giovedì 6 ottobre 2011

Comma 29: cui prodest?

In questi giorni sulla cresta dell'onda c'e' una piccola parte del (nuovo?) disegno di legge sulle intercettazioni, meglio noto come 'Legge Bavaglio'.

Gia', dato che il Paese economicamente e socialmente vive (1 sonno) tranquillo possiamo anche trastullarci con gli interessi personali di una singola persona. Come dicevano i Negrita nella lyric 'Ballo Decadente'
QUESTO E’ IL BALLO DECADENTE CHE NON CE NE FREGA NIENTE!
DI QUELLO CHE SUCCEDE E CHE SARA’!
MENTRE AFFONDA LO STIVALE, C’HA UN PROCESSO DA EVITARE
E IL PARLAMENTO FA LA HOLA!…OLE’!!!
Si diceva?

Il comma 29.

Eccolo qui nella sua forma orignale, da pag 24, lettera a) dell'appunto comma 29:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
Quindi in soli 2 giorni chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su di un blog o su di una testata giornalistica on-line potrà arrogarsi il dirittoindipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensivedi chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

E x chi non interviene prontamente le sanzioni sarebbero pesanti: da 7500 a 12500 euro.

Naturalmente la diffazione non e' cosa buona e giusta; ed andrebbe tutelata la correttezza dell'informazione.
Infatti per questo esiste il Codice Penale, dove si legge

TITOLO XII dei delitti contro la persona
Capo II - Dei delitti contro l'onore

Art 595. Diffamazione
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire due milioni.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a lire quattro milioni.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione.
Se l'offesa è recata a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
A parte la traduzione delle sanzioni in Euro, e sorvolando sull'offesa 'recata ad un corpo politico' -ultimamente andrebbero preservati i cittadini dalle offese recate loro DAL corpo politico- per le quali le pene son maggiori, direi che si e' gia' abbondantemente tutelati, vi pare?

Dunque perche' questo bailamme? Forse, come indicano quelli di 'Valigia Blu',
"Internet è uno strumento micidiale di libertà, di creatività, di condivisione di sapere e di conoscenza"
I successi insperati ottenuti con il quorum ai referendum o la raccolta firme contro la legge Porcellum voluta dai partiti sono solo un paio di esempi di come la rete 'incontrollata' dalla nostra classe politica faccia loro paura.

E pensare che la 'Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino' recita

Art. 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

Davvero una (poco) elegante ulteriore restrizione di liberta' ci stanno regalando. Mi domando con chi siamo in guerra, forse con l'onesta' e la democrazia?

Sara' per questo che la "enciclopedia libera" della Rete, Wikipedia, nella sua versione in Italiano ha messo in guardia l'utente spiegando chiaramente che rischia di non poter più continuare a fornire tale servizio poiché 
"i pilastri di questo progetto rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni".
Forse il giro di vite fin qui descritto e' parso un po' troppo stretto, al punto che qualcuno tra i cagnolini al guanzaglio del nanetto al potere ha affermato che  
«non si possono equiparare i blog professionali e quelli del privato cittadino ed è un’illusione quella di applicare alla Rete le stesse regole che valgono per altri mezzi»
Dunque nonostante eventuali rilassamenti sanzionatori e pecuniari emersi nelle ultime ore, a nostro avviso resta valido e condivisibile l'ammonimento di Wikipedia, che vuole
"mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
La rete globalmente, cosi' in voga nei soloni dell'alta finanza e pure della politica, e' un immenso contradditorio, libera e sopratutto statisticamente neutra: dunque perché neutralizzarla?

E voi cosa dite?

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