, e spronatelo ad agire nel quotidiano che conoscete e vi circonda ed in cui siete immersi e talvolta sommersi.

Non abbiate paura nel trovare alleanze attive con chi, seppure lontano da un percorso di fede, sta lottando per la difesa dei diritti dell'uomo e per preservare al meglio madre natura: dagli scienziati che monitorizzano lo  stato salute del pianeta, ai medici nei posti piu' derelitti di questa terra; in questo Cristo fu pedagogo e testimone.

Vi esorto, basta compromessi in ogni campo: salite sui pulpiti x denunciare il razzismo strisciante, per inveire contro la criminalita' organizzata, per non tollerare oltre le arroganze di potere di qualsiasi colore siano, per smascherare e bollare i tanti che minimizzano il malcostume fatto sistema, tra lacche' striscianti e servilismi interessati solo a privati torna conto personali; e se servisse scendete nelle piazze per primi, invitando la gente a riprendersi il futuro.

Con immutato affetto, nella domenica delle Palme, alias la giornata mondiale della gioventu', ti lascio il mio saluto...

...e come amavi ricordarci, l'importante e' seminare!

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