sabato 5 novembre 2011

Requiem x un Paese

Strane le coincidenze che ci propone il calendario.

Nel periodo in cui la tradizione quasi impone le rimembranze per i nostri cari defunti, ci pare che il mondo attorno a noi stia suonando le campane a morte per l'italico stivale.

Troppi dati negativi e pesanti ritardi hanno creato un'immagine dell'Italia nel mondo (e forse anche in casa?) come di un paese senza guida e di cui non fidarsi assolutamente

I crolli manifatturieri e dei servizi per la PMI nell'ultimo mese, secondi solo alla derelitta e fallita Grecia,  e con pesante derivata negativa parlano chiaro:
l’economia italiana, dopo l’estate, è entrata in una fase di sofferenza molto acuta, i cui effetti reali verranno percepiti con un colpevole ritardo solo tra alcune settimane, sulla rilevazione di Pil
La disoccupazione elevata e crescente, con il record europeo su quella giovanile ormai prossima al 30% -e stiamo parlando dei dati 'ufficiali' dell'ISTAT!

Un paese che vorrebbe guardare al futuro dovrebbe preoccuparsi prima di tutto della fascia piu' giovane dei suoi cittadini, quelli che potrebbero sorreggere il paese negli anni a venire -e non gia' far di tutto per privarsene, lasciando emigrare i migliori.
perché non vengono concretamente assunte, e addirittura nemmeno indicate, le misure da attuare con immediatezza per venire incontro alle richieste dei giovani, malgrado queste siano da tutti ritenute giuste.
Troppe vuote parole senza alcun fatto concreto, una esasperata difesa degli interessi dei soliti noti: una classe politica indegna di un paese, una classe imprenditoriale colpevolemente sileziosa se non connivente, un sistema mediatico di informazione foraggiato con le tasse dei cittadini e delle pubblicita' -marchi che impongono anche cosa scrivere, al pari se non maggiormente dei finanziatori politici- in questi ultimi 3 o 4 lustri ha condotto questo sgangherato paese sulle soglie del baratro

Il tempo e' ormai scaduto -ci pare penoso il procastinarsi dell'ultimatum dei nostri industriali, ormai ogni mese ne ridefiniscono 1 nuovo-
Le scelte di politica economica che il governo avrebbe dovuto prendere erano chiare fin da agosto. Priorità assoluta ai tagli alla spesa, in primo luogo quella previdenziale, e lotta seria all'evasione fiscale. Per la crescita, liberalizzazione dei servizi e delle professioni, per creare concorrenza dove oggi esistono situazioni di forte potere di mercato, e privatizzazioni. Ma la lettera inviata ai partner dell'Unione Europea parlava d'altro. Neanche l'opposizione sembra avere risposte adeguate. I mercati non hanno apprezzato per nulla e lo spread è arrivato a livelli record.

Il livello di sfiducia e' tale che ora i dittatori economici del nostro pianeta (il 'Bacio della Morte' del FMI) ci mandano i loro controllori: con l'arrivo degli ispettori dell'Fmi nel nostro Paese per monitorare l'attuazione delle misure annunciate dal governo italiano, perdiamo ufficialmente un altro grosso pezzo di sovranita' nazionale

Complimenti, dopo la cancellazione della liberta' di espressione del proprio voto, perdiamo anche la liberta' di gestione del nostro stesso paese e dei soldi delle nostre tasse: mica male x chi sbandiera questo vocabolo in ogni apparizione mediatica.

Svegliatevi!

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